17.10.18

Cause: Una lite del 1756 fra la Città di Seminara e il suo Sacro Monte della Pietà. - Prefazione e Homepage.

La storia di un paese come Seminara è frammentaria e può essere ricostruita mettendo insieme vari pezzi sparsi qua e là. L'intento della pubblicazione online di questo testo a stampa del 30 marzo 1756, in Napoli, è quello di ricavare qualche informazione che ci dia una visione dell'insieme. L’autore del testo non compare nel frontespizio, ma alla fine di uno stampat di 46 pagine, piuttosto piccole, con la firma di un Andrea de Sarno, di cui nulla sappiamo al momento, ma che dovette essere un avvocato a cui l'Università di Seminara si affidò per sostenere le sue ragioni contro il Sacro Monte di Pietà, di cui oggi ciò che resta è oltre alla memoria che ha lasciato nel paese un suo assai consistente Libro che attende di essere studiato. Nel ripubblicare questo testo a stampa, del 1756, cioè di appena dieci anni successiva alla redazione del catasto Onciaro di Seminara, nel 1746, che reca l'elenco di tutte le proprietà e i censi che il Monte riscuoteva, cerchiamo di integrare l'una fonte con l'altra. Ed è anche coeva agli anni in cui Tiberio d’Aquino scriveva e riscriveva la sua Platea di famiglia, con indicazioni sugli affari patrimoniali tipiche delle Platee, ma anche con spaccati di vita quotidiana dell'epoca. Se quella di Andrea de Sarno è una ortografia italiana da considerare corretta per la sua epoca, quella sgrammaticata di Tiberio è il suo termine negativo di confronto. Per completezza e scrupolo filologico lasceremo le annotazioni originali, ed andremo via via aggiungendo le nostre se troveremo qualche riscontro interessante con le altre fonti finora utilizzate. Il libretto inizio con l’immagine di un luogo che ho immaginato potesse essere la Seminara del tempo, ma dopo aver consultato un esperto, incontrato in Napoli, all'Archivio Storico del Banco di Napoli, mi sono persuaso che trattasi di immagini di fantasia, tenute pronte dai tipografi per l'occasione per farne dei Capolettera. E tuttavia, una riproduzione di Seminara sarebbe stata  quanta mai opportuno, in un libretto finanziato dalla stessa Università. Strano che non si conosco nessun dipinto che nei secoli rappresenti i luoghi e i paesaggi di Seminara di prima del 1783. A mia conoscenza, esiste solo un disegno della rovina del monastero dei Basiliani, sito davanti all'Obelisco ancora oggi rimasto. Le “ragioni” esposte dal De Sarno sono quelle che oggi si chiama una “Comparsa conclusionale”, prima del giudizio. E per noi sarebbe una scoperta preziosa se esplorando gli archivi napoletani trovassimo tutti gli atti di causa, con le corrispondenti ragioni del Monte...  È la ricerca, la nostra ricerca, alla quale cerco di educare i miei concittadini che siano per davvero amanti della storia patria.  
Non per fare io il difensore del Monte di Pietà, ma dalla lettura del Catasto Onciario si apprende (con sgomento e in attesa di spiegazioni) che il tasso corrente fra privati, ed anche quello praticato dalle chiese, era del 10 per cento: altissimo! Se il Monte praticava un tasso di interesse del 6 per cento, era notevolmente più basso. Sempre poi dal Catasto si apprende che ogni anno il Monte finanziava i maritaggi: 200 ducati per uno, e quattro  da cinquanta, in tutto 400 ducati in beneficenza. Ed in più un “legato” di 60 ducati per ogni concittadini che andasse in Napoli a studiare...

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Per
La Città di Seminara

NELLA CAUSA

Che verte tra essa, ed il Sacro Monte della Pietà della Città medesima.
(Autore: Andrea de Sarno, Napoli, 30 marzo 1756)








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