PLATEA DI SAN FILARETO
(1735, Archivio Diocesano di Mileto)
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4. Giorno ed anno della traslazione del Monistero e delle Sante Reliquie di San Filareto.
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Da quel tempo in poi s'andò sempre aumentando la fabrica, a' segno che terminata di rustico sin al primo quarto * orientale, che presentemente comparisce abbellito, e formata una chiesetta per la celebrazione delle messe, e dej divjni uffici, nel dì penultimo di maggio dell'anno millesecento ed undici, 1711, si ritirarono li PP. anzidetti in detto nuovo Monistero, e nel dì seguente, si furono trasportate dall'Ospizio predetto di San Francesco d'Assisi, le reliquie di San Filareto, nell'odierno monistero. In quel tempo, pubblicatasi questa Fama richiamò la devozione dei Popoli, a' vagheggiare santamente non men la splendidezza delle Pompe della Città di Seminara, vestita tutta allora di Giubilo, udendosi per un triduo concenti armonici per tutte le strade della medesima, e vedendosi varÿ scherzi di fuochi artifizialim e per tre Notte continue accesi i lumj per tutte le finestre delle Case, sforzandosi in quel tempo ognuno a dar ossequi di venerazione al Santo Protettore, anche collo sparo reciproco di mortaretti, e nel vasto piano di detto nuovo Monistero, e per la Città tutta. Nel suddetto giorno poi stabilito uscì dalla chiesetta dell'Ospizio, una ben ordinata processione, vestiti e' gli Nobili e i Popolani tutti a gala, ognuno secondo il proprio stato, e condizione, con l'aver l'Arcidiacono di quel tempo don Geronimo Grimaldi accompagnato con tutto il clero secolare e regolare, e dal Magistrato della Città, che vi concorsero nella publica forma, tanto per il convito fatto da j PP. quanto per la propria devozione ed obligo speziale verso il Santo portato processualmente sopra un Trionfo riccamente addobato, sotto un Baldacchino di drappo, con suoi freggi dorati il Sagro deposito, per tutte le strade della Città, ripondendolo su l'Altare maggiore di ciascheduna chiesa; fin al Piano dell'odierno Regal Monistero, dove si steva apparecchiato un Altare, adorno di candilieri, fiori, ed altri superletili festivi, con orditura ivi dilettevoli, a chi li mirava, e pronto inviensi l'Abate di quel tempo D. Giosafat Coniglio, vestito pontificalmente con piviale, Mitra e * con suoi Assistenti, e PP. tutti processionalmente, con Torchi accesi nelle mani, a' manifestar ***, in ossequio del Santo, che dopo aver incensato il Santo Corpo, e fatte le * scritte da rituale, sì lo riceve', riponendolo su l'altare sudetto, illuminato dallo splendido ornamento di numerosi lumi, che saziava la vista, colla pompa brillante del suo nobile apparato, stimolando così la Pietà dei Popolim che con foltissimo concorso inondavano quel Piano, col * tamburri, e serbandolo * esposto, fino a tanto si cantarono l'inni, ed orazioni del Santo *, ed in tanto sommo era l'applauso, e godimento del Pubblico, a tributare l'ossequio della sua * Pietà verso il Santo, il quale era stato sia da tempi immemorabili declarato Protettore: Le campane tutte risonavano con bel concerto, e s'udiva lo sparo d'innumeroli mortaretti. Terminata simile funzione avvenuta con tutto decoro, ed applauso, furono trasportate le Sante Reliquie nell'angusta chiesetta, d'esso nuovo Monistero, dove si cantò una messa sollenne, e dopo l'adorazione di tutto il Popolo, serbandosi per molto tempo in una Camera del chiostro, ove si tenea sempre venerazione
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venerazione del Santo. In quel giorno dedicato alle glorie della SS. Trinità, ed addetto alla Traslazione delle suddette Sante Reliquie, per il gran concorrimento dej Popoli, che applauidvano tutti alla sollennità del Santo confessore, si promosse dalle persone medeme jnteressate, affittuarÿ, e Gabellieri, deª corpi * a riguardo della gran moltitudine delle genti accorsevi, farvisi il giorno della festività del Santo per ogn'anno una pubblica, e Fraca Fiera, tutta addetta a' celebrar gl'onori del glorioso Protettore; qual promozione fù bene intesa, ed applaudita dal Magistrato della Città, che v'assistè con fervida Devozione alla sollennità di quel dì cotanto segnalato, tanto che di commun consentimento, per dimostrar al Santo Protettore la tenerezza dei loro affetti filiali, determinarono di fare un Parlamento, alfin di conchiudere la testè mentovata Fiera, e realmente nel dì settimo del mese di giugno del detto medemo anno 1711: si propose nel Publico Parlamento, il stabilimento dell'anzidetta Fiera, e si conchiuse, niuno contradicendo a' tal proposizione, gridando tutti, che quel decreto si voleva perpetuo: La conchiusione si fù, che per ogn'anno, duo giorni prima, e due doppo, si facesse nel piano dell'odierno nuovo, e Venerabile Monistero di San Filareto, una Fiera franca, libera, ed jmmune d'ogni Dazio, Peso, e Gabella, come apparisce dal Parlamento sudetto, scritto in carta Pecora, conservato coll'altre scritture, nell'Archivio del sudetto Regal Monistero, del modo che qui da Noi fedelmente trascrivesi. = La copia è tale. =
(segue)
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