Alla Attenzione di SE il Vescovo
Giuseppe Alberti
(inoltro alla sua Segreteria)
Eccellenza,
non le nascondo una certa amarezza nell'apprendere da un articolo di giornale
la notizia di un secondo restauro dei registri parrocchiali
senza che nessuno mi avesse contattato o informato, anche per dare io le necessarie
informazioni per il lavoro che io, insieme alla dott.ssa Della Valle, funzionaria all'epoca della sovrintendenza archivistica avevamo svolto.
Tutto ciò mi sembra poco cristiano, ma viviamo in tempi di grande confusione anche religiosa, e ci si deve abituare. Miei precedenti inoltri sempre in materia archivistica non hanno avuto riscontri da parte di SE, lasciandomi perplesso e non sapendo cosa pensare.
Per l'interesse pubblico della presente ne rendo noto il testo sui siti della SSSP.odv
Il tempo passa, le cose non si sanno e si dimenticano, ma come le cose andarono mi è obbligo raccontarle pubblicamente a Soci, Volontari, Amici della Società Seminarese di Storia Patria
in un
COMUNICATO STAMPA, sul sito ufficiale della SSSP, di cui le riporto il link:
https://taurianum.blogspot.com/2025/07/comunicato-stampa.html
con links collegati dove offro maggiori dettagli, e vado facendo una ricostruzione della
Storia degli archivi seminaresi a me nota, specialmente per gli ultimi 40 anni.
Amarezza a parte per l'estromissione, fatto soggettivo e trascurabile,
resta il fatto OGGETTIVO che parte di ciò che andrà restaurato è stata DA ME (!!!) recuperata all'Archivio Parrocchiale, e solo io posso conoscere la storia e le circostanze del recupero. E se altro ancora poteva essere recuperato dalla stessa stessa persona che di me si era fidata ed in me aveva avuto FIDUCIA, ora ciò non è più ipotizzabile.
Archivisticamente, mi sembra poi utile tenere distinta la parte "restituita" dalla parte che già si trovava in Archivio al tempo in cui potevo occuparmene. Se le carte vengono "mischiate" non potrò dire al Donatore, chiamiamolo così, quali erano le sue carte, il loro significato, il loro valore: mi sembra un grande atto di ingratitudine verso chi aveva compiuto un nobilissimo gesto riportando in Archivio, in Parrocchia, ciò che era dell'Archivio, della Parrocchia, della Comunità.
La Lezione che se ne dovrà trarre per il futuro è alquanto sconfortante, deleteria, negativa.
Avevo promesso al Restitutore che avrei accuratamente studiato il materiale che mi era stato da LUI consegnato allo scopo di riportarlo in Archivio per poi ragguagliarlo del significato e importanza di quelle carte.
Ciò non mi è stato possibile perché non ho poi più avuto accesso all'Archivio
Aggiungo una nota importante che ho inviato alla Sovrintendenza archivistica:
____________________
POST SCRIPTUM IMPORTANTE
All'epoca del primo restauro dell'Archivio Parrocchiale,
dopo che erano state compilate le relative schede tecniche di restauro,
a cura della dott.ssa Della Valle,
PER SICUREZZA
io avevo fotografato (a mie spese) tutto ciò che dall'Archivio stava per uscire,
in previsione di possibili incidenti stradali.
Non sembri una precauzione eccessiva.
In precedenti restauri di registri parrocchiali, a cura del compianto don Rullo,
erano stati presi dall'Archivio parrocchiale di Seminara registri,
che a fatica dietro insistenza dell'allora parroco Padre Marcello ritornarono in Archivio.
Ma quel che è buffo è che telefonando io alla Ditta restauratrice (Scripta manent),
giacevano presso di loro ancora registri che pagati e restaurati non erano stati... ritirati.
Erano registri la cui esistenza a me non risultava, mentre altri di cui l'esistenza risultava
non sono stati tuttora rinvenuti...
Cito ora a memoria, ma il tutto è stato scritto in un Diario di lavoro dove registravo ogni movimento ed ogni notizia utile.
_______________________________________________-
Sulla scorta di questo precedente pare opportuno, anzi direi cautelativamente necessario, anche per i pericoli generali che incombono sull'archivio, consentire alla Società Seminarese di Storia Patria, oggi non più Sodalizio Privato ma Ente di Terzo Settore, la digitalizzazione di tutto l'archivio oggi esistente, da conservare in copia di sicurezza presso la propria Sede.
Prevedendo per gli Enti Pubblici la normativa del Terzo Settore la stipula di una Convenzione ex art. 56 cod. terzo settore, l'analogo potrebbe essere attivato con la Diocesi:
non più in forma di lavoro anonimo e non riconosciuto, seppur gratuito, ma in una forma che sia di tutela della Comunità seminarese che è il vero ed unico soggetto della sua Memoria storica, che le istituzioni pro tempore sono tenute a custodire, tutelare, tramandare.
Per effetto del riconoscimento di Notevole interesse storico da parte dello Stato italiano, e per i fondi conferiti, nasce il diritto e il dovere di una vigilanza attraverso gli organi statali deputati a livello territoriale, ma ora anche, a nostro avviso, da parte di Enti del Terzo Settore, il cui Statuto approvato con decreto regionale contiene specifiche finalità.
Resto a sua disposizione per concordare modalità collaborative ai fini della tutela della Memoria storica della Comunità Seminarese conservate nell'Archivio Storico della Insigne Collegiata di Seminara, oggi non più esistente giuridicamente ma le cui carte superstiti sono giunte fino a noi. La Collegiata di Prima e Seconda Fondazione, nel XVII secolo, fu possibile anche allora grazie a donazioni di privati che avevano a cuore un interesse pubblico, come concepibile in quel periodo.
Cristianamente ed Umilmente Suo
Prof. Antonio Caracciolo,
• Docente in pensione dell'Università di Roma La Sapienza
• Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv (Ente del Terzo Settore)
4.7.25
Lettera aperta a SE il Vescovo Giuseppe Alberti, Diocesi di Palmi-Oppido
3.7.25
COMUNICATO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
In data odierna su un Quotidiano del 3 luglio 2025 apprendiamo di uno stanziamento a cura della Sovrintendenza archivista per il completamento di una seconda tranche di restauri del patrimonio archivistico parrocchiale seguito al riconoscimento di Notevole interesse storico, la cui pratica nel 2000 era sta avviata e promossa dalla Società Seminarese di Storia Patria, allora esistente in forma di Sodalizio, annoverando tra i suoi soci fondatori negli anni Novanta l'allora parroco Padre Marcello Gianola, che aveva affidato alla Società di Storia Patria Seminarese un lavoro decennale, non retribuito, di sostanziale salvataggio di un archivio allora prossimo alla distruzione, anche per infestazione di insetti e parassiti della carta oltre che per avanzato deterioramento degli inchiostri.
Il completamento o prosecuzione del restauro riscuote il nostro massimo gradimento ed esprimiamo il nostro apprezzamento per i dirigenti e responsabili ministeriali che hanno ripreso una pratica avviata oltre venti anni fa.
Sono seguite vicende, di cui qui non si dà nota, che hanno impedito una prosecuzione dei restauri, allora progettati, ed ora ripresi, ma di cui nulla è stato riferito o comunicato alla Società di Storia Patria, Ente del Terzo Settore, che aveva già segnalato i nuovi pericoli che incombevano sull'archivio e la cui messa in sicurezza non abbiamo potuto verificare.
Tuttavia, ci è obbligo rendere noto che nell'ultimo periodo della nostra occupazione presso l'Archivio ci eravamo fatti intermediari con un privato che fiduciariamente e in modo anonimo (con obbligo sempre da noi rispettato di anonimia) ci aveva consegnato un primo ingente gruppo di documenti archivistici appartenenti, originariamente all'Archivio parrocchiale e trasportati altrove. Nostro impegno in cambio della restituzione era quello di una analisi e studio dell'ingente materiale (circa mezzo metro di spessore) per comunicare al Restitutore la natura ed importanza della documentazione da lui restituita e dall'Archivio recuperata.
Con una relazione a parte, sul sito della Società, in forma discorsiva e narrativa, viene data una "Storia degli archivi seminaresi" dagli anni Novanta in poi del secolo scorso. In questo Comunicato stampa si rende noto a tutti i soggetti interessati che se oggi si parla di un Archivio ancora da restaurare quelle carte in buona parte sono stat salvate da chi scrive per la parte esistente ed aumentate nella loro consistenza perché prese dalle mani del Restitutore e riposte in un apposito scomparto di un antico armadio dell'Archivio, da dove non avrebbero dovuto essere spostate, per poterne fare separato studio ed analisi. Il "mescolamento" delle carte da altri eventualmente operato impedisce quello studio al quale ci eravamo impegnati. Aggiungasi altri recuperi di cui è detto nel Diario di lavoro.
Il Restitutore è ancora vivente ed aspetta da noi il rispetto di quel patto di restituzione, da noi, non da altri. Nostra speranza era che altri recuperi potessero seguire, ma le vicende successive non ci lasciano sperare che le carte superstiti, se ancora esistenti, possano ritornare alla loro Sede né possiamo continuare quelle ricerche che ci avevano consentito con successo di riportare in sede non pochi registri parrocchiali.
Prof. Antonio Caracciolo
Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv
Per conoscenza:
Alla Sovrintendente Archivistica per la Calabria.
A S. E. il Vescovo della Diocesi di Palmi Oppido
PER UNA PAGINA DI STORIA DEGLI ARCHIVI SEMINARESI
In costruzione.
29.6.25
In memoria di Padre Marcello, 4. «A Seminara (RC), una esperienza pastorale difficile: QUANDO LA MAFIA OPPRIME LA CITTA'»
§3. < > §5.
Da Il Foglietto. N° 1 - 1994
Rivista Canossiana
A Seminara (RC), una esperienza pastorale difficile: QUANDO LA MAFIA OPPRIME LA CITTA'
Dal nord al sud Italia
Sono stato parroco a Verona, nella parrocchia dell'Addolorata. In un ambiente laicizzato, pur con ricche tradizioni cristiane, non è facile vivere la propria fede: la pratica religiosa è ben lontana da raggiungere una percentuale altissima, come in un recente passato. Ho conosciuto però cristiani impegnati ed autentici, disposti a collaborare con grande dedizione personale. Proprio questo porta ad una grande fioritura di iniziative e di opere.
Ho lavorato in Sicilia, nell'isola di Favignana. Il sentimento ed il folclore hanno certo un peso, non sempre positivo. Il rispetto della tradizione pone problemi non indifferenti. Conservo però un caro ricordo di persone generose che amano la loro chiesa, che dimostrano riconoscimento e simpatia per chi viveva con loro e per loro.L'aiuto generoso non è mancato: c'è stata la possibilità di creare opere di grande utilità non solo per la parrocchia, ma anche per la società civile.
Alla Madonna dei Poveri di Seminara
Non posso nascondere che sto vivendo un periodo non facile della mia lunga esperienza pastorale. La chiesa parrocchiale di Seminara è anche santuario della Madonna dei Poveri. Ne ha parlato recentemente il quotidiano cattolico "Avvenire" come esempio di connivenza tra ndrangheta e religione: proprio io avrei fatto deviare la processione con la statua della Madonna, perché passasse davanti alla porta di un boss mafioso. Non è vero.
È vero però che le numerose processioni sono sentite come parte integrante e spesso sostitutive della pratica religiosa. Il percorso è rigidamente stabilito in ogni più piccola modalità: fermarsi due passi più avanti o più indietro dal luogo stabilito crea drammi e tensioni.
Tutti amano la loro Madonna. Quando anni fa c'è stato un furto di preziosi doni offerti al santuario, tra i quali la corona della Vergine, tutti i canali si sono attivati, quelli ufficiali e leciti, ma anche con efficacia sorprendente, quelli sotterranei… Una mattina tutto è stato ritrovato alla porta della chiesa: non mancava niente. La vita però di tutti i giorni va per conto suo ed i rapporti sociali non ne sono influenzati.
Una pastorale difficile
In un clima di sopraffazione da parte di alcuni prepotenti che impongono, anche con il delitto fino all'omicidio, la loro legge di ricatto, di commerci illegali, di tangenti e di omertà, tutto diventa difficile, quasi impossibile. È in questo ambiente che le persone nascono e crescono. È una legge che si impone e niente, neanche lo stato, può salvare chi vi si sottrae: non è solo la sicurezza personale che ne va di mezzo, ma anche quella della propria famiglia.
Tutto questo strozza economicamente e socialmente la cittadina, che di fatto vede continuamente diminuire i suoi abitanti. Ogni attività produttiva è evidentemente strozzata. Ecco allora che supplisce lo stato assistenziale con pensioni, assegni di cassa integrazione e disoccupazione, sussidi ad agricoltori più o meno tali, il tutto ottenuto in forme tutt'altro che trasparenti.
Questo condiziona in profondità ogni attività pastorale, ogni iniziativa ecclesiale. All'inizio mi faceva molta impressione la richiesta di tramandare l'amministrazione dei sacramenti dei figli, perché genitori o stretti parenti erano "attaccati", erano cioè in prigione. Ora mi ci sono abituato.
Molto meno riesco ad abituarmi a non vedere varcare le porte della chiesa i capofamiglia, perché questo è in contrasto con la loro “dignità di uomo”; a constatare quanto una cultura di violenza e si sopraffazione abbia presa nell'animo dei ragazzi e dei giovani; a esperimentare un'apparente inutilità di una religione che abbia una reale presa nella vita e nell'agire quotidiano.
Sono sicuro che se ora a me ed ai miei confratelli tocca seminare, spesso nel pianto, altri raccoglieranno nella gioia. Ho superato tante volte la tentazione di desistere, nella sicurezza che proprio questi sono i fratelli che il Signore mi ha dato da amare, stimare e, come posso, aiutare. Se la Congregazione è chiamata a servire i poveri, mi pare di essere al mio posto: i poveri sono ogni giorno con me. È una povertà un po' strana, ma non per questo meno reale.
Segni di speranza non mancano. La preoccupazione maggiore per la nostra comunità religiosa restano sempre i ragazzi e i giovani. Per loro sono state realizzati ambienti dignitosi e funzionali. La catechesi, il quotidiano vivere con loro e a loro servizio non possono non dare il loro frutto.Non mancano gli incoraggiamenti di persone buone, che anche con piccoli gesti, manifestano apprezzamento e simpatia.
E poi… la Madonna dei Poveri ci sta bene qui, è di casa.
* *
Per ragioni redazionali qualche parola mi è d'obbligo, e sono spontaneo e rapido, come mi è necessario essere se voglio adempiere alle incombenze che la conduzione della SSSP.odv comportano. E devo dire che pur a distanza di ormai decenni, avendo conosciuto l'uomo, a leggere questa analisi mi sorprende la sua lucidità. E non solo. Non tocca a me dare patenti di santità, ma io qui ne vedo una tutta umana e tutta nella vita che quest'uomo ha scelto di condurre. Non una santità alla quale siamo abituati, fatta cioè miracoli con asini che volano e cose che accadono alquanto strane e strabilianti, contro le leggi della fisica e perfino del buon senso. Ma una santità che è tutta nella vita vissuta e nel modo che si è scelto di viverla. Non posso che rendere omaggio "esterno" e "profano” all'uomo che ho conosciuto e che vestiva degnamente il suo abito di sacerdote, necessario per dare il segno visibile del Sacramento.
Detto questo, conoscendo la situazione storica in Seminara, ed in Italia, successiva alla morte di padre Marcello, direi che tutte le sue speranze dovevano restare speranze, auguri, doverose per un uomo di fede, ma la realtà è andata progressivamente degradando nel mondo grande della geopolitica e pure in quello ristretto nel quale noi viviamo, in Seminara. Ma ognuno che ci vive può dare una sua valutazione, alla quale mi rimetto. Quello che noi possiamo fare è discuterne, con libertà e rispetto, ed in memoria di padre Marcello che tanto ha amato Seminara possiamo tentare di trovare una cura, una soluzione.
In memoria di Padre Marcello, 3. «Oratorio: una speranza per Seminara».
§2. < > §4.
Rivista Canossiana
ORATORIO: UNA SPERANZA PER SEMINARA
In occasione dell'inaugurazione del nuovo Oratorio, esprimo la più viva partecipazione. So cherappresentaun traguardo molto sofferto, ma anche per questo particolarmente lieto. I Padri Canossiani, con le persone particolarmente sensibili, hanno voluto questa realizzazione, perché la ritengono uno strumento concreto ed efficace di educazione.
Esprimo l'auspicio che l'Oratorio sia un centro in cui ragazzi e giovani tutti si sentano a casa loro, possano esprimersi, trovare allegria, tanti amici e quell'aiuto indispensabile per maturare umanamente e cristianamente. Li aiuti soprattutto ad integrare insieme fede e vita.
Per raggiungere questo fine, le strutture che vengono inaugurate, frutto di tanti sacrifici, non sono però il fattore decisivo o più importante.
Molto più importante è l'occhio di un padre o di un fratello che accoglie, condivide, che è espressione della carità buona e paziente del Signore, anche quando richiama. I Padri in Oratorio vorrebbero essere proprio questo: l'immagine del Signore, buon pastore, che accoglie e chiama per nome i suoi figli più giovani.
Molto più importante è la presenza di coloro, uomini e donne, che partecipano all'educazione e alla formazione dei ragazzi e dei giovani con spirito di sacrificio, con dedizione totale. Solo con loro, l'Oratorio diventa il luogo dove la comunità ecclesiale si prende cura dei suoi figli più giovani. Vorrei dire ai cristiani adulti di Seminara: «Se l'Oratorio è la casa dei vostri figli, è anche la vostra casa. Non potete disinteressarvene.»
Indispensabile è, anche la collaborazione dei giovani e ragazzi stessi: essi sono chiamati a partecipare a proposte educative che partono dai loro interessi e dai loro bisogni. Ai giovani, ragazzi e ragazze di Seminara io direi: "non perdete questa opportunità voluta esclusivamente per il vostro bene».
Solo la presenza responsabile di tutti può rendere l'Oratorio quello che deve essere: un ambiente educativo.
Il Patriarca di Venezia, Card. Marco Cè, ricordando un canossiano, fra Giovanni Zoccolo, che nell'Oratorio di S. Giobbe aveva speso 65 anni della sua vita, affermava: «Quale grave problema è oggi per la Chiesa e per la società la questione giovanile! Certamente è un problema importantissimo e grandissimo, dal quale dipende il nostro futuro, perché evidentemente il futuro sono loro, i giovani ed i ragazzi».
I ragazzi e i giovani sono il futuro anche di Seminara.
P. Augusto Boscardin
Foto 1.
Foto 2.
***
A commento di questo testo che è del 1993, e partendo dalle ultime parole: quale è stato il futuro di quelli che erano giovani, o appena nati nel 1933?
Oggi Seminara è un luogo dove non si può dibattere ed esprimere liberamente delle opinioni. Naturalmente si fanno celebrazioni e manifestazioni sulla legalità, sui Borsellini, sui Falconi e simili, ma è assoluta retorica priva di qualsiasi serio contenuto.
La domanda che resta senza risposta la si può sintetizzare con una sola parola: Masnada! Come i nostri giovani, quelli di cui molto ci si preoccupava nel 1993, e che erano il principale oggetto della presenza e attività dei Canossiani in Seminara, come mai questi nostri giovani ci sono incappati dentro?
È possibile una riflessione pubblica?
Dobbiamo auspicare il ritorno dei Canossiani ed affidare loro l’educazione dei giovani seminaresi?
Cosa ha determinato la cessazione della loro attività in Seminara?
Dopo di loro, sotto il profilo dell'educazione dei giovani, le cose sono andate meglio?
A giudicare dai fatti direi che siamo andati molto ma molto indietro…
Altro che "cose belle"! Io vedo nubi fosche all'orizzonte.
26.6.25
In memoria di Padre Marcello, 2. L'Oratorio “S. Maddalena di Canossa" a Seminara (RC)
Da Foglietto. N° 1 - 1993
Rivista Canossiana
L'Oratorio “S. Maddalena di Canossa»” a Seminara (RC)
Seminara è in festa!
La festa è stata preparata da una settimana di animazione; i novizi canossiani e p. Antonio Papa insieme alle madri canossiane Tina e Antonietta, hanno incontrato i ragazzi delle elementari e medie per una "tre-giorni vocazionale”. Con testimonianze, incontri di preghiera e giochi hanno cercato di far conoscere loro la vita di Maddalena di Canossa e lo spirito che anima i Figli e le Figlie della Carità e le loro opere.
P. Antonio Papa, poi, come p. Gianluigi Andolfo e p. Augusto Boscardin, negli incontri con i genitori e con il popolo, hanno illustrato l'identità e le finalità dell'Oratorio canossiano: un luogo in cui ragazzi e giovani tutti si sentano a casa loro, possano esprimersi, trovare allegria, tanti amici e quell'aiuto indispensabile per maturare umanamente e cristianamente. P. Augusto ha ricordato che le strutture inaugurate, frutto di tanti sacrifici, non sono però il fattore decisivo e più importante: molto più importante è la presenza di coloro, uomini e donne, che partecipano all'educazione e alla formazione dei ragazzi e dei giovani con spirito di sacrificio e con dedizione totale. Solo con loro l'Oratorio diventa il luogo dove la comunità ecclesiale si prende cura dei suoi figli più giovani.
Mons. Crusco ha espresso la sua soddisfazione e la sua gioia nel veder raggiunto un traguardo ambizioso frutto di impegno e di sacrificio di moltissime persone alle quali rivolto il suo più vivo ringraziamento. Si è rivolto in modo particolare ai ragazzi e ai giovani; ha ricordato loro che sono davvero dei “privilegiati" perché hanno ormai un punto di riferimento e di irradiazione, un laboratorio di iniziative, un ambiente dove socializzare, dove crescere insieme, dove progettare il loro futuro ed il futuro di tutta la comunità. Con il cuore del Pastore, poi, ha sottolineato che in un momento di generale disorientamento e in un ambiente piuttosto disgregato quale quello di Seminara, l'Oratorio rappresenta certamente una sfida e un motivo di speranza.
Domenica 16 maggio [1993], dopo una solenne concelebrazione nel Santuario della “Madonna dei poveri“, il Vescovo ha benedetto. i nuovi ambienti per la pastorale e la casa canonicaM il nuovo fabbricato si sviluppa su tre piani: al seminterrato sono situati il garage, un'officina e due grandi saloni; al piano rialzato sono le cinque funzionali aule per la catechesi; al primo piano l'appartamento dei Padri.
La festa si è conclusa con un'agape fraterna, ma risuonavano ancora nel cuore le parole di P. Marcello Gianola, parroco di Seminara: “Ai Seminaresi, in particolare, vorrei dire: questa tenera pianticella è posta nelle vostre mani. Abbiatene cura, preservatela da deviazioni, sostenetela per un suo maggiore sviluppo, perché essa, che vuol diventare grande albero, è stata fatta spuntare unicamente per il bene dei vostri figlioli… Il compito dei vostri Padri Canossiani continua con un immutato entusiasmo e zelo, perché si possa costruire una comunità parrocchiale e oratoriana salda nella fede. Per questo ci siano donati a Dio. Per questo abbiamo realizzato queste opere. Perché servissero come strumento per portare tutti al Signore!”.
Mimmo
IL SALUTO DEL VESCOVO
Carissimi,
Mi auguro, allora, che non solo i giovani, ma anche le famiglie e la comunità tutta di Seminara guardino all'Oratorio con occhio particolare e ne diventino, per così dire, l'anima. Mentre ringrazio ancora tutti coloro che hanno lavorato per tale realizzazione e soprattutto i Padri Canossiani, di cuore benedico tutta la comunità di Seminara.
+ Domenico Crusco
***
Ci sembra dovuta qualche parola di commento ad una “realtà” che era del 1993 e di cui oggi non resta proprio nulla e che sembra remota di secoli. Tutto disatteso e rivoltosi nel suo contrario. Cosa successe? A cosa dovuto? Non lo sappiamo, almeno noi, forse altri sanno, ma preferiscono nn dire, quanto meno pubblicamente e far sapere a chi non sa ed avrebbe diritto di sapere, non per morbosa curiosità ma per una conoscenza necessaria per poter operare, dire, assumersi delle responsabilità. Io posso essere solo un testimone frammentario, a cui sono noti alcuni momenti ma non in quadro d'insieme. Proverò a testimoniare i miei frammento, cercando poi di collocarli in un quadro d'insieme.
Nel testo sopra. si parla di un'area attrezzata a ridosso di quel Chiesetta dei convento dei Cappuccini che padre Marcello aveva l'ambizione di ricostruire. Non solo la Chiesetta ma anche l'area adiacente sarebbe stata di proprietà della Parrocchia, per la quale annualmente padre Marcello riceveva le tasse da pagare, non avendo il possesso della proprietà. Io nel 1993 facevo ancora il pendolare fra l'Università di Teramo e Roma. A Seminara mi trovano nei mesi estivi di ferie durante le quali mi occupavo dell'Archivio Storico Parrocchiale. Più di una volta ero andato a trovare padre Marcello su all'Oratorio, dove era sempre impegnato con i bambini. Avevo scoperto un angolo dove sedendosi si stava magnificamente, godendo di un venticello che veniva dalla Piana. Ne discutemmo anche con uno studioso che avevo accompagnato a visitare il luogo e lo aveva ritenuto adatto ad un parco cittadino, assai simile ad un altro di sua conoscenza, credo in Catanzaro. Insomma, i presupposti ci sarebbe stati, proseguendo in una logica di sviluppo, anziché di abbandono.
Ricordo un momento di sconforto da parte di padre Marcello, ed io laico al midollo mi sono trovato ad essere suo consigliere. Il fatto merita di essere qui ricordato e testimoniato perché forse aiuta a capire quanto è successo dopo. Il Comune di allora deve essersi messo, per così dire, a fare concorrenza alla Parrocchia aprendo suoi giochi comunali. Padre Marcello trovava ciò non tanto concorrenziale quanto in contrasto con le iniziative analoghe intraprese dai Canossiani. Da giurista avevo spiegato che non poteva inibire al Comune di istituire un suo analogo campo di calcio o calcetto. Poteva però lanciare un avvertimento: guardati, Onorevoli Amministratori Comunali, che io non offro semplicemente un gioco, divertimento, spasso… Io perseguo insieme con il gioco soprattutto l'educazione dei giovani, non solo sotto il profilo religioso catechistico, quanto soprattutto sotto il profilo etico, morale, civile… Mi pare pare che sia stato persuaso da questa argomentazione. Ricordo che gli amministratori di allora inveivano piuttosto sgarbatamente con padre Marcello.
Tutto andò nel tempo a venire in malora. Chiacchiere non so quanto fondate sono giunte al mio orecchio. L'educazione morale dei giovani "sportivi" non pare sia stato molto implementata a giudicare dai fatti di cronaca recente di ha fortemente compromesso l'immagine del paese. L'edificio sarebbe in vendita… Dal bosco dei 15.000 mq lasciato nell'incuria si è sviluppato un incendio i cui esiti giudiziari non mi sono noti nei loro dettagli. Una cosa che riguardava il mio lavoro archivistico penso di potermela spiegare. Negli edifici dell'Oratorio avrebbe dovuto svolgersi la catechesi. Ed essendoci spazio in Basilica Padre Marcello avevo Lui disposto un luogo protetto e non accessibile ad "estranei" costituendo un'apposita stanza tutta adibita ad Archivio. Tornandomi a poter occupare nuovamente dell'Archivio, l'ho ritrovato smembrato, con i volumi restaurati messi in bella mostra sotto vetrina, come un “tesoro”, e le carte sciolte in uno sgabuzzino, adiacente ai bagni, e con pericolo rottura flessibili e distruzione delle carte… La mia ira funesta a nulla è valsa: ogni nuovo Parroco si sente più che un Papa: comando io e nessun altro… Ed io mi sono ritrovato un “estraneo” all'Archivio, dopo aver donato almeno dieci anni di lavoro, ed averlo salvato e valorizzato. Non lo rimpiango e la mia non è acrimonia, anche se lo può sembrare: le cose bisogna però dirle, perché altrimenti non si sanno e vengono rivolte al loro contrario. Anziché ottenere un riconoscimento del merito, ci si ritrova con la diffamazione. Questa è Seminara, dopo Padre Marcello e la stagione dei Canossiani, fra i quali in particolare ricordo padre Carmelo. Ma di ognuno di essi bisognerebbe ricordare il nome ed il periodo della loro presenza in Seminara, tenuto conto delle peculiarità di ogni ordine religioso.
Insomma è cambiato tutto da allora, e se me lo si lascia dire, non in meglio: non “cose belle” sono venute, ma brutte ed assai brutte, che padre Marcello aveva individuate. Era il suo carattere forte e volitivo. che ad alcuni pareva burbero, ma era uomo dedito alla carità privandosi del suo, e trovandosi poi costretto a chiedere ad altri aiuti finanziari che aveva concesso ad altri. Quello che posso testimoniare, avendolo a me confidato, che tanto si era affezionato a Seminara, che in Seminara avrebbe voluto morirci. Ed io scrissi al riguardo una Lettera al Vescovo, che deve essere negli archivi e non ebbe risposta. Pare sia costume di ogni Vescovo non rispondere alle richieste che non intendono accogliere: come mai pervenuto. Non mi sembra un atteggiamento molto cristiano… Ma io sono un laico, semplicemente battezzato e cresimato, non praticante ed uomo di sagrestia.
A.C.
25.6.25
In Memoria di Padre Marcello, 1.
1.
Da Foglietto. N° 2/3 - 2013
Rivista Canossiana
il 4 maggio scorso lasciava questa vita p. Marcello Gianola. Dopo un breve ricovero a Roma, che ha solo intuito il male che minava la sua forte fibra, il ricovero a Negrar (Verona) ha fatto scoprire la presenza del solito male oscuro, che nonostante l'intervento lo ha portato alla morte. Una liturgia di suffragio è stata celebrata a Verona S. Maria Addolorata, dove pure p. Marcello è stato parroco dal '77 all'83, cui è seguito il funerale nella chiesa dei SS. Giobbe e Bernardino nella nostra casa madre di Venezia. Nel Camposanto di S. Michele in Venezia, nel campo dei Sacerdoti e Religiosi, riposta ora questo infaticabile sacerdote canossiano. Sono molti gli incarichi importanti e le case in cui p. Marcello ha operato con dedizione e vero spirito canossiano, innamorato soprattutto dell'opera dell'oratorio. Finito il tempo delle responsabilità in prima persona, aveva ultimamente dedicato la sua vita al ministero della riconciliazione e della formazione soprattutto biblica, nelle due case di Roma. Rimpianto da piccoli e grandi, che trovavano in lui l'accoglienza simpatica, una parola di conforto e di guida nella confessione. La preghiera, cui dedicava lunghe ore fin dal primo mattino, ha impreziosito il gran bene e le molte opere realizzate nel tempo della sua piena attività pastorale. Lo ricordiamo con la testimonianza, giunta da un'altra comunità a lui carissima, Favignana.
La comunità parrocchiale di Favignana, appresa la notizia, da p. Antonio, della salita al cielo di p. Marcello, si è stretta in preghiera in suo suffragio. A questa preghiera si è aggiunta la preghiera di lode e di ringraziamento a Dio Padre per il Dono che a noi favignanesi è stato concesso in questi 40 anni di storia per la presenza della Congregazione delle Madri e dei Padri Canossiani, e tra questi anche per il passaggio in mezzo a noi di P. Marcello.
La nostra comunità deve molto a questa Famiglia Religiosa che ha scelto le nostre isole di Levanzo e Favignana per vivere ed operare secondo il carisma di S. Maddalena. Veri testimoni di fede, vivono tra noi e spendono le loro giornate testimoniando il carisma canossiano. Abbiamo voluto dare un ultimo saluto affettuoso a P. Marcello, per gli anni del suo ministero tra noi, perché si è speso in ogni modo per la nostra comunità cristiana e civile.
P. Marcello sarà sempre ricordato da tutti noi per la realizzazione della casa S. Maddalena, residenza delle Madri canossiane, per la grande croce che svetta sulla montagna di Favignana, per i misteri del Rosario che dalla chiesa di S. Anna porta al cimitero, per la ristrutturazione della chiesa della Madonna della Piana, e per tante altre opere visibili, ma particolarmente per la realizzazione dell'oratorio che più gli stava a cuore.
Grazie P. Marcello!
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
a nome di tutta la comunità cristiana.
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In questo Necrologio non si fa menzione dell'opera decennale di padre Marcello in Seminara, una presenza fattiva ed importante. Mi sento in obbligo di scrivere qualcosa in testimonianza, ben sapendo di non essere il più idoneo a farlo. Non ho mai fatto parte di nessun Consiglio Parrocchiale o di una comunità ecclesiale. La mia conoscenza con padre Marcello ha avuto una durata decennale. Vi sono alcuni episodi che potrei raccontare in dettaglio. Bontà sua, individuò in me la persona che meglio poteva curare e salvare ciò che era rimasto dell'Archivio Storico Parrocchiale. Durante i miei periodi estivi in Seminara, rinunciando ai bagni al mare, passavo tutto il tempo in archivio. Terminata la giornata lavorativa, mi fermavo in Basilica dove trovavo padre Marcello in preghiera, oppure intento a giocare con i bambini. Al termine delle sue preghiere, o lasciando un poco i bambini, trascorrevamo qualche tempo insieme, dove parlavamo non solo del mio lavoro in archivio, ma di tutto ed io non poche volte mi sono trovato ad essere suo consigliere su determinate questioni, di cui forse dirò. Una cosa sola adesso voglio ricordare che si aggiunge a quanto sopra descritto: oltre all'Archivio, le cui carte giudicava più preziose dell'oro della Madonna, aveva una grande ambizione: riedificare la chiesetta cinquecentesca dei Cappuccini, distrutta dall'incuria degli uomini e da un incendio doloso. Padre Marcello era Socio del Sodalizio Società Seminarese di Storia Patria, che dal 2022 ha assunto la veste di Ente del Terzo Settore.
A Padre Marcello la SSSP.odv conferisce in Memoria un Diploma di Amico
Prof. Antonio Caracciolo
Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv
APPENDICE: Notizie Anagrafice su Padre Marcello.
Lettera aperta a SE il Vescovo Giuseppe Alberti, Diocesi di Palmi-Oppido
Alla Attenzione di SE il Vescovo Giuseppe Alberti (inoltro alla sua Segreteria) Eccellenza, non le nascondo una certa amarezza nell'appr...
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