Da Foglietto. N° 1 - 1993
Rivista Canossiana
L'Oratorio “S. Maddalena di Canossa»” a Seminara (RC)
Seminara è in festa!
La festa è stata preparata da una settimana di animazione; i novizi canossiani e p. Antonio Papa insieme alle madri canossiane Tina e Antonietta, hanno incontrato i ragazzi delle elementari e medie per una "tre-giorni vocazionale”. Con testimonianze, incontri di preghiera e giochi hanno cercato di far conoscere loro la vita di Maddalena di Canossa e lo spirito che anima i Figli e le Figlie della Carità e le loro opere.
P. Antonio Papa, poi, come p. Gianluigi Andolfo e p. Augusto Boscardin, negli incontri con i genitori e con il popolo, hanno illustrato l'identità e le finalità dell'Oratorio canossiano: un luogo in cui ragazzi e giovani tutti si sentano a casa loro, possano esprimersi, trovare allegria, tanti amici e quell'aiuto indispensabile per maturare umanamente e cristianamente. P. Augusto ha ricordato che le strutture inaugurate, frutto di tanti sacrifici, non sono però il fattore decisivo e più importante: molto più importante è la presenza di coloro, uomini e donne, che partecipano all'educazione e alla formazione dei ragazzi e dei giovani con spirito di sacrificio e con dedizione totale. Solo con loro l'Oratorio diventa il luogo dove la comunità ecclesiale si prende cura dei suoi figli più giovani.
Mons. Crusco ha espresso la sua soddisfazione e la sua gioia nel veder raggiunto un traguardo ambizioso frutto di impegno e di sacrificio di moltissime persone alle quali rivolto il suo più vivo ringraziamento. Si è rivolto in modo particolare ai ragazzi e ai giovani; ha ricordato loro che sono davvero dei “privilegiati" perché hanno ormai un punto di riferimento e di irradiazione, un laboratorio di iniziative, un ambiente dove socializzare, dove crescere insieme, dove progettare il loro futuro ed il futuro di tutta la comunità. Con il cuore del Pastore, poi, ha sottolineato che in un momento di generale disorientamento e in un ambiente piuttosto disgregato quale quello di Seminara, l'Oratorio rappresenta certamente una sfida e un motivo di speranza.
Domenica 16 maggio [1993], dopo una solenne concelebrazione nel Santuario della “Madonna dei poveri“, il Vescovo ha benedetto. i nuovi ambienti per la pastorale e la casa canonicaM il nuovo fabbricato si sviluppa su tre piani: al seminterrato sono situati il garage, un'officina e due grandi saloni; al piano rialzato sono le cinque funzionali aule per la catechesi; al primo piano l'appartamento dei Padri.
La festa si è conclusa con un'agape fraterna, ma risuonavano ancora nel cuore le parole di P. Marcello Gianola, parroco di Seminara: “Ai Seminaresi, in particolare, vorrei dire: questa tenera pianticella è posta nelle vostre mani. Abbiatene cura, preservatela da deviazioni, sostenetela per un suo maggiore sviluppo, perché essa, che vuol diventare grande albero, è stata fatta spuntare unicamente per il bene dei vostri figlioli… Il compito dei vostri Padri Canossiani continua con un immutato entusiasmo e zelo, perché si possa costruire una comunità parrocchiale e oratoriana salda nella fede. Per questo ci siano donati a Dio. Per questo abbiamo realizzato queste opere. Perché servissero come strumento per portare tutti al Signore!”.
Mimmo
IL SALUTO DEL VESCOVO
Carissimi,
Mi auguro, allora, che non solo i giovani, ma anche le famiglie e la comunità tutta di Seminara guardino all'Oratorio con occhio particolare e ne diventino, per così dire, l'anima. Mentre ringrazio ancora tutti coloro che hanno lavorato per tale realizzazione e soprattutto i Padri Canossiani, di cuore benedico tutta la comunità di Seminara.
+ Domenico Crusco
***
Ci sembra dovuta qualche parola di commento ad una “realtà” che era del 1993 e di cui oggi non resta proprio nulla e che sembra remota di secoli. Tutto disatteso e rivoltosi nel suo contrario. Cosa successe? A cosa dovuto? Non lo sappiamo, almeno noi, forse altri sanno, ma preferiscono nn dire, quanto meno pubblicamente e far sapere a chi non sa ed avrebbe diritto di sapere, non per morbosa curiosità ma per una conoscenza necessaria per poter operare, dire, assumersi delle responsabilità. Io posso essere solo un testimone frammentario, a cui sono noti alcuni momenti ma non in quadro d'insieme. Proverò a testimoniare i miei frammento, cercando poi di collocarli in un quadro d'insieme.
Nel testo sopra. si parla di un'area attrezzata a ridosso di quel Chiesetta dei convento dei Cappuccini che padre Marcello aveva l'ambizione di ricostruire. Non solo la Chiesetta ma anche l'area adiacente sarebbe stata di proprietà della Parrocchia, per la quale annualmente padre Marcello riceveva le tasse da pagare, non avendo il possesso della proprietà. Io nel 1993 facevo ancora il pendolare fra l'Università di Teramo e Roma. A Seminara mi trovano nei mesi estivi di ferie durante le quali mi occupavo dell'Archivio Storico Parrocchiale. Più di una volta ero andato a trovare padre Marcello su all'Oratorio, dove era sempre impegnato con i bambini. Avevo scoperto un angolo dove sedendosi si stava magnificamente, godendo di un venticello che veniva dalla Piana. Ne discutemmo anche con uno studioso che avevo accompagnato a visitare il luogo e lo aveva ritenuto adatto ad un parco cittadino, assai simile ad un altro di sua conoscenza, credo in Catanzaro. Insomma, i presupposti ci sarebbe stati, proseguendo in una logica di sviluppo, anziché di abbandono.
Ricordo un momento di sconforto da parte di padre Marcello, ed io laico al midollo mi sono trovato ad essere suo consigliere. Il fatto merita di essere qui ricordato e testimoniato perché forse aiuta a capire quanto è successo dopo. Il Comune di allora deve essersi messo, per così dire, a fare concorrenza alla Parrocchia aprendo suoi giochi comunali. Padre Marcello trovava ciò non tanto concorrenziale quanto in contrasto con le iniziative analoghe intraprese dai Canossiani. Da giurista avevo spiegato che non poteva inibire al Comune di istituire un suo analogo campo di calcio o calcetto. Poteva però lanciare un avvertimento: guardati, Onorevoli Amministratori Comunali, che io non offro semplicemente un gioco, divertimento, spasso… Io perseguo insieme con il gioco soprattutto l'educazione dei giovani, non solo sotto il profilo religioso catechistico, quanto soprattutto sotto il profilo etico, morale, civile… Mi pare pare che sia stato persuaso da questa argomentazione. Ricordo che gli amministratori di allora inveivano piuttosto sgarbatamente con padre Marcello.
Tutto andò nel tempo a venire in malora. Chiacchiere non so quanto fondate sono giunte al mio orecchio. L'educazione morale dei giovani "sportivi" non pare sia stato molto implementata a giudicare dai fatti di cronaca recente di ha fortemente compromesso l'immagine del paese. L'edificio sarebbe in vendita… Dal bosco dei 15.000 mq lasciato nell'incuria si è sviluppato un incendio i cui esiti giudiziari non mi sono noti nei loro dettagli. Una cosa che riguardava il mio lavoro archivistico penso di potermela spiegare. Negli edifici dell'Oratorio avrebbe dovuto svolgersi la catechesi. Ed essendoci spazio in Basilica Padre Marcello avevo Lui disposto un luogo protetto e non accessibile ad "estranei" costituendo un'apposita stanza tutta adibita ad Archivio. Tornandomi a poter occupare nuovamente dell'Archivio, l'ho ritrovato smembrato, con i volumi restaurati messi in bella mostra sotto vetrina, come un “tesoro”, e le carte sciolte in uno sgabuzzino, adiacente ai bagni, e con pericolo rottura flessibili e distruzione delle carte… La mia ira funesta a nulla è valsa: ogni nuovo Parroco si sente più che un Papa: comando io e nessun altro… Ed io mi sono ritrovato un “estraneo” all'Archivio, dopo aver donato almeno dieci anni di lavoro, ed averlo salvato e valorizzato. Non lo rinpiango e la mia non è acrimonia, anche se lo può sembrare: le cose bisogna però dirle, perché altrimenti non si sanno e vengono rivolto al loro contrario. Anziche ottenere un riconosciemento del merito, ci si ritrova con la diffamazione. Questa è Seminara, dopo Padre Marcello e la stagione dei Canossiani, fra i quali in particolare ricordo padre Carmelo, che spero viva ancora per ottenerne una testimonianza sugli elementi di conoscenza che mi mancano
Insomma è cambiato tutto da allora, e se me lo si lascia dire, non in meglio: non “cose belle” sono venute, ma brutte ed assai brutte, che padre Marcello aveva individuate: non aveva paura della Ndrangheta locale: se mi uccidete, dopo di me verrà un altro. Era così il suo carattere. che ad alcuni pareva burbero, ma era uomo dedito alla carità privandosi del suo, e trovandosi poi costretto a chiedere ad altri aiuti finanziari che aveva concesso ad altri. Quello che posso testimoniare, avendolo a me confidato, che tanto si era affezionato a Seminara, che in Seminara avrebbe voluto morirci. Ed io scrissi al riguardo una Lettera al Vescovo, che deve essere negli archivi e non ebbe risposta. Pare sia costume di ogni Vescovo non rispondere alle richieste che non intendono accogliere: come mai pervenuto. Non mi sembra un atteggiamento molto cristiano… Ma io sono un laico, semplicemente battezzato e cresimato, non praticante ed uomo di sagrestia.
Ma la nostra ricostruzione storica e cronachistica continua e metteremo insieme i pezzi che troveremo per ricostruire un quadro di insieme.
A.C.
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