29.6.25

In memoria di Padre Marcello, 3. «Oratorio: una speranza per Seminara».

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Da Foglietto. N° 1 - 1993
Rivista Canossiana

 ORATORIO: UNA SPERANZA PER SEMINARA

In occasione dell'inaugurazione del nuovo Oratorio, esprimo la più viva partecipazione. So cherappresentaun traguardo molto sofferto, ma anche per questo particolarmente lieto. I Padri Canossiani, con le persone particolarmente sensibili, hanno voluto questa realizzazione, perché la ritengono uno strumento concreto ed efficace di educazione.

Esprimo l'auspicio che l'Oratorio sia un centro in cui ragazzi e giovani tutti si sentano a casa loro, possano esprimersi, trovare allegria, tanti amici e quell'aiuto indispensabile per maturare umanamente e cristianamente. Li aiuti soprattutto ad integrare insieme fede e vita.

Per raggiungere questo fine, le strutture che vengono inaugurate, frutto di tanti sacrifici, non sono però il fattore decisivo o più importante.

Molto più importante è l'occhio di un padre o di un fratello che accoglie, condivide, che è espressione della carità buona e paziente del Signore, anche quando richiama. I Padri in Oratorio vorrebbero essere proprio questo: l'immagine del Signore, buon pastore, che accoglie e chiama per nome i suoi figli più giovani.

Molto più importante è la presenza di coloro, uomini e donne, che partecipano all'educazione e alla formazione dei ragazzi e dei giovani con spirito di sacrificio, con dedizione totale. Solo con loro, l'Oratorio diventa il luogo dove la comunità ecclesiale si prende cura dei suoi figli più giovani. Vorrei dire ai cristiani adulti di Seminara: «Se l'Oratorio è la casa dei vostri figli, è anche la vostra casa. Non potete disinteressarvene.»

Indispensabile è, anche la collaborazione dei giovani e ragazzi stessi: essi sono chiamati a partecipare a proposte educative che partono dai loro interessi e dai loro bisogni. Ai giovani, ragazzi e ragazze di Seminara io direi: "non perdete questa opportunità voluta esclusivamente per il vostro bene».

Solo la presenza responsabile di tutti può rendere l'Oratorio quello che deve essere: un ambiente educativo.

Il Patriarca di Venezia, Card. Marco Cè, ricordando un canossiano, fra Giovanni Zoccolo, che nell'Oratorio di S. Giobbe aveva speso 65 anni della sua vita, affermava: «Quale grave problema è oggi per la Chiesa e per la società la questione giovanile! Certamente è un problema importantissimo e grandissimo, dal quale dipende il nostro futuro, perché evidentemente il futuro sono loro, i giovani ed i ragazzi».

I ragazzi e i giovani sono il futuro anche di Seminara.

P. Augusto Boscardin

Foto 1.

Foto 2. 






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A commento di questo testo che è del 1993, e partendo dalle ultime parole: quale è stato il futuro di quelli che erano giovani, o appena nati nel 1933?

Oggi Seminara è un luogo dove non si può dibattere ed esprimere liberamente delle opinioni. Naturalmente si fanno celebrazioni e manifestazioni sulla legalità, sui Borsellini, sui Falconi e simili, ma è assoluta retorica priva di qualsiasi serio contenuto.
La domanda che resta senza risposta la si può sintetizzare con una sola parola: Masnada! Come i nostri giovani, quelli di cui molto ci si preoccupava nel 1993, e che erano il principale oggetto della presenza e attività dei Canossiani in Seminara, come mai questi nostri giovani ci sono incappati dentro?
È possibile una riflessione pubblica?
Dobbiamo auspicare il ritorno dei Canossiani ed affidare loro l’educazione dei giovani seminaresi?
Cosa ha determinato la cessazione della loro attività in Seminara?
Dopo di loro, sotto il profilo dell'educazione dei giovani, le cose sono andate meglio?
A giudicare dai fatti direi che siamo andati molto ma molto indietro… 

Altro che "cose belle"! Io vedo nubi fosche all'orizzonte.

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In memoria di Padre Marcello, 4. «A Seminara (RC), una esperienza pastorale difficile: QUANDO LA MAFIA OPPRIME LA CITTA'»

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