Tutti i miei Blog: - ARCHIVUM - GENEALOGIA - LETTERATURA - RELIGIONE - OSSERVATORIO - SOCIAL - PAGINA - RIFLESSIONI - CALABRIA ULTRA - SAGGIO - COMUNICATI STAMPA: 3.4.25 - 4.7.25 -

11.7.25

Niente è più rimasto del vecchio rudere di San Filareto fuori le Mura.

SPIACE DIRLO,

ma la verità non può essere taciuta o nascosta.

Al massimo si può evitare di fare nomi delle persone, per comprensibli motivi, o cercare di evitare polemiche ed acrimonia, che non riportano indietro le cose e ciò che è stato perduto, resta perso: san Filareto, la chiesetta dei Cappuccini, solo per stare a ciò che la nostra personle memoria ancora conserva. Può dirsi fondatamente che l'incuria, l’inciviltà degli euomni sopravvissuti ai due devastanti erremoti del 1783 e del 1908 abbia prodotto più danni degli stessi terremoti.

Ho appreso da poco notizie che hanno fatto tramontarre mie residue illusioni sui ruderi del vecchio convento di San Filareto, dove un nuovo convento con annessa chiesa doveva e poteva essere riedificato, se non fossero prevalsi interessi del tuo estranei all'afflato religioso, storico, monumentale, identitario, spirituale: l'antico convento diruto, malgrado tutto, emana ancora la sua spiritualità, che non riusciamo a vedere nel nuovo. Almeno noi la percepiamo... O la percepimmo alla nostra ultima visita: adesso non so cosa troveremo: i Santi se ne sono andati via dal luogo? Lo hanno abbandonato?

Da quando n compagnia di Domenico Maria Managò, che chiamo qui a testimone, ricordo di aver visita per la prima ed unica volta quel che era rimasto del Convento adesso nulla si è conservato. Anche rispetto allo scorso anno vi è stato un'accellerazone del degrado: è irrecuperabile e nulla è rimasto.

Nei decenni passati sono venuti con dei camion ed hnno esportato tutto quello che hanno voluto o è parso di loro interesse. Cosa ne abbiano fatto, non so ben dire e non desidero neppure saperlo.

il rcordo che io avevo era di un possibile... San Galgano seminarese, che avevo visitano una volta, nei pressi di Siena. Quel sogno è infranto è resta solo un luogo "sacro" per i credenti di fede ortodossi, per i quali - mi dicono - dove ci sono resti mortali di santi, quel luogo è sacro.

San Filareto è stato scelto come patrono della nostra Società di Storia Patria, la cui riunione statutaria annuale viene spostata quest'anno in luglio, per fatti contingenti, ecceziolmente. Come per gli anni passati, vi sarà una processione dal luogo del convento nuovo a quello del convento vecchio, dove avremo un triste momento di raccoglimento in preghiera.

4.7.25

Lettera aperta a SE il Vescovo Giuseppe Alberti, Diocesi di Palmi-Oppido

Alla Attenzione di SE il Vescovo
Giuseppe Alberti
(inoltro alla sua Segreteria)

Eccellenza,

non le nascondo una certa amarezza nell'apprendere da un articolo di giornale
la notizia di un secondo  restauro dei registri parrocchiali
senza che nessuno mi avesse contattato o informato, anche per dare io le necessarie
informazioni per il lavoro che io, insieme alla dott.ssa Della Valle, funzionaria all'epoca della sovrintendenza archivistica avevamo svolto.
Tutto ciò mi sembra poco cristiano, ma viviamo in tempi di grande confusione anche religiosa, e ci si deve abituare. Miei precedenti inoltri sempre in materia archivistica non hanno avuto riscontri da parte di SE, lasciandomi perplesso e non sapendo cosa pensare.
Per l'interesse pubblico della presente ne rendo noto il testo sui siti della SSSP.odv

Il tempo passa, le cose non si sanno e si dimenticano, ma come le cose andarono mi è obbligo raccontarle pubblicamente a Soci, Volontari, Amici della Società Seminarese di Storia Patria
in un
COMUNICATO STAMPA, sul sito ufficiale della SSSP, di cui le riporto il link:
https://taurianum.blogspot.com/2025/07/comunicato-stampa.html

con links collegati dove offro maggiori dettagli, e vado facendo una ricostruzione della
Storia degli archivi seminaresi a me nota, specialmente per gli ultimi 40 anni.

Amarezza a parte per l'estromissione, fatto soggettivo e trascurabile,
resta il fatto OGGETTIVO che parte di ciò che andrà restaurato è stata DA ME (!!!) recuperata all'Archivio Parrocchiale, e solo io posso conoscere la storia e le circostanze del recupero. E se altro ancora poteva essere recuperato dalla stessa stessa persona che di me si era fidata ed in me aveva avuto FIDUCIA, ora ciò non è più ipotizzabile.

Archivisticamente, mi sembra poi utile tenere distinta la parte "restituita" dalla parte che già si trovava in Archivio al tempo in cui potevo occuparmene. Se le carte vengono "mischiate" non potrò dire al Donatore, chiamiamolo così, quali erano le sue carte, il loro significato, il loro valore: mi sembra un grande atto di ingratitudine verso chi aveva compiuto un nobilissimo gesto riportando in Archivio, in Parrocchia, ciò che era dell'Archivio, della Parrocchia, della Comunità.
La Lezione che se ne dovrà trarre per il futuro è alquanto sconfortante, deleteria, negativa.

Avevo promesso al Restitutore che avrei accuratamente studiato il materiale che mi era stato da LUI consegnato allo scopo di riportarlo in Archivio per poi ragguagliarlo del significato e importanza di quelle carte.
Ciò non mi è stato possibile perché non ho poi più avuto accesso all'Archivio
Aggiungo una nota importante che ho inviato alla Sovrintendenza archivistica:
____________________
POST SCRIPTUM IMPORTANTE

All'epoca del primo restauro dell'Archivio Parrocchiale,
dopo che erano state compilate le relative schede tecniche di restauro,
a cura della dott.ssa Della Valle,
PER SICUREZZA
io avevo fotografato (a mie spese) tutto ciò che dall'Archivio stava per uscire,
in previsione di possibili incidenti stradali.
Non sembri una precauzione eccessiva.
In precedenti restauri di registri parrocchiali, a cura del compianto don Rullo,
erano stati presi dall'Archivio parrocchiale di Seminara registri,
che a fatica dietro insistenza dell'allora parroco Padre Marcello ritornarono in Archivio.
Ma quel che è buffo è che telefonando io alla Ditta restauratrice (Scripta manent),
giacevano presso di loro ancora registri che pagati e restaurati non erano stati... ritirati.
Erano registri la cui esistenza a me non risultava, mentre altri di cui l'esistenza risultava
non sono stati tuttora rinvenuti...
Cito ora a memoria, ma il tutto è stato scritto in un Diario di lavoro dove registravo ogni movimento ed ogni notizia utile.
_______________________________________________-

Sulla scorta di questo precedente pare opportuno, anzi direi cautelativamente necessario,  anche per i pericoli generali che incombono sull'archivio,  consentire alla Società Seminarese di Storia Patria, oggi non più Sodalizio Privato ma Ente di Terzo Settore, la digitalizzazione di tutto l'archivio oggi esistente, da conservare in copia di sicurezza presso la propria Sede.

Prevedendo per gli Enti Pubblici la normativa del Terzo Settore la stipula di una Convenzione ex art. 56 cod. terzo settore, l'analogo potrebbe essere attivato con la Diocesi:
non più in forma di lavoro anonimo e non riconosciuto, seppur gratuito, ma in una forma che sia di tutela della Comunità seminarese che è il vero ed unico soggetto della sua Memoria storica, che le istituzioni pro tempore sono tenute a custodire, tutelare, tramandare.
Per effetto del riconoscimento di Notevole interesse storico da parte dello Stato italiano, e per i fondi conferiti, nasce il diritto e il dovere di una vigilanza attraverso gli organi statali deputati a livello territoriale, ma ora anche, a nostro avviso, da parte di Enti del Terzo Settore, il cui Statuto approvato con decreto regionale contiene specifiche finalità.

Resto a sua disposizione per concordare modalità collaborative ai fini della tutela della Memoria storica della Comunità Seminarese conservate nell'Archivio Storico della Insigne Collegiata di Seminara, oggi non più esistente giuridicamente ma le cui carte superstiti sono giunte fino a noi. La Collegiata di Prima e Seconda Fondazione, nel XVII secolo, fu possibile anche allora grazie a donazioni di privati che avevano a cuore un interesse pubblico, come concepibile in quel periodo.

Cristianamente ed Umilmente Suo
Prof. Antonio Caracciolo,
• Docente in pensione dell'Università di Roma La Sapienza
• Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv (Ente del Terzo Settore)
 

3.7.25

COMUNICATO STAMPA

(testo ancora in elaborazione e qui dato in tempo reale ed in progress: il web lo consente!)

COMUNICATO STAMPA


In data odierna su un Quotidiano del 3 luglio 2025 apprendiamo di uno stanziamento a cura della Sovrintendenza archivista per il completamento di una seconda tranche di restauri del patrimonio archivistico parrocchiale seguito al riconoscimento di Notevole interesse storico, la cui pratica nel 2000 era sta avviata e promossa dalla Società Seminarese di Storia Patria, allora esistente in forma di Sodalizio, annoverando tra i suoi soci fondatori negli anni Novanta l'allora parroco Padre Marcello Gianola, che aveva affidato alla Società di Storia Patria Seminarese un lavoro decennale, non retribuito, di sostanziale salvataggio di un archivio allora prossimo alla distruzione, anche per infestazione di insetti e parassiti della carta oltre che per avanzato deterioramento degli inchiostri.

Il completamento o prosecuzione del restauro riscuote il nostro massimo gradimento ed esprimiamo il nostro apprezzamento per i dirigenti e responsabili ministeriali che hanno ripreso una pratica avviata oltre venti anni fa.

Sono seguite vicende, di cui qui non si dà nota, che hanno impedito una prosecuzione dei restauri, allora progettati, ed ora ripresi, ma di cui nulla è stato riferito o comunicato alla Società di Storia Patria, Ente del Terzo Settore, che aveva già segnalato i nuovi pericoli che incombevano sull'archivio e la cui messa in sicurezza non abbiamo potuto verificare.

Tuttavia, ci è obbligo rendere noto che nell'ultimo periodo della nostra occupazione presso l'Archivio ci eravamo fatti intermediari con un privato che fiduciariamente e in modo anonimo (con obbligo sempre da noi rispettato di anonimia) ci aveva consegnato un primo ingente gruppo di documenti archivistici appartenenti, originariamente all'Archivio parrocchiale e trasportati altrove. Nostro impegno in cambio della restituzione era quello di una analisi e studio dell'ingente materiale (circa mezzo metro di spessore) per comunicare al Restitutore la natura ed importanza della documentazione da lui restituita e dall'Archivio recuperata.

Con una relazione a parte, sul sito della Società, in forma discorsiva e narrativa, viene data una "Storia degli archivi seminaresi" dagli anni Novanta in poi del secolo scorso. In questo Comunicato stampa si rende noto a tutti i soggetti interessati che se oggi si parla di un Archivio ancora da restaurare quelle carte in buona parte sono stat salvate da chi scrive per la parte esistente ed aumentate nella loro consistenza perché prese dalle mani del Restitutore e riposte in un apposito scomparto di un antico armadio dell'Archivio, da dove non avrebbero dovuto essere spostate, per poterne fare separato studio ed analisi. Il "mescolamento" delle carte da altri eventualmente operato impedisce quello studio al quale ci eravamo impegnati. Aggiungasi altri recuperi di cui è detto nel Diario di lavoro.

Il Restitutore è ancora vivente ed aspetta da noi il rispetto di quel patto di restituzione, da noi, non da altri. Nostra speranza era che altri recuperi potessero seguire, ma le vicende successive non ci lasciano sperare che le carte superstiti, se ancora esistenti, possano ritornare alla loro Sede né possiamo continuare quelle ricerche che ci avevano consentito con successo di riportare in sede non pochi registri parrocchiali.

Prof. Antonio Caracciolo
Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv

Per conoscenza:
Alla Sovrintendente Archivistica per la Calabria.
A S. E. il Vescovo della Diocesi di Palmi Oppido


 


PER UNA PAGINA DI STORIA DEGLI ARCHIVI SEMINARESI

In costruzione.

 

STORIA ULTIMA DEGLI ARCHIVI STORICI DI SEMINARA, comunale e parrocchiale.
Traccio un abbozzo in un contesto dedito all'annebbiamento ed offuscamento dei fatti accaduti, sempre per interessi e ambizioni che riafforano continuamente in un ambiente alquanto povero di prospettiva e capaci di attaccarsi ad ogni cosa.
All'inizio, poniamo anni Novanta del secolo scorso, se la memoria non mi inganna, all'inizio erano i sacchi di carbone con dentro tutte le carte residue dell'archivio storico comunale, pronti per andare in discarica. Ricordo a mio memoria che le due stanze poi adibite a Ufficio tecnico, una o entrambi: non ricordo bene, erano certamente adibite ad ARCHIVIO STORICO, e vi era un'apposita targa affissa alla porta.
Probabilmente, deve esservi stata qualche delibera (da cercare) che disponeva lo svuotamento della stanza e la sua destinazione ad altro uso, appunto Ufficio Tecnico. Dovendo essere svuotata la stanza, gli stessi amministratori locale dell'epoca avevano facoltà di scegliersi quel che ognuno voleva ed appropriarne. Ciò che rimase e fi nei sacci di carbone per andare in discarica era ciò che non interessava a nessuno, che nessuno voleva. Ma quello che poteva apparire prezioso era stato portato via... Si spera che da qualche parte esista ancora. Ma il depauperamento deve essere ancora più antico, per lo meno gli anni trenta sempre del secolo scorso, se è vera la diceria raccolta, dal defunto On. Monteleone, secondo cui periodicamente veniva in Seminara un antiquario da Napoli e si prendeva quel che gli interessava e poteva avere un valore di mercato.
Se il periodo storico per Seminara di maggior splendore è da collocare fra il Cinquecento ed il Seicento, è atipico che negli archivi sia del Comune ed in parte della Parrocchia nessuna traccia documentale di quel periodo sia rimasta in Seminara. Non si dia la colpa ai terremoti, incendi o simili... In Arena, paese ancora più piccolo di Seminara, si trova uno splendito Archivio tutto restaurato, orgoglio e vanto dell'Amministrazione Comunale: L'Archivio Caracciolo (io non c'entro!).
A dimostrazione di quel che dico sopra, della depauperazione in epoca recente di quel che tuttavia era rimasto dell'archivio storico comunale, posso citare la testimonianza di uno degli amministratori che aveva preso uno di questi volume, facendo quel che tutti facevano, ognuno scegliendo. Lui pensava di vendermi a me quel volume: dissi che non mi interessava e che non lo accettavo nemmeno come "regalo", a meno che lui non mi autorizzasse ad andarlo a restituire al Comune. Lui consentì alla sola condizione che non facessi il suo nome: ho sempre rispettato questa condizione. Il volume fu da me consegnato con una lettera di consegna protocollata. Sulla sorte di questo volume andrebbe fatto poi una chiosa a parte: si salvò e conservo in buono stato, perchè era stato trafigato. Gli altri della stessa serie: volumi delle minute sentenze, erano finiti malconci accatastati sotto il tetto della ex Pretura, dove pioveva e ci ballavano sopra i gatti.
Dai sacchi furono estratti fascicoli e carte amministrative per lo più dell'Ottocento e Novecento. Il lavoro veniva fatto sotto la direzione della dott.ssa Della Valle, che dirigeva un nutrito gruppo di giovani, di cui alcuni lavorano oggi ancora presso l'Amministrazione comunale. Fu fatto un lavoro di pulitura ed un primo Censimento della carte che io avevo contato (se non ricordo male, ma ne ho nota scritta da qualche parte) e che era da un punto di vista archivistico un passaggio preliminare per poi passare al vero e proprio Inventario archivistico, ossia il massimo della professionalità propria di un Archivista di professione, quale esce da queste scuole, pure da me frequentate in Roma presso l'Archivio di Stato in Corso Rinascimento.
Questo lavoro di censimento andò poi perso quando trasferiti da una sede (vicino alle scuole) all'ancora rustico dell ex Pretura restaurata, messi i 479 vecchi faldoni da risulta accatastati come sacchi di patate, si ruppero le cordicele e le carte tornare mischiate. Io, insieme al compianto ragionier Russo, ci adoperammo per porre rimedio come possibile.... Disgraziatamente, ogni lavoro che viene fatto, viene poi disfatto da chi viene dopo...
Ancora sull'archivio storico comunale a riprova della inettudine amministrativa di ci lavora... Sempre la benemerita dott.ssa Della Valle aveva lei avviata la pratica per un finaziamento alrestaura dei volumi che ora si trovano (non dovrebbero starci) nella stanza del Sindaco (ogni sindaco)... Era stata inviata dalla Sovrintendenza un lettera al Comune per un riscontro necessario per poter procedere al restauro... Questa lettera pur protocollata in partenza non risulta arrivata a destinatario, in pratica persa... Il restauro non sarebbe mai stato fatto se non mi fossi premurato di far sapere alla Sovrintendeza che la lettera non era arrivata la protocollo di destinazione... E così fu rimandata di nuovo. Probabilmente, se non mi fosse fatto parte diligente il restauro dei volumi comunali non sarebbe mai avvenuto.
Analoga storia per l'archivio parrocchiale. Non voglio attribuirmi nessun merito, ma devo raccontare quello che è stato ed è il mio ruolo in questa storia. Ne poteva testimoniare Padre Marcello, ma anche Padre Carmelo che fortunatamente è stato ancora conservato in vita da Nostro Signore ed è pure in buona salute.
(segue: mi concedo una pausa. Una parte ultima di testo, non salvata, è andata persa, tocca riscriverla e lo faccio più tardi. Nelle scuole di archivistica si insegna anche una apposita materia: storia degli archivi. Quella che sto scrivendo è intesa come una pagina di "storia degli archivi": sono stanco e stufo di polemizzare con una serie di personaggi).

(segue)

 

Niente è più rimasto del vecchio rudere di San Filareto fuori le Mura.

SPIACE DIRLO, ma la verità non può essere taciuta o nascosta. Al massimo si può evitare di fare nomi delle persone, per comprensibli motivi,...