21.7.19

Platea Aquino. § 15. Salvatore Zetera.

B. Catasto. Platea Sommario §§.
 Successione §§ → §14. ↔ §16.
 
§ 15. Salvatore Zetera. - M.° Salvatore Zetera, è delle prime censuale, non sò di certo se è primo principale obbligato al primo istrumento, però è dell’uno censuali antichi l’anno 1757[1], comprò la vigna d’Antonio Sidoro, dico Gioffrè minore alias Sbritto, e dopo si la vendé a M.° Antonio Benedetto, come dissimo quando parlammo del detto M.° Antonio Benedetto, e ci rimase la prima vigna che aveva detto di Zetera, e paga ogni anno di cenzo perpetuo enfiteutico sopra detta vigna nel fondo di S. Vito, annui carlini quattordici.


[1] Ossia, siamo qui nel 1757, a quindici anni dopo le dichiarazioni rese da tutti gli abitanti di Seminara nel 1742. In quest’anno un Salvatore Zetera, c. 238r, presumibilmente lo stesso citato da Tiberio Aquino, è un bottegaro di anni 35, figlio di Giandomenico Zetera, pure bottegaro, di anni 70, ed è sposato con Giovanna Gullo di anni 33. Ed hanno tre figli: Antonina figlia in capillisi di anni 16, Domenico di anni 10 e Felice di anni 7.  Al padre Giandomenico, c. 238v, è intestato un fondo vitato di un moggio, confinante con i beni di Pietro d’Agostino e di Antonio Giofrè, stimata la rendita per annui carlini trenta. Salvatore Zetera è indicato nella pagina di Tiberio Aquino (c. 376v) come debitore di un censo perpetuo di ducati 1.40 sopra il fondo di San Vito. Insomma, Salvatore Zetera era un bottegaro, di anni 35 nel 1742, già commercialmente avviato e con diverse proprietà fondiarie, sia pure in regime di censo perpetuo.
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