20.7.19

Platea Aquino. § 13. Antonio Benedetto. -

B. Catasto. Platea Sommario §§.
 Successione §§: §12. ↔ §14.
§13. Antonio Benedetto. - M.° Antonio Benedetto comprò una vigna, che l’aveva Bruno Federico. Detto Bruno l’aveva comprato da Mercurio Gioffré[1] che era principale obbligato al primo istrumento. Il detto Gioffré, come appare dell’istrumento di compra fatta dal detto Federico con detto Gioffré, l’anno 1745 ovvero 1746 per l’atti di Not. Antonio Vicari di questa Città; or detto di Benedetto a 11 aprile 1753, per l’atti dello stesso Not. Vicari, comprò la vigna di Bruno Federico, col peso di annui carlini venti uno e mezzo di cenzo perpetuo, queste venti uno carlino e mezzo erano assignati al beneficiato di S. Pietro; poi il detto di Benedetto l’anno 1757 comprò la vigna che avea Antonio Gioffré maggiore alias Sbritto[2], che ancora, era era principale obbligato al primo istrumento, col peso di pagare carlini quatordici annui come il tutto appare dell’istrumento di compra tra Benedetto e Gioffré alias Sbritto  fatto lo 1757 per l’atti di Not. Domenico Zetera di questa Città; puoi detto di Benedetto a 27 gennaio 1761 per l’atti d’Antonio Vicari di questa Città comprò un’altra vigna di M. Salvatore Zetera, che il detto Zetera l’avea comprato d’Antonino Gioffrè minore, figlio del Giofrè maggiore ch’era ancora principale obbligato al primo istrumento; or detto di Benedetto comprò detta vigna del detto Zetera, col peso di carlini quatordici, conforme appare dell’istrumento di compra tra Zetera e Benedetta fatto a 27 gennaro 1761, ed ultimamente detto di Benedetto comprò un migliaro e quattrocento piedi di viti di Domenico Sidoro Morabito per docati sedici, col peso di pagare annui carlini otto, come il tutto appare dell’istrumento di vendita tra Sidoro Morabito e Benedetto fatto a 31 ottobre 1763 per l’atti di Domenico Zetera di questa Città, ed così li pervennero le vigne al detto di Benedetto, con le compre che fece delle menzionati venditori e così pervenne nel fondo di S. Vito, e paga ogni anno docati cinque, e grana 75 di cenzo perpetuo enfiteutico, come appare all’istrmenti di sopra citati, cioè li carlini venti uno e mezzo per l’atti di Not. Antonio Vicari l’anno 1745 overo 1746, li carlini quattordici per l’atti di Not. Antonio Vicari a 27 gennaio 1761 e l’ultimi carlini otto per l’atti del mentovato Not. Zetera a 31 ottobre 1763.



[1] Di Mercurio Giofrè è fatta più volte menzione nel Catasto. In contrada S. Vito è indicato come confinante di un territorio vitato posseduto da Antonio Giofrè alias Stritto: 3v.
[2] È intestario di un Fuoco a c. 3v-4r. È di anni 55 all'epoca del Catasto.


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