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21.7.25

Secondo Incontro di San Filareto, in Gallicianò.

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IL SECONDO INCONTRO DI SAN FILARETO, 

si è svolto ieri non nello stesso luogo del primo, ma nello splendido ed incantevole scenario di Gallicianò, che ci ha riportato ai fasti della Magna Grecia, quando nelle nostre terre tutti i nostri antenati parlavano la lingua greca di Omero, di Tucidide, di Platone, di Pitagora, che oggi si è ancora conservata proprio in Gallicianò, cuore della Calabria grecanica.

 
La consapevolezza che si trattasse di un "secondo" incontro è sopraggiunta via via che dopo oltre tre anni le stesse persone scoprivano di essersi conosciute e viste tre anni prima in un primo evento, riuscitissimo, che si era svolto nell’inverosimile edificio ortodosso in Seminara, recante i nomi di S. Elia e Filarete, che dovrebbe essere una chiesa ed un luogo di culto.

Proprio per il successo di quel primo evento, e per l’invidia che suscitò, fummo malamente “cacciati” con l'accusa di svolgervi noi “mangiate” e incontri “orgiastici”, ridicole infamie che si dovettero querelare, ma prese poco cristianamente per buone dalla gerarchia ecclestiastica ortodossa, la quale si sentiva obbligata verso un suo Donatore, costruttore, come Brunelleschi, di ben cinque chiese, capolavori universali dell’architettura seminarese.

Sarcasmo a parte, il primo incontro fu stroncato da una reazione che non può essere né taciuta né dimenticata perché è una testimonianza storica dello squallore della vita culturale, religiosa e politica nella Seminara odierna, le cui “orgie sessuali” si sono poi rivelate essere ben altre di quelle a noi imputate. Sono di questi giorni le condanne definitive per stupri di gruppo in Seminara: si rinvia alla cronaca dei giornali che se ne occupano.

L’edificio ortodosso, la cui storia documentaria dobbiamo ancora ricostruire, fu un’occasione mancata, sprecata, sciagurata resa possibile dalla donazione di una Fondazione bancaria, i cui atti dovremmo poter esaminare. Ma vi sarebbe stato un ben altro Donatore che avrebbe ceduto volentieri un terreno adiacente al vecchio convento dei Basiliani, abbandonato a seguito del terremoto di fine Seicento (1693 o 1697, non ricordo bene), i cui ruderi oggi rimasti sono più antichi della stessa Seminara, edificata dopo la distruzione di Taureana, nel 951, ad opera dei Saraceni.

La piccola cerchia che si è voluto disperdere con una “cacciata” infamante si è però spontaneamente ed inconsapevolente ritrovata in Gallicianò, a parlare di Italo, un leggendario personaggio di cui narra Oreste Kessel Pace, nel suo romanzo storico, nell’edizione curata da Saverio Verduci, e di cui si è fatto grazioso dono ai presenti intevenuti al dibattito seguito alla presentazione del libro.

Ed è proprio nel corso del dibattito che ci si è accorti di essersi ritrovati, spontaneamente, dopo esseri conosciuti una prima volta nell’edificio ortodosso in Seminara, intitolato ai Santi Elia e Filarete. E da questo essersi riconosciuti e ritrovati (non ci si vedeva da allora) è nata l’idea proposta, accettata e condivisa di ritrovarci ancora, periodicamente, in un ciclo intitolato a San Filareto, in luoghi diversi. Oltre che a Gallicianò, infatti, è a noi disponibile un luogo altrettanto splendido e significativo come il Parco Archeologico dei Taureani, alla cui gestione e manutenzione concorre la Società Seminarese di Storia Patria.odv, che opera di concerto con il Movimento Culturale San Fantino, pure ente del terzo settore, come si è detto nel Comunicato Stampa, n° 3, emesso ieri 19 lugli 2025.

Il piacevole incontro di ieri, in Gallicianò, si è protratto fino a tarda sera, facendoci conoscere un antico borgo illuminato, assai suggestivo, che non avevamo prima visto. Insomma, i luoghi prima ancora che fisici e geografici sono mentali, spirituali, culturali: se ci “cacciate” da una parte i nostri Spiriti si ritrovano in un’altra parte. Chi non ha né spirito né cultura può millantare quel che vuole, ma per trovar credito deve trovare suoi simili, con cui accompagnarsi e che gli reggano il sacco.

Il convegno si è svolto inizialmente in traduzione bilingue, grecanico ed italiano, e poi è proseguito solo in italiano a tutti noto, mentre il grecanico veniva inteso solo dai nativi di Gallicianò e del Bovese. Vi è stata una piccola polemica da parte di un signore, che poi se ne andò, forse in segno di protesta, il quale avrebbe voluto che si parlasse sempre in greco, o che ogni più piccolo intervento in lingua italiana venisse tradotto in grecanico... Una bellissima richiesta, anzi pretesa, apprezzata, ma nella situazione data difficile e macchinosa da attuare: tutti i presenti conoscevano l’italiano, ma solo i nativi del luogo il grecanico. Nello Statuto della SSSP.odv è incluso lo studio e la rivalutazione del Grecanico, e sono stati realizzati alcuni documentari sperimentali. 

Molto ed entusiasmante lavoro ci attende.

 

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