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23.7.25

A proposito di Giganti e Tamburinari

A seguito di una strano attacco subito, di cui darò in seguito una ricostruzione sotto il profilo giuridico ammnistrativo e penale, quanto meno su un piano dottrinale, pare opportuno ricordare a futura memoria alcune cose.

A) I Giganti di Seminara. Sono opere d pregevole fattura, credo dovuto ad un Chiappalone, di cui dovrebbe esserci qualche documento nell'archivio parrocchiale, dove ormai da parfecchi anni non ho più accesso, dopo averlo letteralmente salvato: questa è Seminara!

Con padre Marcello parlavamo del fatto che i Giganti non sono di proprietà parrocchiale, anche se erano ben custoditi nella chiesa di San Marco Nuovo. Fu così che padre Marcello volle disfarsene per cederle alla responsabilità e custodia del Comune, che dapprima li teneva nell’androne di ingresso del palazzo comunale e poi nella ex-Pretura.

Il mio interesse come Società Seminarese di Storia Patria è stato costante a tutela dei pregevoli manufatti. Fu per questo motivo che in una niziativa tutta voluta e tutta gestita dall'allora vicesindaco Mariano Battaglia volle unirmi ad una sgradecole e disagevole trasferta in Palermo, dove un balletto di gigante e gigantessa di Seminara venne inserito in un evento palermitano. 

Come temevo il gigante cadde durante il ballo, e si fece male ad un braccio, che era ed è di cartapesta.

Inutile dire che molto mi infuriai, ottenendo la reazione sdegnata del portatore del gigante, il quale mi rimproverava di non preoccuparmi per il male che lui essere umano avrebbe potuto farsi ed invece stavo a pensare ad un pupazzo di cartapesta. Si calmò quando gli spiegai che se le cose fossero state fatte a dovere, avrebbero dovuto essere coperte da assicurazione sia la persona fisica del portatore che il prezioso manufatto di cartapesta.

In Seminara le mie recriminazioni o pianificazioni o avvertimenti hanno contato sempre poco o nulla, sotto qualsiasi amministrazione, a dire il vero. In quel caso, ritornato tutti a Seminara, venni a sapere causalmente dal defunto Scibilia, che era stato chiesto a lui di riparare il Gigante, ma lui non lo avrebbe fatto se non dietro pagamento... Non so cosa poi successe, ma so che il caro e compianto Scibilia non era di professione un restauratore, e dubito fosse la persona più idonea a riparare il braccio di cartapesta.

Non potetti seguire la sorte dei due manufatti nel passare degli anni. Quello che i miei occhi dal mio balcone hanno potuto vedere qualche anno fa è che caricati come sacchi di patate su un camion venivano portati non so dove. Nessuno si è fatto carico di avvisare la Società di Storia Patria dell'uso che veniva e viene fatto di beni culturali cittadini. Il lavoro fatto viene disfatto da chi viene dopo. La Società di Storia Patria sostalmente non era riconosciuta in paese nè nella forma di Sodalizio nè da tre anni a questa parte nella forma giuridica di Ente del Terzo Settore.

È ben vero che i due manifatti non sono i bronzi di Riace, ma sono non di bronzo bensì di cartapesta, e se devono durare ed essere conservati alle future generazioni richiedono molta più attenzione e cura dei bronzi di Riace.

B) Per i Tamburinari ricordo sempre padre Marcello che se ne avocava la competenza: era disposto a pagare come parrocchia i Tamburinari, che facevano parte della tradizione, ma non la scostumata che ogni anno si veniva ad esisbire nella piazza del paese come cantante: se ne occupasse pure il Comune, lui come parrocchia non voleva averci a che fare.

Dei Tamburinari io ricordo l'artista capo tamburinaro con un vistoso paio di baffo che in Seminara veniva ad ogni festa, sempre lui, e con lui mi intrattevo sempre un poco. La sua maestria nel suonare il tamburo mi sembrava ineguagliata. Vi era un suo tocco personale che nessun altro aveva. Rimase piacevolmente impressionato quando gli chieso se il concerto di tamburi da lui diretto aveva origini arabe. Mi rispose di sì, e mi chiedeva come mai lo sapessi.

In realtà, non l’ho mai saputo. L’ho solo intuito. La nostra ricerca archivistica mira alla ricostruzione della storia dei Tamburinari in Seminara: quando il suono dei tamburi appare per la prima volta, quale erano  costumi,  i percorsi, le occasioni... Tutte cose che dovrebbero sapersi per avere una storia delle tradizioni seminaresi, e quindi poterle conservare nel loro significato originario, e ripeterle possibilmente senza modifiche

I bambini. La tradizione dei tamburinari è diventata un gioco per i bambini, ma appunto si tratta di “gioco“, ed al gioco va unita l’educazione. 

Quale educazione ricevono? 

Vengono impiegati per fare “dispetti” ai critici, o presunti tali, dell’amministrazione comunale in carica. Gl stessi bambini che poi vengono utilizzati per la “festa” dei Santi Falcone e Borsellino. 

Con questa educazione a fare dispetto a pacifici cittadini, anche malati a letto, diventeranno dei delinquenti, come gli stupratori di gruppo, tutti condannati con pene variabili, in via definitiva?

Era questa la preoccupazione costante di padre Marcello: 

il gioco unito all’educazione!

A chi viene oggi affidata l’educazione dei giovani?

Esco!

Mi attende un’altra giornata di lavoro sui fascicoli della Regia Udienza, dove chissà potrebbe saltare fuori qualche notizia del Seicento sui Tamburinari, se allora c’erano....

21.7.25

Secondo Incontro di San Filareto, in Gallicianò.

Facebook: Social / Osservatorio.

IL SECONDO INCONTRO DI SAN FILARETO, 

si è svolto ieri non nello stesso luogo del primo, ma nello splendido ed incantevole scenario di Gallicianò, che ci ha riportato ai fasti della Magna Grecia, quando nelle nostre terre tutti i nostri antenati parlavano la lingua greca di Omero, di Tucidide, di Platone, di Pitagora, che oggi si è ancora conservata proprio in Gallicianò, cuore della Calabria grecanica.

 
La consapevolezza che si trattasse di un "secondo" incontro è sopraggiunta via via che dopo oltre tre anni le stesse persone scoprivano di essersi conosciute e viste tre anni prima in un primo evento, riuscitissimo, che si era svolto nell’inverosimile edificio ortodosso in Seminara, recante i nomi di S. Elia e Filarete, che dovrebbe essere una chiesa ed un luogo di culto.

Proprio per il successo di quel primo evento, e per l’invidia che suscitò, fummo malamente “cacciati” con l'accusa di svolgervi noi “mangiate” e incontri “orgiastici”, ridicole infamie che si dovettero querelare, ma prese poco cristianamente per buone dalla gerarchia ecclestiastica ortodossa, la quale si sentiva obbligata verso un suo Donatore, costruttore, come Brunelleschi, di ben cinque chiese, capolavori universali dell’architettura seminarese.

Sarcasmo a parte, il primo incontro fu stroncato da una reazione che non può essere né taciuta né dimenticata perché è una testimonianza storica dello squallore della vita culturale, religiosa e politica nella Seminara odierna, le cui “orgie sessuali” si sono poi rivelate essere ben altre di quelle a noi imputate. Sono di questi giorni le condanne definitive per stupri di gruppo in Seminara: si rinvia alla cronaca dei giornali che se ne occupano.

L’edificio ortodosso, la cui storia documentaria dobbiamo ancora ricostruire, fu un’occasione mancata, sprecata, sciagurata resa possibile dalla donazione di una Fondazione bancaria, i cui atti dovremmo poter esaminare. Ma vi sarebbe stato un ben altro Donatore che avrebbe ceduto volentieri un terreno adiacente al vecchio convento dei Basiliani, abbandonato a seguito del terremoto di fine Seicento (1693 o 1697, non ricordo bene), i cui ruderi oggi rimasti sono più antichi della stessa Seminara, edificata dopo la distruzione di Taureana, nel 951, ad opera dei Saraceni.

La piccola cerchia che si è voluto disperdere con una “cacciata” infamante si è però spontaneamente ed inconsapevolente ritrovata in Gallicianò, a parlare di Italo, un leggendario personaggio di cui narra Oreste Kessel Pace, nel suo romanzo storico, nell’edizione curata da Saverio Verduci, e di cui si è fatto grazioso dono ai presenti intevenuti al dibattito seguito alla presentazione del libro.

Ed è proprio nel corso del dibattito che ci si è accorti di essersi ritrovati, spontaneamente, dopo esseri conosciuti una prima volta nell’edificio ortodosso in Seminara, intitolato ai Santi Elia e Filarete. E da questo essersi riconosciuti e ritrovati (non ci si vedeva da allora) è nata l’idea proposta, accettata e condivisa di ritrovarci ancora, periodicamente, in un ciclo intitolato a San Filareto, in luoghi diversi. Oltre che a Gallicianò, infatti, è a noi disponibile un luogo altrettanto splendido e significativo come il Parco Archeologico dei Taureani, alla cui gestione e manutenzione concorre la Società Seminarese di Storia Patria.odv, che opera di concerto con il Movimento Culturale San Fantino, pure ente del terzo settore, come si è detto nel Comunicato Stampa, n° 3, emesso ieri 19 lugli 2025.

Il piacevole incontro di ieri, in Gallicianò, si è protratto fino a tarda sera, facendoci conoscere un antico borgo illuminato, assai suggestivo, che non avevamo prima visto. Insomma, i luoghi prima ancora che fisici e geografici sono mentali, spirituali, culturali: se ci “cacciate” da una parte i nostri Spiriti si ritrovano in un’altra parte. Chi non ha né spirito né cultura può millantare quel che vuole, ma per trovar credito deve trovare suoi simili, con cui accompagnarsi e che gli reggano il sacco.

Il convegno si è svolto inizialmente in traduzione bilingue, grecanico ed italiano, e poi è proseguito solo in italiano a tutti noto, mentre il grecanico veniva inteso solo dai nativi di Gallicianò e del Bovese. Vi è stata una piccola polemica da parte di un signore, che poi se ne andò, forse in segno di protesta, il quale avrebbe voluto che si parlasse sempre in greco, o che ogni più piccolo intervento in lingua italiana venisse tradotto in grecanico... Una bellissima richiesta, anzi pretesa, apprezzata, ma nella situazione data difficile e macchinosa da attuare: tutti i presenti conoscevano l’italiano, ma solo i nativi del luogo il grecanico. Nello Statuto della SSSP.odv è incluso lo studio e la rivalutazione del Grecanico, e sono stati realizzati alcuni documentari sperimentali. 

Molto ed entusiasmante lavoro ci attende.

 

19.7.25

Comunicato Stampa N° 3 - Cerimonia di Apertura Stagionale del Parco Archeologico dei Taureani

SOCIETA’ SEMINARESE DI STORIA PATRIA.ODV

COMUNICATO STAMPA
N° 3 del 19 Luglio 2025

Nella giornata di ieri 18 luglio 2025 per l’inaugurazione di Apertura del Parco Archeologico dei Taureani alla presenza della dott.ssa Maria Mallemace, Soprintendente ABAP beni archeologici della Città Metropolitana di Reggio Calabria e della provincia di Vibo Valentia, del Sindaco di Palmi dott. Giuseppe Ranuccio, del Direttore del Parco dott. Andrea Gennaro, del presidente del Movimento culturale San Santino, signor Carmelo Arfuso, del presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv prof. Antonio Caracciolo,  del Parroco di Palmi in rappresentanza di S. E. il Vescovo Alberti, di altri invitati, studiosi e cittadini, di Palmi e Seminara fra i quali il giornalista Giuseppe Mazzù, noto cultore di storia ed eventi locali, il presidente Prof. Antonio Caracciolo per conto della nostra SSSP.odv ha brevemente illustrato ai presenti la stretta ed organica collaborazione con il Movimento Culturale San Fantino.odv che è il titolare ufficiale della gestione e manutenzione del Parco Archeologico di ben cinque ettari con reperti e presenza archeologica del comune passato storico di Palmi e Seminara, entrambi originatisi dalla distrutta Taureana, da cui poi ebbero origine i principali centri della Piana. La SSSP.odv svolge un lavoro di carattere prevalentemente archivistico che si integra ed affianca al lavoro di scavo archeologico condotto sul Parco da operatori qualificati. Nel corso della Cerimonia inaugurale i diversi soggetti presenti hanno illustrato i loro programmi operativi per l’ulteriore sviluppo e valorizzazione del Parco Archeologico.

In particolare, nella comune ricerca di fondi, la Società Seminarese di Storia Patria ed il Movimento San Fantino hanno concorso insieme ad un Bando della ”Fondazione con il Sud” per 150.000 di euro a finanziamento delle proprie attività. Le due Associazioni concorreranno ancora congiuntamente in tutti i bandi che richiedono la partecipazione di più gruppi omogenei, ETS, su un comune progetto.

Da tempo il Volontariato della SSSP.odv concorre nella manutenzione e gestione del Parco, il cui ambito territoriale rientra perfettamente, coincide con la delimitazione geografica dell’antica Città di Seminara, che racchiudeva i perimetri oggi amministrativamente distinti del comune di Palmi e del Comune di Seminara, oggi  entrambi amministrativamente compresi nella Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Si iscrive nei propri Atti la registrazione del momento inaugurale della Apertura stagionale del Parco. Nella cerimonia informale svoltasi non è stato concordato un Comunicato congiunto. Ci giunge notizia che è già stato emesso un Comunicato dall’Ufficio Stampa dell’Amministrazione comunale di Palmi, il cui sindaco Ranuccio ha lasciato la cerimonia per altri impegni, rimanendo per tutto il tempo un suo rappresentante. Del pari rinviamo agli autonomi e distinti Comunicati dei soggetti intervenuti, per supplire ad ogni nostra involontaria omissione o non menzione, di aspetti importanti che sono stati enunciati, ritenendo al momento importante e proficuo l’essersi tutti ritrovati insieme, ciascuno con le proprie qualificazioni e finalità.

Il Presidente
Prof. Antonio Caracciolo

Allegati fotografici

Momenti

a.


 



 




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11.7.25

Niente è più rimasto del vecchio rudere di San Filareto fuori le Mura.

SPIACE DIRLO,

ma la verità non può essere taciuta o nascosta.

Al massimo si può evitare di fare nomi delle persone, per comprensibli motivi, o cercare di evitare polemiche ed acrimonia, che non riportano indietro le cose e ciò che è stato perduto, resta perso: san Filareto, la chiesetta dei Cappuccini, solo per stare a ciò che la nostra personle memoria ancora conserva. Può dirsi fondatamente che l'incuria, l’inciviltà degli euomni sopravvissuti ai due devastanti erremoti del 1783 e del 1908 abbia prodotto più danni degli stessi terremoti.

Ho appreso da poco notizie che hanno fatto tramontarre mie residue illusioni sui ruderi del vecchio convento di San Filareto, dove un nuovo convento con annessa chiesa doveva e poteva essere riedificato, se non fossero prevalsi interessi del tuo estranei all'afflato religioso, storico, monumentale, identitario, spirituale: l'antico convento diruto, malgrado tutto, emana ancora la sua spiritualità, che non riusciamo a vedere nel nuovo. Almeno noi la percepiamo... O la percepimmo alla nostra ultima visita: adesso non so cosa troveremo: i Santi se ne sono andati via dal luogo? Lo hanno abbandonato?

Da quando n compagnia di Domenico Maria Managò, che chiamo qui a testimone, ricordo di aver visita per la prima ed unica volta quel che era rimasto del Convento adesso nulla si è conservato. Anche rispetto allo scorso anno vi è stato un'accellerazone del degrado: è irrecuperabile e nulla è rimasto.

Nei decenni passati sono venuti con dei camion ed hnno esportato tutto quello che hanno voluto o è parso di loro interesse. Cosa ne abbiano fatto, non so ben dire e non desidero neppure saperlo.

il rcordo che io avevo era di un possibile... San Galgano seminarese, che avevo visitano una volta, nei pressi di Siena. Quel sogno è infranto è resta solo un luogo "sacro" per i credenti di fede ortodossi, per i quali - mi dicono - dove ci sono resti mortali di santi, quel luogo è sacro.

San Filareto è stato scelto come patrono della nostra Società di Storia Patria, la cui riunione statutaria annuale viene spostata quest'anno in luglio, per fatti contingenti, ecceziolmente. Come per gli anni passati, vi sarà una processione dal luogo del convento nuovo a quello del convento vecchio, dove avremo un triste momento di raccoglimento in preghiera.

4.7.25

Lettera aperta a SE il Vescovo Giuseppe Alberti, Diocesi di Palmi-Oppido

Alla Attenzione di SE il Vescovo
Giuseppe Alberti
(inoltro alla sua Segreteria)

Eccellenza,

non le nascondo una certa amarezza nell'apprendere da un articolo di giornale
la notizia di un secondo  restauro dei registri parrocchiali
senza che nessuno mi avesse contattato o informato, anche per dare io le necessarie
informazioni per il lavoro che io, insieme alla dott.ssa Della Valle, funzionaria all'epoca della sovrintendenza archivistica avevamo svolto.
Tutto ciò mi sembra poco cristiano, ma viviamo in tempi di grande confusione anche religiosa, e ci si deve abituare. Miei precedenti inoltri sempre in materia archivistica non hanno avuto riscontri da parte di SE, lasciandomi perplesso e non sapendo cosa pensare.
Per l'interesse pubblico della presente ne rendo noto il testo sui siti della SSSP.odv

Il tempo passa, le cose non si sanno e si dimenticano, ma come le cose andarono mi è obbligo raccontarle pubblicamente a Soci, Volontari, Amici della Società Seminarese di Storia Patria
in un
COMUNICATO STAMPA, sul sito ufficiale della SSSP, di cui le riporto il link:
https://taurianum.blogspot.com/2025/07/comunicato-stampa.html

con links collegati dove offro maggiori dettagli, e vado facendo una ricostruzione della
Storia degli archivi seminaresi a me nota, specialmente per gli ultimi 40 anni.

Amarezza a parte per l'estromissione, fatto soggettivo e trascurabile,
resta il fatto OGGETTIVO che parte di ciò che andrà restaurato è stata DA ME (!!!) recuperata all'Archivio Parrocchiale, e solo io posso conoscere la storia e le circostanze del recupero. E se altro ancora poteva essere recuperato dalla stessa stessa persona che di me si era fidata ed in me aveva avuto FIDUCIA, ora ciò non è più ipotizzabile.

Archivisticamente, mi sembra poi utile tenere distinta la parte "restituita" dalla parte che già si trovava in Archivio al tempo in cui potevo occuparmene. Se le carte vengono "mischiate" non potrò dire al Donatore, chiamiamolo così, quali erano le sue carte, il loro significato, il loro valore: mi sembra un grande atto di ingratitudine verso chi aveva compiuto un nobilissimo gesto riportando in Archivio, in Parrocchia, ciò che era dell'Archivio, della Parrocchia, della Comunità.
La Lezione che se ne dovrà trarre per il futuro è alquanto sconfortante, deleteria, negativa.

Avevo promesso al Restitutore che avrei accuratamente studiato il materiale che mi era stato da LUI consegnato allo scopo di riportarlo in Archivio per poi ragguagliarlo del significato e importanza di quelle carte.
Ciò non mi è stato possibile perché non ho poi più avuto accesso all'Archivio
Aggiungo una nota importante che ho inviato alla Sovrintendenza archivistica:
____________________
POST SCRIPTUM IMPORTANTE

All'epoca del primo restauro dell'Archivio Parrocchiale,
dopo che erano state compilate le relative schede tecniche di restauro,
a cura della dott.ssa Della Valle,
PER SICUREZZA
io avevo fotografato (a mie spese) tutto ciò che dall'Archivio stava per uscire,
in previsione di possibili incidenti stradali.
Non sembri una precauzione eccessiva.
In precedenti restauri di registri parrocchiali, a cura del compianto don Rullo,
erano stati presi dall'Archivio parrocchiale di Seminara registri,
che a fatica dietro insistenza dell'allora parroco Padre Marcello ritornarono in Archivio.
Ma quel che è buffo è che telefonando io alla Ditta restauratrice (Scripta manent),
giacevano presso di loro ancora registri che pagati e restaurati non erano stati... ritirati.
Erano registri la cui esistenza a me non risultava, mentre altri di cui l'esistenza risultava
non sono stati tuttora rinvenuti...
Cito ora a memoria, ma il tutto è stato scritto in un Diario di lavoro dove registravo ogni movimento ed ogni notizia utile.
_______________________________________________-

Sulla scorta di questo precedente pare opportuno, anzi direi cautelativamente necessario,  anche per i pericoli generali che incombono sull'archivio,  consentire alla Società Seminarese di Storia Patria, oggi non più Sodalizio Privato ma Ente di Terzo Settore, la digitalizzazione di tutto l'archivio oggi esistente, da conservare in copia di sicurezza presso la propria Sede.

Prevedendo per gli Enti Pubblici la normativa del Terzo Settore la stipula di una Convenzione ex art. 56 cod. terzo settore, l'analogo potrebbe essere attivato con la Diocesi:
non più in forma di lavoro anonimo e non riconosciuto, seppur gratuito, ma in una forma che sia di tutela della Comunità seminarese che è il vero ed unico soggetto della sua Memoria storica, che le istituzioni pro tempore sono tenute a custodire, tutelare, tramandare.
Per effetto del riconoscimento di Notevole interesse storico da parte dello Stato italiano, e per i fondi conferiti, nasce il diritto e il dovere di una vigilanza attraverso gli organi statali deputati a livello territoriale, ma ora anche, a nostro avviso, da parte di Enti del Terzo Settore, il cui Statuto approvato con decreto regionale contiene specifiche finalità.

Resto a sua disposizione per concordare modalità collaborative ai fini della tutela della Memoria storica della Comunità Seminarese conservate nell'Archivio Storico della Insigne Collegiata di Seminara, oggi non più esistente giuridicamente ma le cui carte superstiti sono giunte fino a noi. La Collegiata di Prima e Seconda Fondazione, nel XVII secolo, fu possibile anche allora grazie a donazioni di privati che avevano a cuore un interesse pubblico, come concepibile in quel periodo.

Cristianamente ed Umilmente Suo
Prof. Antonio Caracciolo,
• Docente in pensione dell'Università di Roma La Sapienza
• Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv (Ente del Terzo Settore)
 

3.7.25

COMUNICATO STAMPA

(testo ancora in elaborazione e qui dato in tempo reale ed in progress: il web lo consente!)

COMUNICATO STAMPA


In data odierna su un Quotidiano del 3 luglio 2025 apprendiamo di uno stanziamento a cura della Sovrintendenza archivista per il completamento di una seconda tranche di restauri del patrimonio archivistico parrocchiale seguito al riconoscimento di Notevole interesse storico, la cui pratica nel 2000 era sta avviata e promossa dalla Società Seminarese di Storia Patria, allora esistente in forma di Sodalizio, annoverando tra i suoi soci fondatori negli anni Novanta l'allora parroco Padre Marcello Gianola, che aveva affidato alla Società di Storia Patria Seminarese un lavoro decennale, non retribuito, di sostanziale salvataggio di un archivio allora prossimo alla distruzione, anche per infestazione di insetti e parassiti della carta oltre che per avanzato deterioramento degli inchiostri.

Il completamento o prosecuzione del restauro riscuote il nostro massimo gradimento ed esprimiamo il nostro apprezzamento per i dirigenti e responsabili ministeriali che hanno ripreso una pratica avviata oltre venti anni fa.

Sono seguite vicende, di cui qui non si dà nota, che hanno impedito una prosecuzione dei restauri, allora progettati, ed ora ripresi, ma di cui nulla è stato riferito o comunicato alla Società di Storia Patria, Ente del Terzo Settore, che aveva già segnalato i nuovi pericoli che incombevano sull'archivio e la cui messa in sicurezza non abbiamo potuto verificare.

Tuttavia, ci è obbligo rendere noto che nell'ultimo periodo della nostra occupazione presso l'Archivio ci eravamo fatti intermediari con un privato che fiduciariamente e in modo anonimo (con obbligo sempre da noi rispettato di anonimia) ci aveva consegnato un primo ingente gruppo di documenti archivistici appartenenti, originariamente all'Archivio parrocchiale e trasportati altrove. Nostro impegno in cambio della restituzione era quello di una analisi e studio dell'ingente materiale (circa mezzo metro di spessore) per comunicare al Restitutore la natura ed importanza della documentazione da lui restituita e dall'Archivio recuperata.

Con una relazione a parte, sul sito della Società, in forma discorsiva e narrativa, viene data una "Storia degli archivi seminaresi" dagli anni Novanta in poi del secolo scorso. In questo Comunicato stampa si rende noto a tutti i soggetti interessati che se oggi si parla di un Archivio ancora da restaurare quelle carte in buona parte sono stat salvate da chi scrive per la parte esistente ed aumentate nella loro consistenza perché prese dalle mani del Restitutore e riposte in un apposito scomparto di un antico armadio dell'Archivio, da dove non avrebbero dovuto essere spostate, per poterne fare separato studio ed analisi. Il "mescolamento" delle carte da altri eventualmente operato impedisce quello studio al quale ci eravamo impegnati. Aggiungasi altri recuperi di cui è detto nel Diario di lavoro.

Il Restitutore è ancora vivente ed aspetta da noi il rispetto di quel patto di restituzione, da noi, non da altri. Nostra speranza era che altri recuperi potessero seguire, ma le vicende successive non ci lasciano sperare che le carte superstiti, se ancora esistenti, possano ritornare alla loro Sede né possiamo continuare quelle ricerche che ci avevano consentito con successo di riportare in sede non pochi registri parrocchiali.

Prof. Antonio Caracciolo
Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv

Per conoscenza:
Alla Sovrintendente Archivistica per la Calabria.
A S. E. il Vescovo della Diocesi di Palmi Oppido


 


PER UNA PAGINA DI STORIA DEGLI ARCHIVI SEMINARESI

In costruzione.

 

STORIA ULTIMA DEGLI ARCHIVI STORICI DI SEMINARA, comunale e parrocchiale.
Traccio un abbozzo in un contesto dedito all'annebbiamento ed offuscamento dei fatti accaduti, sempre per interessi e ambizioni che riafforano continuamente in un ambiente alquanto povero di prospettiva e capaci di attaccarsi ad ogni cosa.
All'inizio, poniamo anni Novanta del secolo scorso, se la memoria non mi inganna, all'inizio erano i sacchi di carbone con dentro tutte le carte residue dell'archivio storico comunale, pronti per andare in discarica. Ricordo a mio memoria che le due stanze poi adibite a Ufficio tecnico, una o entrambi: non ricordo bene, erano certamente adibite ad ARCHIVIO STORICO, e vi era un'apposita targa affissa alla porta.
Probabilmente, deve esservi stata qualche delibera (da cercare) che disponeva lo svuotamento della stanza e la sua destinazione ad altro uso, appunto Ufficio Tecnico. Dovendo essere svuotata la stanza, gli stessi amministratori locale dell'epoca avevano facoltà di scegliersi quel che ognuno voleva ed appropriarne. Ciò che rimase e fi nei sacci di carbone per andare in discarica era ciò che non interessava a nessuno, che nessuno voleva. Ma quello che poteva apparire prezioso era stato portato via... Si spera che da qualche parte esista ancora. Ma il depauperamento deve essere ancora più antico, per lo meno gli anni trenta sempre del secolo scorso, se è vera la diceria raccolta, dal defunto On. Monteleone, secondo cui periodicamente veniva in Seminara un antiquario da Napoli e si prendeva quel che gli interessava e poteva avere un valore di mercato.
Se il periodo storico per Seminara di maggior splendore è da collocare fra il Cinquecento ed il Seicento, è atipico che negli archivi sia del Comune ed in parte della Parrocchia nessuna traccia documentale di quel periodo sia rimasta in Seminara. Non si dia la colpa ai terremoti, incendi o simili... In Arena, paese ancora più piccolo di Seminara, si trova uno splendito Archivio tutto restaurato, orgoglio e vanto dell'Amministrazione Comunale: L'Archivio Caracciolo (io non c'entro!).
A dimostrazione di quel che dico sopra, della depauperazione in epoca recente di quel che tuttavia era rimasto dell'archivio storico comunale, posso citare la testimonianza di uno degli amministratori che aveva preso uno di questi volume, facendo quel che tutti facevano, ognuno scegliendo. Lui pensava di vendermi a me quel volume: dissi che non mi interessava e che non lo accettavo nemmeno come "regalo", a meno che lui non mi autorizzasse ad andarlo a restituire al Comune. Lui consentì alla sola condizione che non facessi il suo nome: ho sempre rispettato questa condizione. Il volume fu da me consegnato con una lettera di consegna protocollata. Sulla sorte di questo volume andrebbe fatto poi una chiosa a parte: si salvò e conservo in buono stato, perchè era stato trafigato. Gli altri della stessa serie: volumi delle minute sentenze, erano finiti malconci accatastati sotto il tetto della ex Pretura, dove pioveva e ci ballavano sopra i gatti.
Dai sacchi furono estratti fascicoli e carte amministrative per lo più dell'Ottocento e Novecento. Il lavoro veniva fatto sotto la direzione della dott.ssa Della Valle, che dirigeva un nutrito gruppo di giovani, di cui alcuni lavorano oggi ancora presso l'Amministrazione comunale. Fu fatto un lavoro di pulitura ed un primo Censimento della carte che io avevo contato (se non ricordo male, ma ne ho nota scritta da qualche parte) e che era da un punto di vista archivistico un passaggio preliminare per poi passare al vero e proprio Inventario archivistico, ossia il massimo della professionalità propria di un Archivista di professione, quale esce da queste scuole, pure da me frequentate in Roma presso l'Archivio di Stato in Corso Rinascimento.
Questo lavoro di censimento andò poi perso quando trasferiti da una sede (vicino alle scuole) all'ancora rustico dell ex Pretura restaurata, messi i 479 vecchi faldoni da risulta accatastati come sacchi di patate, si ruppero le cordicele e le carte tornare mischiate. Io, insieme al compianto ragionier Russo, ci adoperammo per porre rimedio come possibile.... Disgraziatamente, ogni lavoro che viene fatto, viene poi disfatto da chi viene dopo...
Ancora sull'archivio storico comunale a riprova della inettudine amministrativa di ci lavora... Sempre la benemerita dott.ssa Della Valle aveva lei avviata la pratica per un finaziamento alrestaura dei volumi che ora si trovano (non dovrebbero starci) nella stanza del Sindaco (ogni sindaco)... Era stata inviata dalla Sovrintendenza un lettera al Comune per un riscontro necessario per poter procedere al restauro... Questa lettera pur protocollata in partenza non risulta arrivata a destinatario, in pratica persa... Il restauro non sarebbe mai stato fatto se non mi fossi premurato di far sapere alla Sovrintendeza che la lettera non era arrivata la protocollo di destinazione... E così fu rimandata di nuovo. Probabilmente, se non mi fosse fatto parte diligente il restauro dei volumi comunali non sarebbe mai avvenuto.
Analoga storia per l'archivio parrocchiale. Non voglio attribuirmi nessun merito, ma devo raccontare quello che è stato ed è il mio ruolo in questa storia. Ne poteva testimoniare Padre Marcello, ma anche Padre Carmelo che fortunatamente è stato ancora conservato in vita da Nostro Signore ed è pure in buona salute.
(segue: mi concedo una pausa. Una parte ultima di testo, non salvata, è andata persa, tocca riscriverla e lo faccio più tardi. Nelle scuole di archivistica si insegna anche una apposita materia: storia degli archivi. Quella che sto scrivendo è intesa come una pagina di "storia degli archivi": sono stanco e stufo di polemizzare con una serie di personaggi).

(segue)

 

29.6.25

In memoria di Padre Marcello, 4. «A Seminara (RC), una esperienza pastorale difficile: QUANDO LA MAFIA OPPRIME LA CITTA'»

§3. < > §5.

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Da Il Foglietto. N° 1 - 1994
Rivista Canossiana

A Seminara (RC), una esperienza pastorale difficile: QUANDO LA MAFIA OPPRIME LA CITTA'

Abbiamo chiesto a P. Marcello Gianola di renderci partecipi della sua ricca esperienza pastorale, perché fatta in luoghi e situazioni ben diversi tra di loro. Da alcuni anni opera a Seminara, una cittadina in provincia di Reggio Calabria, alle faide dell'Aspromonte, ma molto vicina a Palmi ed alla Piana di Gioia Tauro: tutti luoghi molto noti alle cronache italiane. Seminara stessa più volte è rimbalzata agli onori (?) dell'attualità per delitti di 'ndrangheta.

È quasi banale, tanto è evidente, ricordare quanta incidenza abbia nell'azione pastorale la cultura nella quale ci si trova ad operare. La fede è certo la stessa, mail modo di viverla è sempre diverso. Tutto questo per me non è un discorso astratto: è esperienza di ogni giorno e si presenta in forme sempre nuove.

Dal nord al sud Italia


Sono stato parroco a Verona, nella parrocchia dell'Addolorata. In un ambiente laicizzato, pur con ricche tradizioni cristiane, non è facile vivere la propria fede: la pratica religiosa è ben lontana da raggiungere una percentuale altissima, come in un recente passato. Ho conosciuto però cristiani impegnati ed autentici, disposti a collaborare con grande dedizione personale. Proprio questo porta ad una grande fioritura di iniziative e di opere.

Ho lavorato in Sicilia, nell'isola di Favignana. Il sentimento ed il folclore hanno certo un peso, non sempre positivo. Il rispetto della tradizione pone problemi non indifferenti. Conservo però un caro ricordo di persone generose che amano la loro chiesa, che dimostrano riconoscimento e simpatia per chi viveva con loro e per loro.L'aiuto generoso non è mancato: c'è stata la possibilità di creare opere di grande utilità non solo per la parrocchia, ma anche per la società civile.


Alla Madonna dei Poveri di Seminara

Non posso nascondere che sto vivendo un periodo non facile della mia lunga esperienza pastorale. La chiesa parrocchiale di Seminara è anche santuario della Madonna dei Poveri. Ne ha parlato recentemente il quotidiano cattolico "Avvenire" come esempio di connivenza tra ndrangheta e religione: proprio io avrei fatto deviare la processione con la statua della Madonna, perché passasse davanti alla porta di un boss mafioso. Non è vero.
È vero però che le numerose processioni sono sentite come parte integrante e spesso sostitutive della pratica religiosa. Il percorso è rigidamente stabilito in ogni più piccola modalità: fermarsi due passi più avanti o più indietro dal luogo stabilito crea drammi e tensioni.

Tutti amano la loro Madonna. Quando anni fa c'è stato  un furto di preziosi doni offerti al santuario, tra i quali la corona della Vergine, tutti i canali si sono attivati, quelli ufficiali e leciti, ma anche con efficacia sorprendente, quelli sotterranei… Una mattina tutto è stato ritrovato alla porta della chiesa: non mancava niente. La vita però di tutti i giorni va per conto suo ed i rapporti sociali non ne sono influenzati.


Una pastorale difficile

In un clima di sopraffazione da parte di alcuni prepotenti che impongono, anche con il delitto fino all'omicidio, la loro legge di ricatto, di commerci illegali, di tangenti e di omertà, tutto diventa difficile, quasi impossibile. È in questo ambiente che le persone nascono e crescono. È una legge che si impone e niente, neanche lo stato, può salvare chi vi si sottrae: non è solo la sicurezza personale che ne va di mezzo, ma anche quella della propria famiglia.

Tutto questo strozza economicamente e socialmente la cittadina, che di fatto vede continuamente diminuire i suoi abitanti. Ogni attività produttiva è evidentemente strozzata. Ecco allora che supplisce lo stato assistenziale con pensioni, assegni di cassa integrazione e disoccupazione, sussidi ad agricoltori più o meno tali, il tutto ottenuto in forme tutt'altro che trasparenti.

Questo condiziona in profondità ogni attività pastorale, ogni iniziativa ecclesiale. All'inizio mi faceva molta impressione la richiesta di tramandare l'amministrazione dei sacramenti dei figli, perché genitori o stretti parenti erano "attaccati", erano cioè in prigione. Ora mi ci sono abituato.

Molto meno riesco ad abituarmi a non vedere varcare le porte della chiesa i capofamiglia, perché questo è in contrasto con la loro “dignità di uomo”; a constatare quanto una cultura di violenza e si sopraffazione abbia presa nell'animo dei ragazzi e dei giovani; a esperimentare un'apparente inutilità di una religione che abbia una reale presa nella vita e nell'agire quotidiano.

Sono sicuro che se ora a me ed ai miei confratelli tocca seminare, spesso nel pianto, altri raccoglieranno nella gioia. Ho superato tante volte la tentazione di desistere, nella sicurezza che proprio questi sono i fratelli che il Signore mi ha dato da amare, stimare e, come posso, aiutare. Se la Congregazione è chiamata a servire i poveri, mi pare di essere al mio posto: i poveri sono ogni giorno con me. È una povertà un po' strana, ma non per questo meno reale.

Segni di speranza non mancano. La preoccupazione maggiore per la nostra comunità religiosa restano sempre i ragazzi e i giovani. Per loro sono state realizzati ambienti dignitosi e funzionali. La catechesi, il quotidiano vivere con loro e a loro servizio non possono non dare il loro frutto.Non mancano gli incoraggiamenti di persone buone, che anche con piccoli gesti, manifestano apprezzamento e simpatia.

E poi… la Madonna dei Poveri ci sta bene qui, è di casa.

 

* *

Per ragioni redazionali qualche parola mi è d'obbligo, e sono spontaneo e rapido, come mi è necessario essere se voglio adempiere alle incombenze che la conduzione della SSSP.odv comportano. E devo dire che pur a distanza di ormai decenni, avendo conosciuto l'uomo, a leggere questa analisi mi sorprende la sua lucidità. E non solo. Non tocca a me dare patenti di santità, ma io qui ne vedo una tutta umana e tutta nella vita che quest'uomo ha scelto di condurre. Non una santità alla quale siamo abituati, fatta cioè miracoli con asini che volano e cose che accadono alquanto strane e strabilianti, contro le leggi della fisica e perfino del buon senso. Ma una santità che è tutta nella vita vissuta e nel modo che si è scelto di viverla. Non posso che rendere omaggio "esterno" e "profano” all'uomo che ho conosciuto e che vestiva degnamente il suo abito di sacerdote, necessario per dare il segno visibile del Sacramento.

Detto questo, conoscendo la situazione storica in Seminara, ed in Italia, successiva alla morte di padre Marcello, direi che tutte le sue speranze dovevano restare speranze, auguri, doverose per un uomo di fede, ma la realtà è andata progressivamente degradando nel mondo grande della geopolitica e pure in quello ristretto nel quale noi viviamo, in Seminara. Ma ognuno che ci vive può dare una sua valutazione, alla quale mi rimetto. Quello che noi possiamo fare è discuterne, con libertà e rispetto, ed in memoria di padre Marcello che tanto ha amato Seminara possiamo tentare di trovare una cura, una soluzione.

 

In memoria di Padre Marcello, 3. «Oratorio: una speranza per Seminara».

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Da Foglietto. N° 1 - 1993
Rivista Canossiana

 ORATORIO: UNA SPERANZA PER SEMINARA

In occasione dell'inaugurazione del nuovo Oratorio, esprimo la più viva partecipazione. So cherappresentaun traguardo molto sofferto, ma anche per questo particolarmente lieto. I Padri Canossiani, con le persone particolarmente sensibili, hanno voluto questa realizzazione, perché la ritengono uno strumento concreto ed efficace di educazione.

Esprimo l'auspicio che l'Oratorio sia un centro in cui ragazzi e giovani tutti si sentano a casa loro, possano esprimersi, trovare allegria, tanti amici e quell'aiuto indispensabile per maturare umanamente e cristianamente. Li aiuti soprattutto ad integrare insieme fede e vita.

Per raggiungere questo fine, le strutture che vengono inaugurate, frutto di tanti sacrifici, non sono però il fattore decisivo o più importante.

Molto più importante è l'occhio di un padre o di un fratello che accoglie, condivide, che è espressione della carità buona e paziente del Signore, anche quando richiama. I Padri in Oratorio vorrebbero essere proprio questo: l'immagine del Signore, buon pastore, che accoglie e chiama per nome i suoi figli più giovani.

Molto più importante è la presenza di coloro, uomini e donne, che partecipano all'educazione e alla formazione dei ragazzi e dei giovani con spirito di sacrificio, con dedizione totale. Solo con loro, l'Oratorio diventa il luogo dove la comunità ecclesiale si prende cura dei suoi figli più giovani. Vorrei dire ai cristiani adulti di Seminara: «Se l'Oratorio è la casa dei vostri figli, è anche la vostra casa. Non potete disinteressarvene.»

Indispensabile è, anche la collaborazione dei giovani e ragazzi stessi: essi sono chiamati a partecipare a proposte educative che partono dai loro interessi e dai loro bisogni. Ai giovani, ragazzi e ragazze di Seminara io direi: "non perdete questa opportunità voluta esclusivamente per il vostro bene».

Solo la presenza responsabile di tutti può rendere l'Oratorio quello che deve essere: un ambiente educativo.

Il Patriarca di Venezia, Card. Marco Cè, ricordando un canossiano, fra Giovanni Zoccolo, che nell'Oratorio di S. Giobbe aveva speso 65 anni della sua vita, affermava: «Quale grave problema è oggi per la Chiesa e per la società la questione giovanile! Certamente è un problema importantissimo e grandissimo, dal quale dipende il nostro futuro, perché evidentemente il futuro sono loro, i giovani ed i ragazzi».

I ragazzi e i giovani sono il futuro anche di Seminara.

P. Augusto Boscardin

Foto 1.

Foto 2. 






***


A commento di questo testo che è del 1993, e partendo dalle ultime parole: quale è stato il futuro di quelli che erano giovani, o appena nati nel 1933?

Oggi Seminara è un luogo dove non si può dibattere ed esprimere liberamente delle opinioni. Naturalmente si fanno celebrazioni e manifestazioni sulla legalità, sui Borsellini, sui Falconi e simili, ma è assoluta retorica priva di qualsiasi serio contenuto.
La domanda che resta senza risposta la si può sintetizzare con una sola parola: Masnada! Come i nostri giovani, quelli di cui molto ci si preoccupava nel 1993, e che erano il principale oggetto della presenza e attività dei Canossiani in Seminara, come mai questi nostri giovani ci sono incappati dentro?
È possibile una riflessione pubblica?
Dobbiamo auspicare il ritorno dei Canossiani ed affidare loro l’educazione dei giovani seminaresi?
Cosa ha determinato la cessazione della loro attività in Seminara?
Dopo di loro, sotto il profilo dell'educazione dei giovani, le cose sono andate meglio?
A giudicare dai fatti direi che siamo andati molto ma molto indietro… 

Altro che "cose belle"! Io vedo nubi fosche all'orizzonte.

26.6.25

In memoria di Padre Marcello, 2. L'Oratorio “S. Maddalena di Canossa" a Seminara (RC)

§1. < > §3.

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Da Foglietto. N° 1 - 1993
Rivista Canossiana

L'Oratorio “S. Maddalena di Canossa»” a Seminara (RC)

Seminara è in festa!

Il 16 maggio scorso [1993] quello che era stato il sogno dei vescovi della diocesi di Oppido-Palmi, dei superiori dei Figli della Carità, di tutti i Canossiani che si sono succeduti a Seminara, si è realizzato con la gioia e la soddisfazione di tutti: l’Oratorio “Santa Maddalena di Canossa” è una realtà e, finalmente, la comunità parrocchiale e i religiosi canossiani hanno ambienti decorosi per la pastorale e la catechesi.

La festa è stata preparata da una settimana di animazione; i novizi canossiani e p. Antonio Papa insieme alle madri canossiane Tina e Antonietta, hanno incontrato i ragazzi delle elementari e medie per una "tre-giorni vocazionale”. Con testimonianze, incontri di preghiera e giochi hanno cercato di far conoscere loro la vita di Maddalena di Canossa e lo spirito che anima i Figli e le Figlie della Carità e le loro opere.

P. Antonio Papa, poi, come p. Gianluigi Andolfo e p. Augusto Boscardin, negli incontri con i genitori e con il popolo, hanno illustrato l'identità e le finalità dell'Oratorio canossiano: un luogo in cui ragazzi e giovani tutti si sentano a casa loro, possano esprimersi, trovare allegria, tanti amici e quell'aiuto indispensabile per maturare umanamente e cristianamente. P. Augusto ha ricordato che le strutture inaugurate, frutto di tanti sacrifici, non sono però il fattore decisivo e più importante: molto più importante è la presenza di coloro, uomini e donne, che partecipano all'educazione e alla formazione dei ragazzi e dei giovani con spirito di sacrificio e con dedizione totale. Solo con loro l'Oratorio diventa il luogo dove la comunità ecclesiale si prende cura dei suoi figli più giovani.

Ai cristiani adulti di Seminara ha lanciato l'accorato invito a non disinteressarsi dell'Oratorio, casa dei loro figli e di tutta la comunità parrocchiale e ai giovani e ai ragazzi ha detto di non perdere questa opportunità voluta esclusivamente per il loro bene! Durante la settimana di animazione, poi, i ragazzi numerosissimi – sono stati coinvolti con entusiasmo nella preparazione della festa per l'addobbo dell'Oratorio e per gli ultimi ritocchi.

Sabato 15 maggio [1993] il Vescovo mons. Domenico Crusco, alla presenza di tanti ragazzi e giovani e di buona parte della comunità parrocchiale di Seminara, ha benedetto e inaugurato le strutture dell'Oratorio: 15.000 mq circa di terreno opportunamente sistemati per i giochi all'aperto dei ragazzi (due campi di calcio, uno per la pallacanestro e uno per la pallavolo e un angolo con altalene e giostrine per i più piccoli) ed un grande edificio a due piani nel quale sono stati ricavati per ora una cappella per i momenti fondamentali dello spirito e la sala giochi per i momenti indispensabili della ricreazione al coperto.

Mons. Crusco ha espresso la sua soddisfazione e la sua gioia nel veder raggiunto un traguardo ambizioso frutto di impegno e di sacrificio di moltissime persone alle quali rivolto il suo più vivo ringraziamento. Si è rivolto in modo particolare ai ragazzi e ai giovani; ha ricordato loro che sono davvero dei “privilegiati" perché hanno ormai un punto di riferimento e di irradiazione, un laboratorio di iniziative, un ambiente dove socializzare, dove crescere insieme, dove progettare il loro futuro ed il futuro di tutta la comunità. Con il cuore del Pastore, poi, ha sottolineato che in un momento di generale disorientamento e in un ambiente piuttosto disgregato quale quello di Seminara, l'Oratorio rappresenta certamente una sfida e un motivo di speranza.


Domenica 16 maggio [1993], dopo una solenne concelebrazione nel Santuario della “Madonna dei poveri“, il Vescovo ha benedetto. i nuovi ambienti per la pastorale e la casa canonicaM il nuovo fabbricato si sviluppa su tre piani: al seminterrato sono situati il garage, un'officina e due grandi saloni; al piano rialzato sono le cinque funzionali aule per la catechesi; al primo piano l'appartamento dei Padri.

La festa si è conclusa con un'agape fraterna, ma risuonavano ancora nel cuore le parole di P. Marcello Gianola, parroco di Seminara: “Ai Seminaresi, in particolare, vorrei dire: questa tenera pianticella è posta nelle vostre mani. Abbiatene cura, preservatela da deviazioni, sostenetela per un suo maggiore sviluppo, perché essa, che vuol diventare grande albero, è stata fatta spuntare unicamente per il bene dei vostri figlioli… Il compito dei vostri Padri  Canossiani continua con un immutato entusiasmo e zelo, perché si possa costruire una comunità parrocchiale e oratoriana salda nella fede. Per questo ci siano donati a Dio. Per questo abbiamo realizzato queste opere. Perché servissero come strumento per portare tutti al Signore!”.

Mimmo

IL SALUTO DEL VESCOVO

Carissimi,

come Pastore della Diocesi intendo anch'io esprimere la mia gioia e la mia soddisfazione perché l'Oratorio, la casa canonica e le opere parrocchiali di Seminara non sono più un sogno o un vago desiderio, ma sono ormai una realtà.

Oggi non solo Seminara è in festa, ma è tutta la Diocesi ad essere in festa per il raggiungimento di questo traguardo ambizioso, frutto di impegno e di sacrificio di moltissime persone, alle quali va il mio vivo ringraziamento. Sono veramente contento perché la comunità parrocchiale ha finalmente ambienti decorosi per la pastorale e la catechesi. Sono contento perché, dopo aver sofferto nel silenzio tanti disagi, oggi finalmente la comunità religiosa dei Padri Canossiani ha un alloggio dignitoso.Ma il mio cuore esulta di gioia soprattutto perché Seminara ha oggi l'Oratorio. Sono i giovani il futuro delle nostre comunità e guidi sono i giovani il futuro di Seminara. Ebbene, i giovani di Seminara oggi possono veramente ritenersi privilegiati perché hanno ormai un punto di riferimento e di irradiazione, un laboratorio di iniziative, un ambiente sano dove socializzare, dove crescere insieme, dove progettare il loro futuri ed il futuro di tutta la comunità..
 
In un momento di generale disorientamento ed in un ambiente piuttosto disgregato quale quello di Seminara, l'Oratorio rappresenta certamente una sfida ed è motivo di speranza. Credo che le iniziative quali l'Oratorio siano il modo privilegiato per "organizzare la speranza" in questa nostra terra.

Mi auguro, allora, che non solo i giovani, ma anche le famiglie e la comunità tutta di Seminara guardino all'Oratorio con occhio particolare e ne diventino, per così dire, l'anima. Mentre ringrazio ancora tutti coloro che hanno lavorato per tale realizzazione e soprattutto i Padri Canossiani, di cuore benedico tutta la comunità di Seminara.

+ Domenico Crusco

***


 

Ci sembra dovuta qualche parola di commento ad una “realtà” che era del 1993 e di cui oggi non resta proprio nulla e che sembra remota di secoli. Tutto disatteso e rivoltosi nel suo contrario. Cosa successe? A cosa dovuto? Non lo sappiamo, almeno noi, forse altri sanno, ma preferiscono nn dire, quanto meno pubblicamente e far sapere a chi non sa ed avrebbe diritto di sapere, non per morbosa curiosità ma per una conoscenza necessaria per poter operare, dire, assumersi delle responsabilità. Io posso essere solo un testimone frammentario, a cui sono noti alcuni momenti ma non in quadro d'insieme. Proverò a testimoniare i miei frammento, cercando poi di collocarli in un quadro d'insieme.

Nel testo sopra. si parla di un'area attrezzata a ridosso di quel Chiesetta dei convento dei Cappuccini che padre Marcello aveva l'ambizione di ricostruire. Non solo la Chiesetta ma anche l'area adiacente sarebbe stata di proprietà della Parrocchia, per la quale annualmente padre Marcello riceveva le tasse da pagare, non avendo il possesso della proprietà. Io nel 1993 facevo ancora il pendolare fra l'Università di Teramo e Roma. A Seminara mi trovano nei mesi estivi di ferie durante le quali mi occupavo dell'Archivio Storico Parrocchiale. Più di una volta ero andato a trovare padre Marcello su all'Oratorio, dove era sempre impegnato con i bambini. Avevo scoperto un angolo dove sedendosi si stava magnificamente, godendo di un venticello che veniva dalla Piana. Ne discutemmo anche con uno studioso che avevo accompagnato a visitare il luogo e lo aveva ritenuto adatto ad un parco cittadino, assai simile ad un altro di sua conoscenza, credo in Catanzaro. Insomma, i presupposti ci sarebbe stati, proseguendo in una logica di sviluppo, anziché di abbandono.

Ricordo un momento di sconforto da parte di padre Marcello, ed io laico al midollo mi sono trovato ad essere suo consigliere. Il fatto merita di essere qui ricordato e testimoniato perché forse aiuta a capire quanto è successo dopo. Il Comune di allora deve essersi messo, per così dire, a fare concorrenza alla Parrocchia aprendo suoi giochi comunali. Padre Marcello trovava ciò non tanto concorrenziale quanto in contrasto con le iniziative analoghe intraprese dai Canossiani. Da giurista avevo spiegato che non poteva inibire al Comune di istituire un suo analogo campo di calcio o calcetto. Poteva però lanciare un avvertimento: guardati, Onorevoli Amministratori Comunali, che io non offro semplicemente un gioco, divertimento, spasso… Io perseguo insieme con il gioco soprattutto l'educazione dei giovani, non solo sotto il profilo religioso catechistico, quanto soprattutto sotto il profilo etico, morale, civile… Mi pare pare che sia stato persuaso da questa argomentazione. Ricordo che gli amministratori di allora inveivano piuttosto sgarbatamente con padre Marcello.

Tutto andò nel tempo a venire in malora. Chiacchiere non so quanto fondate sono giunte al mio orecchio. L'educazione morale dei giovani "sportivi" non pare sia stato molto implementata a giudicare dai fatti di cronaca recente di ha fortemente compromesso l'immagine del paese. L'edificio sarebbe in vendita… Dal bosco dei 15.000 mq lasciato nell'incuria si è sviluppato un incendio i cui esiti giudiziari non mi sono noti nei loro dettagli. Una cosa che riguardava il mio lavoro archivistico penso di potermela spiegare. Negli edifici dell'Oratorio avrebbe dovuto svolgersi la catechesi. Ed essendoci spazio in Basilica Padre Marcello avevo Lui disposto un luogo protetto e non accessibile ad "estranei" costituendo un'apposita stanza tutta adibita ad Archivio. Tornandomi a poter occupare nuovamente dell'Archivio, l'ho ritrovato smembrato, con i volumi restaurati messi in bella mostra sotto vetrina, come un “tesoro”, e le carte sciolte in uno sgabuzzino, adiacente ai bagni, e con pericolo rottura flessibili e distruzione delle carte… La mia ira funesta a nulla è valsa: ogni nuovo Parroco si sente più che un Papa: comando io e nessun altro… Ed io mi sono ritrovato un “estraneo” all'Archivio, dopo aver donato almeno dieci anni di lavoro, ed averlo salvato e valorizzato.  Non lo rimpiango e la mia non è acrimonia, anche se lo può sembrare: le cose bisogna però dirle, perché altrimenti non si sanno e vengono rivolte al loro contrario. Anziché ottenere un riconoscimento del merito, ci si ritrova con la diffamazione. Questa è Seminara, dopo Padre Marcello e la stagione dei Canossiani, fra i quali in particolare ricordo padre Carmelo. Ma di ognuno di essi bisognerebbe ricordare il nome ed il periodo della loro presenza in Seminara, tenuto conto delle peculiarità di ogni ordine religioso.

Insomma è cambiato tutto da allora, e se me lo si lascia dire, non in meglio: non “cose belle” sono venute, ma brutte ed assai brutte, che padre Marcello aveva individuate. Era il suo carattere forte e volitivo. che ad alcuni pareva burbero, ma era uomo dedito alla carità privandosi del suo, e trovandosi poi costretto a chiedere ad altri aiuti finanziari che aveva concesso ad altri. Quello che posso testimoniare, avendolo a me confidato, che tanto si era affezionato a Seminara, che in Seminara avrebbe voluto morirci. Ed io scrissi al riguardo una Lettera al Vescovo, che deve essere negli archivi e non ebbe risposta. Pare sia costume di ogni Vescovo non rispondere alle richieste che non intendono accogliere: come mai pervenuto. Non mi sembra un atteggiamento molto cristiano… Ma io sono un laico, semplicemente battezzato e cresimato, non praticante ed uomo di sagrestia.

Ma la nostra ricostruzione storica e cronachistica continua e comporremo i pezzi che troveremo per ricostruire un quadro di insieme. Oltre che la figura di padre Marcello, che per noi resta centrale avendo avuto con lui soltanto una lunga consuetudine, cercheremo di ricostruire una storia il più possibile completa dei Canossiani in Seminara. Cercheremo di dare un nome a tutti i Padri Canossiani che sono stati in Seminara, e fra questi ricordo Padre Carmelo, fortunatamente ancora in vita. A loro daremo voce se vorranno darci testimonianza.

A.C.

25.6.25

In Memoria di Padre Marcello, 1.

PUBBLICHIAMO una serie di documentazione ricevuta dalla Segreteria dei padri Canossiani sulla figura di Padre Marcello, che per la Società Seminarese di Storia Patria.odv, ha un merito che si aggiunge a quello della della straordinaria umanità che ha caratterizzato il suo essere stato Parroco in Seminara. A lui si deve nel corso di un decennio il grande merito del salvattagio dell'Archivio della Insigne Collegiata di Seminara, unitamente all'anagrafe parrocchiale, che sotto di lui ha ottenuto il riconoscimento di Notevole Importanza storica e con essa un sostanziale finanziamento per il restauro dell'Archivio stesso. Un lavoro che è rimasto purtroppo interrotto ma che la SSSP.odv potrà riprendere quando possibile.

1.

Da Foglietto. N° 2/3 - 2013
Rivista Canossiana

il 4 maggio scorso lasciava questa vita p. Marcello Gianola. Dopo un breve ricovero a Roma, che ha solo intuito il male che minava la sua forte fibra, il ricovero a Negrar (Verona) ha fatto scoprire  la presenza del solito male oscuro, che nonostante l'intervento lo ha portato alla morte. Una liturgia di suffragio è stata celebrata a Verona S. Maria Addolorata, dove pure p. Marcello è stato parroco dal '77 all'83, cui è seguito il funerale nella chiesa dei SS. Giobbe e Bernardino nella nostra casa madre di Venezia. Nel Camposanto di S. Michele in Venezia, nel campo dei Sacerdoti e Religiosi, riposta ora questo infaticabile sacerdote canossiano. Sono molti gli incarichi importanti e le case in cui p. Marcello ha operato con dedizione e vero spirito canossiano, innamorato soprattutto dell'opera dell'oratorio. Finito il tempo delle responsabilità in prima persona, aveva ultimamente dedicato la sua vita al ministero della riconciliazione e della formazione soprattutto biblica, nelle due case di Roma. Rimpianto da piccoli e grandi, che trovavano in lui l'accoglienza simpatica, una parola di conforto e di guida nella confessione. La preghiera, cui dedicava lunghe ore fin dal primo mattino, ha impreziosito il gran bene e le molte opere realizzate nel tempo della sua piena attività pastorale. Lo ricordiamo con la testimonianza, giunta da un'altra comunità a lui carissima, Favignana.

La comunità parrocchiale di Favignana, appresa la notizia, da p. Antonio, della salita al  cielo di p. Marcello, si è stretta in preghiera in suo suffragio. A questa preghiera si è aggiunta la preghiera di lode e di ringraziamento a Dio Padre per il Dono che a noi favignanesi è stato concesso in questi 40 anni di storia per la presenza della Congregazione delle Madri e dei Padri Canossiani, e tra questi anche per il passaggio in mezzo a noi di P. Marcello.

La nostra comunità deve molto a questa Famiglia Religiosa che ha scelto le nostre isole di Levanzo e Favignana per vivere ed operare secondo il carisma di S. Maddalena. Veri testimoni di fede, vivono tra noi e spendono le loro giornate testimoniando il carisma canossiano. Abbiamo voluto dare un ultimo saluto affettuoso a P. Marcello, per gli anni del suo ministero tra noi, perché si è speso in ogni modo per la nostra comunità cristiana e civile.

P. Marcello sarà sempre ricordato da tutti noi per la realizzazione della casa S. Maddalena, residenza delle Madri canossiane, per la grande croce che svetta sulla montagna di Favignana, per i misteri del Rosario che dalla chiesa di S. Anna porta al cimitero, per la ristrutturazione della chiesa della Madonna della Piana, e per tante altre opere visibili, ma particolarmente per la realizzazione dell'oratorio che più gli stava a cuore.

Grazie P. Marcello!

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
a nome di tutta la comunità cristiana.


***

In questo Necrologio non si fa menzione dell'opera decennale di padre Marcello in Seminara, una presenza fattiva ed importante. Mi sento in obbligo di scrivere qualcosa in testimonianza, ben sapendo di non essere il più idoneo a farlo. Non ho mai fatto parte di nessun Consiglio Parrocchiale o di una comunità ecclesiale. La mia conoscenza con padre Marcello ha avuto una durata decennale. Vi sono alcuni episodi che potrei raccontare in dettaglio. Bontà sua, individuò in me la persona che meglio poteva curare e salvare ciò che era rimasto dell'Archivio Storico Parrocchiale. Durante i miei periodi estivi in Seminara, rinunciando ai bagni al mare, passavo tutto il tempo in archivio. Terminata la giornata lavorativa, mi fermavo in Basilica dove trovavo padre Marcello in preghiera, oppure intento a giocare con i bambini. Al termine delle sue preghiere, o lasciando un poco i bambini, trascorrevamo qualche tempo insieme, dove parlavamo non solo del mio lavoro in archivio, ma di tutto ed io non poche volte mi sono trovato ad essere suo consigliere su determinate questioni, di cui forse dirò. Una cosa sola adesso voglio ricordare che si aggiunge a quanto sopra descritto: oltre all'Archivio, le cui carte giudicava più preziose dell'oro della Madonna, aveva una grande ambizione: riedificare la chiesetta cinquecentesca dei Cappuccini, distrutta dall'incuria degli uomini e da un incendio doloso. Padre Marcello era Socio del Sodalizio Società Seminarese di Storia Patria, che dal 2022 ha assunto la veste di Ente del Terzo Settore.


A Padre Marcello la SSSP.odv conferisce in Memoria un Diploma di Amico

Prof. Antonio Caracciolo
Presidente della Società Seminarese di Storia Patria.odv


APPENDICE: Notizie Anagrafice su Padre Marcello.

Padre Marcello (Giancarlo) Gianola era nato a Venezia il 6 dicembre 1926
ed è morto a Verona il 4 maggio 2013.
Ordinato presbitero il 5 giugno 1954 a Venezia.

Incarichi principali come superiore e parroco:
Verona S. Maria Addolorata, 1976-1983
Favignana, 1983-1989
Seminara 1989-1998

3.4.25

Comunicato Stampa della Società Seminarese di Storia Patria.odv

NELLA CONSTATATA LATITANZA
 
di quelle che dovrebbero essere le autorità civili e religiose dell'antica città di Seminara, un tempo Capitale della Piana, la SSSP.odv si assume, deve assumersi l'onore e l'onere di rappresentare e tutelare l'immagine del Paese e della sua Comunità.

Era quello che facevano già nel 1770 ben altri fratelli: Francescantonio che da filosofo curava l'edizione del Saggio sull'Economia Campestre, per conto del fratello Domenico, a quell'epoca ed il quel luogo di Seminara. Già allora, ancora prima del terremoto del 1783, erano stati individuati i segni della decadenza e del declino. Da filosofo Francescantonio curava lo spirito, mentre il corpo di Seminara era lasciato alle cure del Padre Pio (Grimaldi) e del fratello Domenico, economisti ed agronomi riformatori.

Questa era allora Seminara!

Oggi Seminara è in balia di ben altri fratelli che si occupano di stupri di gruppo notturni!

Se vuole salvarsi, la popolazione è chiamata ad insorgere, a non farsi intimorire, a rivendicare la sua piena libertà di pensiero e di espressione, a pretendere dallo Stato, dalla Prefettura, dal Ministro degli Interni, dal Presidente della Regione la sicurezza delle strade, del territorio, l'incolumità delle persone che vi abitano, la sicurezza ed inviolabilità delle nostre donne, madri, figlie, sorelle, mogli, senza che siano minacciate, insidiate, molestate da bande di criminali che vi scorrazzano certi della loro impunità.

L'APPELLO CI VIENE DAL PASSATO,

dal 1770, da ben altri Fratelli, i Grimaldi, ed è rivolto a quanti nel 2025 hanno ancora:

«un vero spirito di Umanità, e di Patriottismo».

Ai Fratelli Grimaldi la Società Seminarese di Storia Patria conferisce un Diploma di Amicizia, il N° 100, ai sensi del suo Statuto, e ne raccoglie il Testimone.

• Attenzione ad un aspetto processuale che era sfuggito in questo ed altri testi.
Per i fatti criminosi di cui parliamo non vi sarà ricorso in appello. Per avere una riduzione della pena gli imputati hanno richiesto loro stessi il rito abbreviato, riconoscendo così la loro colpevolezza: formula di giudizio quella del "rito abbreviato" che non consente agli imputati il ricorso in appello, invece possibile al solo pubblico ministero, cambiando il titolo di reato.
Possiamo quindi parlare dell'orribile crimine come di fatto accertato e passato definitivamente in giudicato.

Già in facebook.

1.4.25

Indice dei post in Facebook del Saggio di Economia Campestre per la Calabria Ultra scritto dal Marchese Domenico Grimaldi


f = fotogramma

p = pagina

DOMENICO GRIMALDI

Saggio di economia campestre per la

Calabria Ultra,

 apparsa in Napoli nell'annoi 1770

presso Vincenzo Orsini


I

f. 7

Frontespizio

Link

II


Eccellenza

Link

III


Francescantonio Grimaldi: Agli Amatori del pubblico bene.

Link

IV


Eminentissimo Signore

Link

V


Eninente, e reverendo Signore

Link

VI


S.R.M.

Link

VII


S.R.M.

Link

VIII


Die 18. Settembre 1770. Napoli

Link

IX


Saggio sull'economia campestre de Regno di Napoli. 

§ I. Disegno dell'Opera. Pagg. 1-4


X


§ II. Stato attuale delle Provincie, e principalmente della Calabria per rapporto alle pratiche campestri, ed economiche, pp. 4-23

Link

XI


Delle società economiche da stabilirsi nella Calabria Ulteriore con una brieve relazione di quelle, che altrove trovansi erette, p. 24-43


XII


Reggio, p. 43


XIII


Scilla, p. 44


XIV


Seminara, p. 44-45


XV


Palma, p. 45


XVI


Polistina, p. 45-


XVII


Monteleone, p. 46


XVIII


Soriano,p. 46-48


XIX


S. Bruno, p.48-50

Link

XX


Tropea, p. 50

Link

XXI


Nicastro, p. 51

Link

XXII


Catanzaro, p. 51

Link

XXIII


Cotrone, p. 51-52

Link

XXIV


Ruccella, p. 52

Link

XXV


Stilo, p. 52

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XXVI


Taverna, p. 53

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XXVII


Gerace, p. 53-54

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XXVIII


Come si dovrebbe incoraggiare l'agricoltura nella Provincia, p. 55-59

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XXIX


Saggio sulla coltura delle terre da seminare, p. 60-63

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XXX


Prima maniera di migliorare i terreni da seminare, p. 63-68

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XXXI


Secondo mezzo di migliorare i terreni coll0impastargli, p. 68-73

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XXXII


Terzi nezzi di migliorare i terreni dal concimargli, p. 74-77

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XXXIII


Quarto mezzo di migliorare il terreno col ben lavorarlo, p. 78-87

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XXXIV


Della maniera di seminare il grano, p. 88-91

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XXXV


Della coltura de' terreni, che si pratica in Inghilterra, p. 92-100

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XXXVI


De' prati naturali, ed artificiali, p. 101-108

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XXXVII


Della Canapa, e del Lino, p. 108-115

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XXXVIII


Dell'erbe per uso de' Tintori, p. 116-118

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XXXIX


Del Cotone, p. 118-119

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XL


Delle Risaje, p 119

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XLI


Degli Orti, p. 120-121

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XLII


Delli Funghi, p. 121

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XLIII


Delli Capperi, p. 122

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XLIV


Della Bottanica, p. 122-123

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XLV


Degli Alberi, p. 123-130

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XLVI


Della Vigna, p. 130-138

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XLVII


Dell'Aceto, p. 138-139

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XLVIII


Degli Ulivi,p. 139-148

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XLIX


Delli Molini, e strettoi da Olio, 149-151

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L


Degli Strettoi, p. 151-153


LI


Dell'Olio, p. 153-163


LII


Delli Tordi, p. 163-179


LIII


Degli Agrumi, p. 179-184


LIV


Delle pecchie, p. 185-186


LV


Della Pastoreccia, p. 187-197


LVI


De' Cavalli, p. 197-199


LVII


De' Buoi, p. 200-201


LVIII


De' Vitelli, p. 202


LIX


Delle Vacche, p. 203-204


LX


Delle Pecore, Montoni, e Capre, p. 205-212


LXI


Delle Capre, p. 213-216


LXII


de' Majali, p. 216-219


LXIII


ESTRATTO D'Una lettera di Monsignor de la Toufrette Segretario della Società d'agricoltura di Lione, Consigliere nella Corte delle monete. A Monsignor Bertrad. Segretario della Società Economica di Berna, scritta dalli 6. Maggio 1763, p. 220-226


LIV


PROGETTO Di un Lotto Economico Per la calabria ulteriore, p. 227


LXV


PRIMA LOTTERIA. Da farsi da tutt' i Baroni provinciali, che possiedono Feudi nobili, e da tutt' i Vescovi della Callabria, llasciando la libertà di qualunque altro particolare di potervi ugualmente concorrere, p. 228-239


LXVI


Ardesia, p. 240


LXVII


Manganese,p. 240


LXVIII


Carriere di Pietre, p. 241


LXIX


Delle Majoliche, p. 242


LXX


Della Pozzolana, p. 243


LXXI


Diverse Marge, e Terre, p. 243


LXXII


Delle Saline, p. 243


LXXIII


Del Carbone Fossile, p. 244


LXXIV


Delle Macchine, p. 244-246


LXXV


Ordigni Rurali, 246-


LXXVI


Delli Molini per la Canapa, e per lo Lino, p. 247


LXXVII


DelliMolini a Grano, p. 247-248


LXXVIII


Molini da Olio, p. 249


LXXIX


Delli Fattoj da Olio, e da Vino, p. 250


LXXX


Della Macchina per Filare, p. 250-251


LXXXI


Del Piombino, p 251


LXXXII


Delli Carri, p. 252-253


LXXXIII


Della Macchina di Pietro Sommer, p. 253-254


LXXXIV


della Tromba, e della Macchine Idrauliche, p. 254-257


LXXXV


De' Focolari per risparmiare il fuoco, p. 257-259*


LXXXVI


Della Pesca, 259-264


LXXXVII


Della Popolazione, p. 264-273


LXXXVIII


Del Commercio della Calabria, p. 273-275


LXXXIX


Mezzi per perfezionare il Commercio interno, p. 276-281


XC


Delle Strade, p. 281-290


XCI


Del Commercio Esterno, p. 290-302


XCII


Qualche altro mezzo facile per accrescer, e perfezionare il Commercio d'asportazione della Calabria, e qualche osservazione sulla polizia de' grani, p. 303-317. IL FINE


XCIII


Indice


XCIV


Errata Corrige



























A proposito di Giganti e Tamburinari

A seguito di una strano attacco subito, di cui darò in seguito una ricostruzione sotto il profilo giuridico ammnistrativo e penale, quanto m...