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Sempre più spesso, da ogni parte del mondo, mi giungono richieste in merito a quella parte dei miei “Materiali per una storia di Seminara” che durante i miei soggiorni estivi, finchè i miei compianti genitori vivevano ed a cui devo tutta l’affetto e l’amore che porta per la terra dei miei padri. Il mio interesse per la storia di Seminara era nato verso la fine degli Ottanta o inizio dei Novanta, quando pur essendovi nato mi ritrovai in pratica forestiero e straniero nel luogo in cui ero pur nato, e prima di me mio padre, mia madre, i miei nonni paterni e materni e chissà quanti altri. Non voglio dilungarmi più di quanto sia necessario, ma è per giustificare una certa fretta con cui mi dedico ora a rendere disponibili i miei dati di ricerca senza quella organicità e ufficialità che avrei desiderato. Indugiare oltre significa perderli del tutto o lasciarne il cattivo uso ad altri cui ne avevo fatto riservato dono. Non esistono più purtroppo le condizioni per continuare con lo stesso spirito le ricerche di un tempo. Ordino qui come posso i dati adesso ancora a me disponibili. Se problemi sorgeranno in ordine alle mie pubblicazioni, verranno affrontati, ma già da adesso dichiaro che posso rimuovere i contenuti con la stessa facilità, anzi con maggiore facilità e minore dispendio di lavoro con cui li immetto. Il messaggio è volutamente criptico.
Passo dunque alla serie del catasto onciaro da me digitalizzato con non poca fatica e non poco onere. Un problema potrà presentarsi quando avrà raggiunto i limiti di spazio concessi dalla Google per l’immissione di dati: non è uno spazio illimitato. Si vedrà. I dati vengono qui ordinati anziché tutti in un solo post, come ho fatto su altro blog per una serie di 300 fotogrammi, in singoli post per ogni immagine. Il numero che precede ogni immagine è quello del catasto originale, di cui fin dall’origine esistevano due copie conclusive del lavoro dell’apposita commissione. Di queste due copie una si conservava in Napoli, l”altra presso l’Università di riferimento. La numerazione è quella originale dov r sta per recto, la pagina frontale unica numerata, e v per verso, quella che si legge girando la stessa pagina. Per Seminara credo che la copia sia scomparsa in epoca recente insieme ad una generale razzia di ciò che poteva sembrare di un qualche valore antiquario, per la nuova “nobiltà” nel frattempo formatasi, dopo che quella antica è andata in decadenza o è scomparsa. Manca purtroppo in loco la cultura del documento, dell’archivio, come vero custode dell’identità comunitaria. Il più becero campanismo è assurto a suprema forma di cultura mentre del paese non resta più nulla o quasi. Questa è la pagina di raccordo delle diverse centinaia di pagine che verranno. Al tempo stesso in questa pagina verranno raccolte tutte le notizie istituzionali sul catasto onciario, sulla sua costituzione, sugli scopi, etc. Quelle nozioni minime che bisogna avere. Nel “Materiali” è incluso un “Glossario” cui si potrà far ricorso. Anche qui non vi è completezza, ma si tratta di singoli voci che venivano redatte o raccolte via via che si rendevano necessarie. In calce ad ogni singola immagine del catasto, nelle parti non mutile, si tenterà una trascrizione integrale, alla quale potranno collaborare gli utenti, e verrà collocato ad opportuna integrazione ogni notizia utile all’esplicazione della pagina. È un regalo che faccio pubblicamente a quei seminaresi, dispersi in ogni angolo della terra, ma che scoprono l’importanza delle radici ed del recupero dell’identità. In fondo, in quest’epoca di globalizzazione distruttiva, è proprio pensando a loro che avevo iniziate le mie ricerche di “microstoria” delle nostre comunità.