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Nota: le Bibliografie che precedono e seguono sono chiaramente riprese da Bibliografie esistenti e fuse insieme e rielaborate. Oggi, grazie a internet, è possibile accedere a una più vasta letteratura disponibile in rete e di pubblico dominio. Molti volumi di nostro interesse erano rari e disponibili in remote biblioteche. Ad esse è ora possibile attingere per arricchire i nostri Materiali.
Sez. 2ª
BIBLIOGRAFIA:
Tematico generale
Angioini:
– EPIFANIO V., Gli Angioini di Napoli e la Sicilia.
Dall’inizio del regno di Giovanna I alla pace di Catania, Napoli 1936.
– LÉONARD G., Les Angevins de Naples, Paris 1954.
Aragonesi:
– PONTIERI E., Per la storia del regno di Ferrante I
d’Aragona, re di Napoli, Napoli 1946.
Arte:
Commercio:
– YVER G., Le commerce et les marchands dans l’Italie
méridionale au XIII et au XIV siècle, Paris 1903.
Diritto:
– BESTA E., Il diritto pubblico nell’Italia meridionale
dai Normanni agli Aragonesi, Padova, 1929.
Economia:
– GRIMALDI Domenico, Saggio di economia campestre per la Calabria
Ultra, Napoli 1770.
– GRIMALDI Domenico, Relazione umiliata al Re d’un disimpegno
fatto nella Ulteriore Calabria, con alcune osservazioni economiche relative a
quella provincia. Napoli, 1785. Opuscolo di 46 pagine a stampa. Un esemplare trovasi nella
Biblioteca Comunale di Reggio Calabria.
– LAMANNA Gregorio, Considerazioni politiche-economiche su la
necessità e la direzione dell’Agricoltura nella Sila, Napoli 1783.
– SPIRITI, Giuseppe, Riflessioni economiche-politiche d’un
cittadino relative alle due province di Calabria, Napoli 1793.
– (Le) Condizioni economiche della provincia di Reggio Calabria
sull’andamento dell’industria e del commercio nell’anno 1889, Reggio
Calabria, 1890.
Fonti Archivistiche:
– Ilario PRINCIPE, (a cura
di) 1783/Il Progetto della forma. La
ricostruzione della Calabria negli Archivi di Cassa Sacra a Catanzaro e Napoli,
Roma-Reggio Cal., 1985).
Geografia:
– ALBERTI Leandro, Descrittione di tutta Italia, Bologna
1550.
– ALBERTI Leandro bolognese,
Descrizione dell’Italia. Coll’Isole
appartenenti all’Italia, Venetia, presso Gio…, 1578. [Una ristampa
dell’edizione del 1550 o una nuova edizione con aggiornamenti?]
– MAGINI Giovanni Antonio, Geografia, cioè Descrittione universale
della Terra, Venezia, 1588.
– FIORE Giovanni, Della Calabria Illustrata, vol. I,
Napoli 1691.
- GIUSTINIANI Lorenzo, Dizionario geografico ragionato del Regno di
Napoli, Napoli 1797-1805 (Tomo IX, 1805,con voce “Seminara”). Ristampa
anastatica Forni Editore Bologna. Opera in più volumi.
– GRANO, Francesco, De situ laudibusque Calabriae deque Arochae
nimphae metamorphosi, in Rarissimorum
scriptorum rerum Neapolitanarum Collectio, Napoli 1788.
– RICHARD, Nuovo itinerario d’Italia, rifatto,
accresciuto e corretto sulla nuova Guida d’Italia recentemente stampata in Milano
con una carta postale, Livorno, Tipografia e Calcografia Vignozzi, 1832. A pag.
392 la voce “Seminara”.
- SACCO Fr., Dizionario geografico-istorico-fisico del
Regno di Napoli, voll. 4, Napoli 1795-96.
Normanni:
BIBLIOGRAFIA NORMANNA
(John Julius Norwich)
a)
1016 – 1130
AMATO (AIMÉ) (AMATUS) DI
MONTECASSINO
Amato, monaco di
Montecassino, visse nella seconda metà del secolo XI. Si presume perciò che
egli fosse testimone oculare di molti avvenimenti descritti nelle sue cronache
e di conseguenza è una delle migliori fonti per la storia della conquista
normanna in Italia, periodo che va dagli inizi di questa al 1080. Lo scopo
principale che egli si prefigge è quello di narrare le glorie di Roberto il
Guiscardo e di Riccardo di Capua, ma per quanto riguarda i fatti positivi, in
linea di massima, è molto preciso.
Il testo originale in lingua
latina dell’opera di Amato è andato perduto, ma alla Bibliothèque Nationale a
Parigi, esistono due copie, che risalgono al quattordicesimo secolo, di una
traduzione franco-italiana arcaica.
GOFFREDO MALATERRA
Monaco benedettino di
origine normanna, Malaterra a quanto sembra giunse in Puglia da giovane ed in
seguito si trasferí all’abbazia di Sant’Eufemia fondata da Roberto il Guiscardo
e poi a quella di Sant’Agata a Catania. All’inizio della sua opera precisa che
questa è scritta dietro richiesta del conte Ruggero I e che le sue cronache non
si basano su documenti ma su notizie trasmesse oralmente e vecchie tradizioni;
non sorprende quindi che la prima parte di quest’opera sia alquanto vaga ed
imprecisa. Dopo il 1060, tuttavia, la narrazione si fa piú stringata. Ad
eccezione di una digressione piuttosto lunga sulla spedizione di Roberto il
Guiscardo contro Bisanzio, nella parte seconda egli si limita quasi esclusivamente
a narrare la storia di Ruggero in Sicilia ed è possibile che ne abbia raccolto
i dati dalle labbra dello stesso conte. Ad ogni modo, Malaterra è la migliore,
e praticamente l’unica fonte di notizie sulle imprese belliche di Ruggero in
Sicilia; data la sua posizione semiufficiale è da ritenere che le sue
informazioni siano abbastanza esatte. Le sue cronache terminano nel 1099.
GUGLIELMO DI PUGLIA
Il poema epico di Guglielmo
di Puglia fu scritto a richiesta di papa Urbano II e dedicato a Ruggero Borsa.
Si può, presumibilmente, stabilirne la data intorno agli ultimi anni del secolo
XI – probabilmente tra il 1095 e il 1099. Narra la storia dei normanni nel
Meridione dagli inizi fino alla morte di Roberto il Guiscardo nel 1085 e il
ritorno di Ruggero Borsa e dell’esercito in Italia. A differenza degli altri
cronisti pro normanni dell’epoca, Guglielmo era italiano; Chalandon è
d’opinione che fosse nativo di Giovinazzo, la quale nella sua opera viene
menzionata spesso favorevolmente. Rifacendosi in gran parte alle fonti locali è
di prezioso aiuto per tutte le informazioni riguardanti la Puglia si può fare
minore affidamento sulle notizie che riguardano l’Italia occidentale e la
Sicilia. La sua opera è raccolta in due temi principali – la provvidenziale
sostituzione dei bizantini con i normanni e l’esaltazione della casa degli
Altavilla.
LEONE DI OSTIA
Leone Marsicano apparteneva
alla nobile famiglia dei Marsi ed entrò a Montecassino circa nel 1061.
Quarant’anni dopo papa Pasquale II lo nominò cardinale vescovo di Ostia. Era
amico dell’abate Desiderio, a richiesta del quale scrisse le cronache del
monastero che sono a questi dedicate. Benché abbia messo mano all’opera solo
dopo il 1098, la prima stesura non si riferisce in alcun modo a quelle di Amato
e si basa su documenti d’archivio e su tradizioni orali, in seguito però sembra
sia venuto a conoscenza dell’opera del suo predecessore e di conseguenza
riscrisse buona parte della propria, aggiornandola fino al 1075. Questa fu poi
continuata da Pietro Diacono che, nonostante sia divenuto bibliotecario del
monastero ed abbia avuto ruoli importanti negli affari di questo, fu cronista
poco scrupoloso e su cui non si può fare affidamento; Chalandon, dando prova di
una particolare emotività, parla della sua «odiosa reputazione». L’opera di
Leone di Ostia è ricca di notizie ed è di notevole valore.
ALESSANDRO DI TELESE
L’abate Alessandro
dell’abbazia di San Salvatore presso Telese scrisse le sue cronache a richiesta
della contessa Matilde, sorella di Ruggero II. Benché doveva ostensibilmente
trattarsi di una biografia di Ruggero, la prima parte si presenta assai
sommaria, nulla vien detto della reggenza di Adelaide e la narrazione si fa
interessante solo a partire dal 1127 dove si parla degli avvenimenti che
portarono allo stabilirsi del regno di Sicilia. Da quella data fino al 1136,
quando Alessandro interrompe bruscamente il suo lavoro, egli si presenta come
una fonte preziosa di informazioni – bisogna sempre, però, fare i conti con la
sua estrema tendenziosità. Per lui, Ruggero aveva ricevuto un mandato divino
per riportare la pace e l’ordine nel Meridione, dopo avere inflitto a questo
qualche lieve castigo per le passate iniquità. Malgrado l’abito che portava
l’abate non mostrava un gran rispetto per il papa e giunse persino a
rimproverare Onorio per la sua «insolenza».
FALCO DI BENEVENTO
Membro di una delle piú
eminenti famiglie di Benevento, notaio di Palazzo e scrivano, Falco scrisse una
storia retrospettiva della sua città e dell’Italia del Sud. A noi è giunta solo
la parte che va dal 1102 al 1139. La sua opera ci interessa non solo per le sue
intrinseche qualità – è infatti attendibile, metodica, vivida, e riporta eventi
di cui l’autore è stato spettatore – ma anche perché riflette le opinioni di un
patriota longobardo, per il quale i normanni erano poco piú di una banda di
barbari briganti.
I. FONTI ANTICHE
1. Raccolte di fonti
AMARI M., Biblioteca Arabo-Sicula, versione
italiana, 2 voll., Torino e Roma, 1880-81 (B.A.S.)
ARCHIVIO STORICO SICILIANO
(A.S.S.).
BOUQUET M. e altri, Recueil des Historiens des Gaules et de la
France 23 voll., Paris, 1738-1876. New Series, Paris, 1899- (in corso)
(R.H.F.)
Corpus Scriptorum Historiae
Byzantine, Bonn, 1828-97. (C.S.H.B.)
DEL RE G., Cronisti e Scrittori Sincroni della Dominazione
Normanna nel Regno di Puglia e Sicilia, 2 voll., Napoli, 1845, 1868.
(R.C.S.S.)
GUIZOT F., Collection des Mémoires Relatifs à
l’Histoire de France, 29 voll., Paris, 1823-27. (G.M.H.F.)
JAFFE P., Bibliotheca Rerum Germanicarum, 6 voll.,
Berlin, 1864-73.(J.B.R.G.)
MIGNE J. P., Patrologia Latina, 221 voll., Paris,
1844-55. (M.P.L.)
Monumenta Germaniae Historica, ed. G. H. Pertz, T. Mommsen e altri, Hannover, 1826- (in corso).(M.G.H.)
Monumenta Gregoriana, ed. Jaffé, vol.II. (J.B.R.G.)
MURATORI L. A., Rerum Italicarum Scriptores, 25 voll.,
Milano, 1723-51. (R.I.S.)
Recueil des Historiens des Croisades, Publ. Académie des Inscriptions et Belles
Lettres, Paris, 1841-1906. Historiens
Occidentaux, 5 volumi
(R.H.C.Occ.)
WATTERICH J M. Pontificum Romanorum qui fuerunt inde ab
exeunte saeculo IX usque finem saeculi XIII vitae ab aequalibus conscriptae, Leipzig,
1862, 2 voll. (W.P.R.)
2. Fonti individuali
ALBERTO DI AIX, Liber Christianae Expeditionis pro
Ereptione, Emundatione et Restitutione Sanctae Hierosolymitanae Ecolesiae, in
R.R.C.Occ., vol. IV.
ALESSANDRO Dl TELESE, Rogerii Regis Siciliae Rerum Gestarum Libri
IV, in R.C.S.S., vol II (con
traduzione italiana).
AMATO Dl MONTECASSINO, Ystoire de li Normant, ed V. de
Bartholomaeis, Fonti per la Storia d’Italia, Scrittori, Roma, 1935
ANNA COMNENA, The Alexiad, tr. E. Dawes, London, 1928
Annales Barenses, in M.G.H. Scriptores, vol. V.
Annales beneventani, in M.G.H. Scriptores, vol.
III.
AN-NUWAYRI, ed. Amari, con
traduzione italiana, B.A.S., vol. II.
ANONIMO VATICANO, Historia Sicula, in R.I.S., vol VIII.
AT-TIGANI, ed. Amari, con
traduzione italiana, B.A.S., vol. Il.
BERNARDO DI CHIARAVALLE
(SAN), Vita Prima, in M.P.L., vol. 185.
BRUNO, Vita Sanoti Leonis IX, in W.P.R.,
vol. II.
CEDRENO GIORGIO, Synopsis Historiarum, ed. Bekker, in C.S.H.B., Bonn, 1839, 2 voll.
EADMER, Historia Novarum in Anglia et de Vita Anselmi, tr. R. W. Southern,
London, 1962.
FALCO Dl BENEVENTO, Chronicon, in R.C.S.S. vol. II (con
traduzione italiana).
GLABER RADULF, Historiarum Sui Temporis, Libri V, in R.H.F., vol. X.
GUGLIELMO Dl PUGLIA, Gesta Roberti Wiscardi, in M.G.H., Scriptores, vol. IX.
Per la traduzione francese
cfr. M. MATHIEU, Guillaume de Pouille: La
Geste de Robert Guiscard. (Istituto
Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici, Palermo, 1961.)
GUGLIELMO DI MALMESBURY, Gesta Regum Anglorum, in M.P.L., vol. 179 e M.G.H., Scriptores, voll.
X, XIII. Traduzione inglese e note di J. A. Giles, London, 1895.
GUGLIELMO DI TIRO, Belli Sacri Historia and Historia Rerum in
Partibus Transmarinis Gestarum, in R.H.C.Occ.,
vol. I., tradotto anche in francese in G.M.H.F.,
voll. 16-18.
IBN AL-ATHIR, Kamel al Tawarikh, ed. Amari, con
traduzione italiana, in B.A.S., vol.
I.
IBN HAMDIS Dl SIRACUSA, ed.
Amari, con traduzione italiana, in B.A.S.,
vol. II.
IBN JUBAIR, Account of a visit to Sicily, traduzione
francese e note di M. Amari, «Journal Asiatique», Series IV, voll. 6 e 7,
dicembre 1845, gennaio/marzo 1846; traduzione italiana in B.A.S., vol. 1.
GIOVANNI Dl SALISBUXY, Historia Pontificalis, ed. con
traduzione di M. Chibnall, London, 1956.
LEONE Dl OSTIA (MARSICANO), Chronicon Monasterii Casinensis, in M.G.H. Scriptores, vol. Vll, e M.P.L., vol. 173.
MALATERRA GOFFREDO Historia Sicula, in M.P.L., vol. 149, e R.I.S., vol. V.
ORDERICO VITALE, The Ecclesiastical History of England and
Normandy, traduzione e note di T. Forester, London, 1854, 4 voll.
PSELLO MICHELE, Chronographia, tr. E. R. A. Sewter,
London, 1953.
ROMUALDO Dl SALERNO, Chronicon, in R.C.S.S., vol. I con
traduzione italiana; anche in M.G.H.,
Scriptores, vol. XIX, o R.I.S., vol.
VII.
SKYLITZES JOHN, jEpitomhv
iJstopiw`n, ed. Bekker (copia della sezione principale eseguita da Cedreno), in
C.S.H.B., vol. II.
WILBERTO, Vita Leonis IX, in W.P.R., vol. I.
II. OPERE MODERNE
AMARI M., Storia dei Musulmani di Sicilia, 3
voll., Firenze, 1854-72.
Atti del Convegno Internazionale di Studi Ruggeriani (21-25 aprile
1945). Società
Siciliana di Storia Patria, Palermo, 1954.
BARLOW J. W., A Short History of the Normans in South
Europe, London, 1886.
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au Xle. siècle: Michel Vll Doukas, Robert Guiscard et la pension des
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Biblioteca Storica Principato, vol. XVI, Il Regno Normanno, Istituto Nazionale Fascista
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BLOCH H., The Schism of Anacletus II and the Glanfeuil
Forgeries of Peter the Deacon of Monte Cassino, «Traditio», VIII, 1952
(Fordham University).
BORDENACHE R., La SS. Trinità di Venosa, Scambi ed Influssi
architettonici ai tempi dei prìmi
Normanni in Italia, Ephemeris Dacoromana, «Annuario della Scuola Romena di
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BUCKLER G., Anna Comnena, London, 1929.
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1889, 2 voll.
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——Histoire de la Domination Normande en Italie et en Sicile, Paris, 1907, 2 voll.
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Encyclopaedia Britannica, IIª edizione.
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FREEMAN E. A., A History of Sicily, 4 voll., London,
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GAUTTIER DU LYS D’ARC, Histoire des Conquetes des Normands en
Italie, en Sicile et en Grèce, Paris, 1830.
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GIBBON E., The Decline and Fall of the Roman Empire, ed.
J. B. Bury, London, 1896, 7 voll. (cfr. soprattutto il cap. LVI).
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HASKINS C. H., The Normans in European History, London,
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JAMISON E., The Sicilian Norman Kingdom in the Mind of
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JORANSON E., The Incepzion of the Career of the Normans
in Italy, «Speculum», XXIII, luglio 1948.
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les origines de la Légation Sicilienne, « Le Moyen Age », 33/34, 1922-23.
LENORMANT A., La Grande Grèce , 3 voll., Paris,
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LA LUMIA I., Studi di storia siciliana, Palermo,
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MASSON G., The Companion Guide to Rome, London, 1965.
MENAGER L. R., L’Institution Monarchique dans les Etats
Normands d’Italie, « Cahiers de Civilisation Médiévale », II, 1959.
——Les Fondations Monastiques de Robert Guiscard, Duc de Pouille et de
Calabre, « Quellen
und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken », 33, 1959.
——La "Byzantinisation" réligieuse de l’Italie Méridionale
(IX-XIIe. siècles) et la politique monastique des Normands d’Italie, « Revue d’Histoire
Ecclésiastique », 53/4, 1958-59.
MOR C. G., Roger II et les assemblées du royaume normand dans l’Italie
méridionale, « Revue historique de droit francais et étranger », Série IV,
36, 1958.
OSBORNE J. VAN WYCK, The Greatest Norman Conquest, New York,
1937.
OSTROGORSKY G., History of the Byzantine State, tr.
Ioan Hussey, Oxford, 1956.
PACE B., I barbari
e i bizantini in Sicilia, in A.S.S., voll.
35, 36, Palermo, 1911.
PARDI G., Storia demografica della città di Palermo, «
Nuova Rivista Storica», 3, 1919. (Sull’argomento cfr. anche J. BELOCH, Bevölkerungsgeschichte Italiens, I,
Berlin, 1937.)
PONTIERI E., Tra i Normanni nell’Italia Meridionale, Napoli,
1948.
ROUSSET P., Les Origines et les Caractères de la
Première Croisade, Neuchatel, 1945.
RUNCIMAN S., History of the Crusades, Cambridge,
1954, 3 voll.
——The Eastern Schism, Oxford, 1955.
SCHLUMBERGER G., L’Epopée byzantine à la fin du Xe
siècle, Paris, 18961905, 3 voll.
STEINBERG S., I Ritratti
dei Re Normanni di Sicilia, « La Bibliografia », XXXIX, 1937.
SYMONDS J. A., Sketohes in Italy and Greece, London,
1874.
WALEY D. P., "Combined Operations" in Sicily,
1060-78, « Papers of the British School at Rome » XXII, 1954.
WHITE L. T., Latin Monasticism in Norman Sicily, Pub.
31 (Monograph 13), Medieval Academy of America, Cambridge, Mass., 1938.
WILL C., Die Anfange der Restauration der Kirche im
12. Jahrhundert, Marburg, 1859-61.
WILLIAMS W., St Bernard of Clairvaux, Manchester,
1953.
b)
1130 – 1194
FALCO BENEVENTANO
Appartenente ad una delle
prime famiglie di Benevento, cronista, notaio e giudice. Falco scrisse una
cronaca retrospettiva della propria città e di tutta l’ltalia meridionale negli
anni tra il 1102 e il 1139. La cronaca è interessante non solo perché
vivacemente e appassionatamente riferisce fatti di cui l’autore fu testimonio
oculare, ma anche perché riflette le opinioni di un patriota longobardo per il
quale i normanni non erano altro che una banda di briganti. Esiste una
traduzione italiana elencata nelle Fonti originali.
ALESSANDRO DI TELESE
Abate del monastero di San
Salvatore vicino a Telese, scrisse la sua cronaca a richiesta della contessa
Matilde sorella di Ruggero II. Il De
rebus gestis Rogerii Siciliae regis, pur essendo una biografia
encomiastica, nella prima parte è molto sommaria; non parla della reggenza di
Adelaide e si fa interessante solo a partire dal 1127, quando narra gli
avvenimenti che portarono alla fondazione del regno di Sicilia. Da quell’epoca
fino al 1136, quando Alessandro interrompe bruscamente la sua cronaca, è una
fonte preziosa di notizie, pur tenendo conto della sua estrema tendenziosità.
Per l’abate di Telese Ruggero aveva ricevuto un mandato divino per riportare la
pace e l’ordine nel Meridione, dopo aver punito le iniquità commesse nel
passato. Malgrado l’abito che rivestiva, Alessandro non nutriva molto rispetto
per il papa e giunge persino a rimproverare Onorio II per la sua «insolenza».
Esiste una traduzione italiana elencata nelle Fonti originali.
ROMUALDO SALERNITANO (o
ROMUALDO GUARNA)
Romualdo Guarna,
appartenente all’antica nobiltà salernitana, fu arcivescovo della sua città
natale dal 1153 fino all’epoca della morte avvenuta nel 1181. Durante tutto
quel periodo svolse un ruolo di primo piano nella vita politica del regno, sia
in Sicilia, sia sul continente, sia in politica interna, sia in politica
estera. Fu uno dei negoziatori del trattato di Benevento – in seguito fu
implicato nel complotto contro Maione di Bari e a lui, in gran parte, Guglielmo
I dovette la salvezza durante l’insurrezione del 1161. Durante il regno di
Guglielmo II – del quale officiò la cerimonia dell’incoronazione – rappresentò
la Sicilia alla firma del trattato di Venezia. Il suo Chronicon sive Annales, che inizia con la Creazione e continua fino
al 1178, è una delle fonti piú importanti che si conoscano intorno alle vicende
del periodo qui considerato. Sarebbe stata ancora piú preziosa se Romualdo
fosse stato piú imparziale e meno prudente. Sta di fatto che egli esagera
costantemente la parte da lui svolta negli avvenimenti che descrive,
minimizzando quella degli altri. Questioni in cui non è direttamente
interessato, o in cui egli stesso ed i suoi amici non hanno una posizione di
rilievo, vengono da Romualdo praticamente ignorate. Esiste una traduzione
italiana elencata nelle Fonti originali.
UGO FALCANDO
Come nota Chalandon, tutto
ciò che si riferisce a Falcando è un mistero; persino il nome è dubbio. La piú
nota studiosa inglese del periodo che ci interessa, Evelyn Jamison, sostiene in
maniera convincente, in una sua opera, che Ugo debba identificarsi con Eugenio,
uomo politico e studioso, che fu nominato ammiraglio del regno nel 1190 Il Liber
de Regno Siciliae, si occupa solo del periodo che va dal 1154 al 1169. Vi si parla poco della
politica estera siciliana, ma come specchio della vita sociale e degli intrighi
politici a Palermo durante un periodo particolarmente movimentato, è un vero
capolavoro. All’autore bastano due righe per trasformare un nome in un
personaggio vivo; egli ha un occhio infallibile nel cogliere il significato di
ogni particolare. In quanto all’arte di render viva la narrazione nessuna delle
altre fonti qui considerate è capace di stargli alla pari, ad eccezione forse
di Amato da Montecassino. Ma, mentre Amato è un ingenuo, Falcando è un artista
raffinato ed un navigato uomo di lettere. I suoi grandi difetti sono la
tendenziosità e l’amaro, quasi totale disprezzo per tutti coloro che lo
circondano. Per lui ogni uomo è un furfante, ad ogni azione attribuisce i
motivi piú vili. È difficile precisare fino a che punto sia inesatto; i
confronti sono pressoché impossibili, non essendovi altre cronache che si
riferiscano con abbondanza di particolari a quel periodo. La sua opera,
tuttavia, offre una lettura affascinante. tanto da essere paragonato a Tacito e
a Tucidide. L’unica versione italiana è quella di Del Re, il cui italiano è però
cosí involuto che spesso l’elegante latino di Falcando è di piú facile lettura.
PIETRO DA EBOLI
Il lungo poema di Pietro da
Eboli, Carmen de Rebus Siculis ci
offre un resoconto particolareggiato degli ultimi giorni del regno di Sicilia a
partire dalla morte di Guglielmo il Buono sino all’arrivo di Enrico VI. Come
per Falcando, la sua attendibilità è messa in forse dal suo odio, nel caso
particolare per Tancredi di Lecce, la sua famiglia e i suoi sostenitori. I
fatti da lui esposti solo raramente possono essere confrontati con altre fonti
e, quando lo sono, spesso risultano inesatti. D’altra parte sembra sia vissuto
alla corte di Enrico VI e perciò si trovava in una posizione privilegiata per
la conoscenza di quanto stava accadendo. Anche quella di Pietro da Eboli è
un’opera di cui sarebbe necessaria una traduzione moderna che, per il momento,
non esiste. Quando sarà fatta, c’è da sperare che non trascurerà la
riproduzione dei graziosissimi e spesso arguti disegni con cui Pietro ha
abbellito il suo testo.
I. FONTI ANTICHE
1. Raccolte di fonti
Le abbreviazioni di cui si fa uso in questa bibliografia seguono ogni voce tra parentesi.
M. AMARI, Biblioteca arabo-sicula (versione
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– PLACANICA Augusto, L’Iliade funesta. Storia del terremoto
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questione è cartaceo, del secolo XV, di Guido de Monte Rocherii.
Terremoto del 1783:
Bibliografia da Augusto Placanica
(Da “Il filosofo e la
catastrofe”)
Aggiunta di notizie
Aggiunta di notizie riguardanti il terremoto di Calabria e di Messina
confermate da varie lettere, ed inserite anche in alcuni pubblici fogli
penodici. Anonima,
è riportata in Sarti*, pp. 235-37
Anonimo corrispondente
Breve testo anonimo
riportato in Saint-Non*, vol. IV, p. 4.
Anonimo Filantropo
Osservazioni dell’A. F. su’ l libro intitolato Saggio di fenomeni
antropologici relativi al tremuoto ovvero riflessioni... fatte... dall’Ab...
S..., Coda,
Napoli 1788. L’opera, anonima, è chiaramente attribuita a P. Eugenio da
Mongrassano da parte di M. M. Nerini*, il quale dimostra di conoscere altre
scritture polemiche contro il Salfi.
Aquila
Benvenuto Aquila, Dissertazione critica-filosofica su le
riflessioni pubblicate in rapporto alla cagione fisica dei Tremuoti delle
Calabrie nell’anno 1788, del Dottor Fiscale B. A., s.n.t. (ma 1784 o
successivo, essendo l’opera in polemica con l’altra, analoga, dello Zupo*, che
è del 1784).
Arena
Giacinto Arena, Memoria storico-fisica dei tremuoti di
Calabria Ultra nel 1783, a cura di R. Cotroneo, in «Rivista storica
calabrese», 1906-907. Quattro successive puntate con prefazione del curatore.
Atti della Reale Accademia
Atti della Reale Accademia delle Scienze e Belle-Lettere di Napoli,
dalla fondazione sino all’anno MDCCLXXXVII, Campo, Napoli 1788.
Augusti
Michele Augusti, Dei terremoti di Messina e di Calabria
dell’anno 1783. Memorie e riflessioni compilate da Don M. A., Monaco Olivetano,
Lettore di Filosofia nel Real Monastero di Monte Oliveto di Napoli, Stamperia
di San Tommaso d’Aquino, Bologna s.n.t. (ma 1783).
Augusti, Lettera I
Michele Augusti, lettera al
fratello, conte Alessandro, residente in Bologna, datata Napoli 15 dicembre
1783. E contenuta in Augusti*, pp. 4-6.
Augusti, Lettera II
Michele Augusti Lettera diretta al fratello in data de’ 26
aprile [1783] con cui accompagna il
Diario [del Masci*] e le seguenti
Note [de’ paesi danneggiati]. E in calce al Diario del Masci, del
cui testo fa parte integrante, in Augusti*, pp. 58-59.
Augusti, Relazione
Michele Augusti, Relazione dei terremoti i quali hanno recata
la distruzione della Calabria Ulteriore nel mese di Febbraio dell’anno 1783, in
Augusti*, pp. 19-46.
Bardari
Nicola Bardari, De Terraemotu Calabriae anni MDCCLXXXIII
Elegia. Inserita in un articolo dell’abate Antonio Ortona nella strenna
dell’«Avvenire vibonese» per l’anno 1886, pp. 21 -22.
Bielinskj
Frantisek Bielinskj, Pout-pourri. Troisième centaine parte di
un giornale di viaggio nel Mezzogiorno d’Italia nel 1790-91 (Biblioteca
dell’Accademia Polacca delle Scienze di Cracovia, ms n. 667) alle pp. 274-86.
Parziale versione italiana in V. T. Santoro, Francesco Bielinskj in Calabria, Villa San Giovanni 1983.
Campagna
Giacomo Campagna, Istoria funesta delli teremoti accaduti in
Calabria Ultra in quest’anno 1783. Composta in ottava rima da G. C. del Casale
di Acquaro di Sinopoli. Con un’Orazione in fine di S. Emidio, Protettore contro
de’ Terremoti, Messina 1783.
Caristina
Domenico Caristina, Diatriba historico-physica de terraemotu
Calabriae anni R. S. MDCCLXXXIII. Acceditqusdem Oratio habita in Syrodo
Nicoterensi. Editio prima, Tipografia Simoniana, Napoli 1784.
Coccia
Giuseppe Coccia, Relazione al Maresciallo [Pignatelli] per la distrutta città di Santa Cristina col
tremuoto del 5 febbraio 1783, in «Rivista storica calabrese», 1894, pp.
227-31. È a cura della redazione della rivista.
Colaci
Onofrio De Colaci, Dialoghi intomo a’ tremuoti di questo anno
1783 scritti da O. de C. Regio Consigliere e Uditore del Tribunale di Cosenza, Mazzola-Vocola,
Napoli 1783.
Corrao
Alberto Corrao, Memoria sopra i tremuoti di Messina accaduti
in quest’anno 1783, Di Stefano, Messina 1783. Nome e cognome dell’autore
risultano solo dalla lettera dedicatoria, essendo il frontespizio anonimo.
D’Ancora 1787
Gaetano D’Ancora, Saggio sull’uso de’ pozzi presso gli
antichi, specialmente per preservativo de’ tremuoti, Porcelli, Napoli 1787.
D’Ancora 1791
Gaetano D’Ancora Ricerche filosofico-critiche sopra alcuni
fossili metallici della Calabria di Don G. d’A., Accademico Etrusco e di altre
società letterarie, T. Masi e
compagni, Livorno I 79 I.
De Filippis
Vincenzo De Filippis, De’ Teremoti della Calabria Ultra nel 1783 e
1789, a cura e con introduzione di G. B. Caruso, Tipografia del «Calabro»,
Catanzaro 1905.
Denon
Dominique Vivant Denon, Lettere da Napoli al ministro Conte di
Vergennes, a Parigi 1783. Conservate all’archivio del Ministero degli
Esteri a Parigi, si trovano, in raccolta antologica commentata, in Placanica, L’Iliade funesta (cfr. Altre indicazioni bibliografiche) e, in scelta piú ampia, in G.
Toso-Rodinis, La commedia degl’intrighi e
degli amori. Le piú belle lettere da Napoli di D. V. D. (1782-1785), Firenze
1977.
De Rogati
Francesco Saverio De Rogati,
Il tremuoto. Ode a Dio, Martini e
Compagni, Colle 1783.
Despuig
Antonio Despuig, Varias observaciones hechas en el terremoto
acaecido en la Calabria Ulterior, año del 1783. È contenuto in Tre relazioni inedite spagnole del 1700, a
cura di F. Ramondino, Palma di Majorca 1943, pp. 51-67
Dolomieu
Deodato De Dolomieu, Memoria del commendatore D. de D. sopra i
tremuoti della Calabria nell’anno 1783. Traduzione dal francese [anonima],
Merande, Napoli 1785. E la versione del testo francese, Memoire sur les tremblemens de tere de la Calabre pendant l’année 1783
par le Commandeur D. de D., Fulgoni, Roma 1784.
Dolomieu/Saint-Non
Deodat de Dolomieu, Mémoire sur les Tremblemens de la Terre de
la Calabre ultérieure pendant l’année 1783 par M. Ie Commendateur D. de D. È
riportato nel vol. V del Voyage
pittoresque di Saint-Non*, pp. 387-411, che concludono l’opera.
Faccioli
Antonio Faccioli Delle memorie fisico-tragiche su la storia
del teremoto e suoi fenomeni accaduti nella provincia di Calabria Ulteriore
nell’anno 1783, scritte dal Dottor fisico A. F. di Monteleone, Napoli 1787.
Sono tre canti in ottave.
Fay
Chevalier De Fay, Rélation. È contenuta alle pp. 5-6 del Voyage pittoresque di Saint-Non*, vol. III,
ove la si dice trascritta dal «Journal de Paris» del 5 maggio 1783; è datata
Messina, 12 marzo.
Filosofo di Rogliano
Brani di autore cosí
definito, e che potrebbe essere Pietro Clausi, sono riportati in Torcia 1784*,
pp. 60-61.
Galanti
Giuseppe Maria Galanti, Giornale di viaggio in Calabria (1792)
seguito dalle relazioni e memorie scritte nell’occasione, edizione critica
a cura di Augusto Placanica, Napoli 1981.
Galanti, Letteratura napoletana
Giuseppe Maria Galanti,
Frammenti e testi inediti, di argomento letterario, conservati nell’archivio di
casa Galanti a Santa Croce del Sannio, di imminente pubblicazione a cura di
Sebastiano Martelli.
Galimi
Procopio Galimi, Lettera di P. G. al Signor Duca Don Giuseppe
Vairo su’ tremuoti di Calabria dell’anno 1783, Napoli s.n.t. (La data 12 maggio 1783 è apposta in calce alla
lettera).
Galiani
Ferdinando Galiani, Le memorie di F. G., Segretario del
Magistrato del Commercio, sulla ricostruzione della Calabria e di Messina
(1783). Si cita dall’edizione commentata in Placanica, L’Iliade funesta, pp. 149-66 (cfr. Altre indicazioni bibliografiche).
Gallo, Capitolo
Andrea Gallo, Capitolo di lettera scritta al Reverendo
Padre Don Michele Augusti Monaco Olivetano in Napoli da A. G. da Messina li 3
Settembre 1780, in Gallo, Lettere, pp.
LXXXIII-LXXXVIII.
Gallo, Due lettere a Houel
Andrea Gallo, Due lettere al Signor Giovanni Houel pittore
del Re in Parigi, sul di lui Viaggio pittoresco, in «Nuova Raccolta
d’Opuscoli d’Autori Siciliani», VI (1793), pp. 33-46 (Messina, 13 ottobre 1784)
e 45-57 (Messina, 8 dicembre 1784).
Gallo, Giornale
Andrea Gallo, Giornale meteorologico nel tempo de’
Terremoti accaduti in Messina 1783, in Id., Lettere*, pp. XLV-LIX.
Gallo, Lettera
Andrea Gallo, Lettera istorico-fisica de’ Terremoti
accaduti a Messina nel mese di Febbrajo di quest’anno 1783, scritta dal Signor
Don A. G., Socio dell’Istituto delle Scienze di Bologna e della Reale Accademia
di Napoli etc., Pubblico Professore di Filosofia e Matematica nel Regio
Collegio Carolino di Messina, al Padre Lettore Don Michele Augusti Monaco
Olivetano, in Augusti*, pp. 7-18.
Gallo, Lettere
Andrea Gallo, Lettere scritte da A. G., Publico Professore
nel Regio Carolino Collegio di Messina, Socio dell’Istituto delle Scienze di
Bologna, di Napoli, ecc., e dirizzate al Signor Cavaliere N. N. delle Reali
Accademie di Londra, Bordò e Upsal, pelli terremoti del 1783, con un Giornale
meteorologico de’ medesimi. Aggiuntavi anche la Relazione di que’ di Calabria
con li Paesi distrutti ed il numero de’ Morti, Di Stefano, Messina 1784.
Gallo, Osservazioni
Andrea Gallo, Osservazioni fatte nel corso de’ Terremoti
accaduti in Messina, che servir possono di note e rischiaramento al Giornale
Metereologico, in Id., Lettere, pp. LX-LXXVI.
Gallo, Terremoti di Calabria
Andrea Gallo, Lettera stonco-fisica de’ Terremoti di
Calabria scntta li 7 giugno 1783 dal signor G. à Monsieur H... in Parigi, in
Id., Lettere* pp. LXX-LXXVI.
Destinatario della lettera è, con molta probabilità, J. Houel.
Gandolfi
Bartolomeo Gandolfi, A Monsignore Don Stanislao Sanseverino.
Sulle cagioni del Tremuoto. Memoria presentata da Padre B. G., Lettore nel
Collegio Nazareno, Giovanni Zempel, Roma 1787.
Gattoleo
Vincenzo Gattoleo, Memoria politica ed economica per la
Calabria Ulteriore dell’avvocato V. G. di Catanzaro, che si umilia a Sua
Maestà, Dio guardi, s.n.t. (ma Napoli 1786, come risulta dalla data in
calce alla premessa).
Goethe
Johan Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, traduzione di Emilio
Castellani, commento di Herbert von Einem, prefazione di Roberto Fertonani,
Milano 1983.
Greco
Vincenzo Maria Greco, Saggio di cristiana prudenza o sia
Ragionamento familiare-polemico-contro-critico di Don V. M. G., canonico
cosentino all’eruditissimo signor abate Francesco Saveno Salfi, s.n.t. (ma successivamente
al 1787).
Grimaldi
Francesco Antonio Grimaldi, Descrizione de’ tremuoti accaduti nelle
Calabrie nel 1783. Opera postuma di F. A. G., Porcelli Napoli 1784. Il
volume è introdotto da una Lettera ad un
amico sulla morte di Francescantonio Grimaldi, anonima, ma di Giuseppe
Cestari, curatore dell’opera.
Hamilton
Guglielmo Hamilton, Relazione dell’ultimo teremoto delle
Calabrie e della Sicilia inviata alla Società Reale di Londra da S. E. il
Signor Cavaliere G. H., inviato di Sua Maestà Britannica presso Sua Maestà il
Re delle Due Sicilie, tradotta dall’inglese ed illustrata con prefazione ed
annotazioni dal dottore Gaspare Sella Socio corrispondente della Reale
Accademia dei Georgofili, Della Rovere, Firenze 1783.
Houel
Jean Houel, Voyage pittoresque des isles de Sicile, de
Malte et de Lipan, ou l’on traite des Antiquités qui s’y trousent encore; des
principaux Phénomènes que la Nature y offre; du Costume des Habitans et de
quelques Usages, par J. H., Peintre du Roi, Paris, de l’Imprimeur de Monsieur,
1782 (ma in realtà 1783) Si cita dalla ristampa delle tavole del volume con
testo tradotto: Id., Viaggio in Italia e
a Malta, a cura di Giovanni Macchia, Leonardo Sciascia e Georges Vallet,
Palermo-Napoli 1977.
Istoria
Istoria de’ fenomeni del tremuoto avvenuto nelle Calabrie e nel
Valdemone nell’anno 1783, posta in luce dalla Reale Accademia delle Scienze e
delle Belle Lettre di Napoli, Campo Napoli 1784. Esistono due diverse edizioni,
in-folio e in-quarto, corredate entrambe dall’atlante, di 70 tavole e di una
carta corografica (dovuta a P. Eliseo della Concezione), che è lo stesso per
entrambe le edizioni: delle due, quella in-folio è la piú rara. Il testo è per
larga parte costituito da Sarconi, Osservazioni*:
si cita l’lstoria in tutti gli
altri casi, e comunque sempre dall’edizione in-quarto.
Jerocades
Antonio Jerocades, Filadelfia in Calabria canzone. È posta
in appendice di E. Serrao, De’ tremuoti e
della nuova Filadelfia, Napoli 1785, pp. 33-36, dal quale si cita. Il nome
del Jerocades si ricava dalle parole di presentazione del Serrao.
Lallement
Lallement, Rélation sur les tremblemens de terre. È
il testo inserito nel vol. IV del Voyage
pittoresque del Saint-Non*, pp. 5-10 La relazione è anepigrafa, e il nome
dell’autore è indicato in nota, dove lo si qualifica come vice-console di
Francia a Messina.
Lamanna
Gregorio Lamanna, Considerazioni politico-economiche su la
necessità e la direzione dell’Agncoltura nella Sila, ristampate con nuove note
a riflesso del tremuoto in Calabria, dell’avvocato G. L. Patrizio di Scigliano,
Simoniana, Napoli 1783.
La Pira
Giuseppe La Pira, Dissertazione fisico-chimica sulla causa
mediata ed immediata de’ Tremuoti, di Don G. L. P. vezzinese, Dottore in
Filosofia e Medicina e Pubblico Lettore di Chimica nella singolar Università
degli generali Studi di Catania, consagrata alla grandezza dell’illustrissimo
Don Stefano Airoldi, ecc., Pulejo, Catania 1783.
Lettera venuta
Lettera venuta da Napoli che descrive il tremendo Tremuoto accaduto il
dì 5 febbraio 1783 nella città di Messina e nella Calabria Ultra, Venezia s.n.t. (1783).
L’esordio fa pensare che la stampa sia avvenuta poco tempo dopo il terremoto.
Lingua di Scilla
La lingua di Scilla ululante. Opuscolo anonimo e s.n.t., edito forse intorno al
1788.
Manifesto
Manifesto per la nuova Real Fabbrica de’ Vini di Calabria detti del
Terremoto, Napoli
1787.
Maremoto di Scilla
Il maremoto di Scilla, 1783. Lo studio è contenuto nel volume di A. M. De
Lorenzo, Secondo manipolo di monografie e
memorie reggine e calabresi, Siena 1895, capitolo IV; riproduce le
informazioni di Minasi 1783* e di Minasi 1785*, ma con l’aggiunta di «altre
sincrone testimonianze».
Maria Carolina
Si tratta di alcune lettere
trasmesse dalla regina Maria Carolina al suocero Carlo III di Spagna,
conservate all’Archivo General di Simancas: sono citate dal testo riprodotto in
Placanica, L’Iliade funesta, pp. 17
sgg. (cfr. Altre indicazioni
bibliografiche).
Marucci
Nunzio Marucci (notar) ll terremoto di Messina dela febbraio 1783
in un atto notarile. È inserito nell’articolo del notar Luigi Martino, I tremuoti
del 1783 in Messina (Sincrona descrizione inedita), in «Archivio storico
messinese», IV (1939), pp. 199-200.
Masci
Angelo Masci, Diario estratto da una eruditissima
Relazione de’ Terremoti del Signor Don A. M. di Santa Sofia, paese della
Calabria Citeriore, posto tra Rossano e Cosenza, distante 24 miglia da
quest’ultima. È contenuto in Augusti*, pp. 55-59.
Medici
Luigi De Medici, Brani di
relazione al Re, dalla Calabria nel 1790, riprodotti in N. Cortese, Il Mezzogiorno ed il Risorgimento italiano, Napoli
s.d. (ma 1965), pp. 100-3.
Melloni
Giovambattista Melloni, Vita di San Domenico fondatore dell’Ordine
de’ Predicatori, riveduta e notabilmente accresciuta, Napoli 1791. In
appendice, riferimenti al sisma attribuiti a P. Antonio Minasi.
Melzi d’Eril
Francesco Melzi d’Eril, Lettera a Pietro Verri sul teremoto
calabro-siculo del 1783. Datata Napoli, 27 marzo 1783, è a cura di F. N.,
in «Miscellanea Novati», Milano 1915.
Minasi 1783
Girolamo Minasi, Relazione veridica intorno al temibile
Terremoto accaduto in Scilla a 5 Febbraio 1783 o sia Notizia storica esibita al Pubblico. Scritta la
presente in forma pistolare ad un Amico in assenza, Di Stefano, Messina
1783. Il nome dell’autore – quondam Rocco – si ricava dalle soscrizioni.
Minasi 1785
Girolamo Minasi, Continuazione ed appendice sopra i tremuoti
descritti nella relazione colla data di Scilla de’ 30 settembre 1783, con altro
che accadde in progresso ecc., Di Stefano Messina 1785. Il nome dell’autore
– del quondam Rocco – si ricava dalle soscrizioni
Molluso
Parroco Molluso Santa Cristina d’Aspromonte. Descrizione del
tremuoto del 1783 (Dai libri parrocchiali), in «Rivista storica calabrese»,
III (1985), p. 38. Il cognome dell’autore si ricava dal riferimento al
fratello, canonico Filippo Molluso, Mandalari (cfr. Altre indicazioni bibliografiche) attribuisce la relazione a G. B.
Moscato.
Morra
Vincenzo Morra, Descrizione dei tremoti di Messina e
Calabria dei 19 Febraro 1783. Rime di V. M., militare nelle Reali Guardie
italiane, s.n.t.
Münter
Friedrich Münter, Nachrichten von Neapel und Sicilien auf
einer Reisen in den Iahren 1785 und 1786 gesammlet, von M. F. M., Professor der
Theologie bei der Kopenhagener Universität. Aus dem Danische übersetze. Mit
Kupfern, Christian Gottlob Droft, Kopenhagen 1790.
Natura irata
La natura irata o sia il Terremoto di Calabria e Messina. Poemetto in
un canto in ottava rima, Napoli 1783. Anonimo.
Nerini
Michelangelo Maria Nerini, Saggio di contrapposti ragionatissimi
relativi al Saggio di Fenomeni antropologici relativi al Tremuoto, ovvero
Correzioni sopra alcune oppinioni pregiudiziali alla pubblica e privata
felicità fatte per occasione de’ Tremuoti avvenuti nelle Calabrie l’anno 1783 e
successivi dall ‘Ab... S..., Napoli 1787..., fatte dal P. F. M. M. N. da
Montalto, dedicato all’Ecc.mo e Rev.mo Signor Don Gennaro Clemente Francone
Arcivescovo di Cosenza, in Napoli 1780 (sic), Manoscritto di cc. XX-528
conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, Mss XX, 64.
Nouvelles plus recentes
Nouselles plus recentes sur l’état actuel de Messine. È un brano su due colonne,
inserito in nota alla p. 4 del vol. IV del Voyage
pittoresque del Saint-Non*.
Onorati
Niccola Onorati, Dissertazione sul tremuoto di Messina e di
Calabria, avvenuto il di 5 e 7 di Febbraio del corrente anno 1783, detta in una
privata società letteraria dal Padre N. O., Minore Osservante, Professore di
Filosofia nel R. Collegio Militare, Napoli 1783.
Pacifico
Nicola Maria Pacifico, Della spiegazione fisica de’ fenomeni de’
terremoti di Calabria dell’anno 1783. Tre relazioni lette all’Accademia di
Scienze e Belle Lettere di Napoli nel corso del 1786. Citate dal Pacifico
nelle lettere riportate in V. Capialbi, Nuovi
motivi comprovanti la dualità della Mesma e della Medama, Napoli 1849, da
cui si cita.
Pagani-Cesa
Giuseppe Urbano Pagani-Cesa,
ll terremoto di Messina. Pensieri di un
amico dell’Umanità, G. U. P. C., in G. A. Brocchi, Critica del Nobile Signor G. A. B. Trevigiano fatta all’Opuscolo intitolato:
ll Terremoto di Messina. Con la risposta di Giuseppe Urbano Pagani-Cesa autor
dell’Opuscolo. Premessovi questo, a soddisfazione di chi vorrà farsi Giudice, Valvasense,
Venezia 1783. Si cita da questa edizione, ma esiste un apografo della sola
poesia del Pagani-Cesa alla Biblioteca Nazionale di Napoli.
Pagano
Francesco Mario Pagano, Saggi politici, Napoli 1783. È la sola
che rechi il brano dedicato al terremoto calabro-messinese, poi omesso
nell’edizione successiva, assai piú nota. Si cita dal testo riportato in F.
Venturi, Illuministi italiani, vol. V
degli «Illuministi italiani» a sua cura, Milano-Napoli 1962, pp. 854-62.
Palestino
Gregorio Palestino, Cenno storico sui tremuoti del 1783. Lo
studio è contenuto nel volume di De Lorenzo, Secondo manipolo, cit.,
capitolo 1ll.
Pensante Peloritano
Pensante Peloritano (Ignazio
Paternò Castello, principe di Biscari), Descrizione
del terribile terremoto de’ 5 febraro 1783 che afflisse la Szilia, distrusse
Messina e gran parte della Calabria. Diretta alla Reale Accademia di Bordeaux.
Poesia del P. P., Mazzola-Vocola, Napoli 1784. Le prime Xl pagine sono un’introduzione di
Michele Torcia, curatore dell’edizione.
Pignataro
Domenico Pignataro, Giornale tremuotico. È riprodotto nel
vol. II di Vivenzio 1788*, pp. I-LXXXII. Lo stesso Vivenzio chiarisce che il
«giornale tremuotico» dell’edizione precedente (Vivenzio 1783k) era di altri
autori.
Pignataro, Relazione inedita
Domenico Pignataro,
manoscritto inedito, diverso dal Giornale
tremuotico, di cui vari brani sono ripresi in Mercalli, I terremoti della Calabria meridionale, pp.
32 (144) sgg.
Pignatelli, Corrispondenza
Brani di relazioni rimesse
dal Vicario al sovrano, riportate in Cortese, Il Mezzogiorno, cit., passim.
Piperni
Luigi Piperni, Memoria dell orribilissimo ed insolito
tremoto accaduto il dì 5 febbraio di questo anno 1783 e seguitato da altre
ugualmente tristissime scosse, e delle grandissime perdite avute dalla mia casa
in tal flagello, in appendice a G. Occhiato e F. Bartuli, Una memoria inedita di Ignazio Piperni
sull’antica città di Mileto (1744), Mileto 1984.
Relazione del danno
Relazione del danno cagionato dal Terremoto della Calabria Ulteriore
nei giorni 5 e 7 Febbraio 1783. Anonima, è in Augusti*, pp. 51-54.
Rodinò
Gianfrancesco Rodinò, Lu terramotu di lu Milli Settcentu
Ottantatre. Sonettu (a fronte): Versione.
Il tremoto del millesettecento ottantatre..., in Poesie varie di G. R. barone di Miglione, Floriana, Napoli 1843,
pp. 38-39.
Romano
Gaspare Romano, Sistema universale delle scienze, in parte
inedificato, con undici proposizioni, e nel resto adombrato con le sue
definizioni, con altri tre sistemi particolari [...] dimostrati tutti
geometricamente dal Dottor G. R. di Cosenza, Nobile, Napoli 1794.
Romeo
Carlo Romeo, lettera al
Vicario sul sisma del 23 dicembre 1784, riportata in Placanica, L ‘Iliade funesta, pp. 205-6.
Roscitano
Pietro Roscitano, Memoria istorico-filosofica de’ Terremoti
della Città di Reggio Calabria in occasione dello smisurato moto di quest’anno
1783, di Don P. R. Professore nelle Regie Scuole Reggiane, Stamperia del
Grande Ospedale, Messina, s.d. (ma 1783).
Saint-Non
Abbé de Saint-Non, Voyage pittoresque ou Déscription des
Royaumes de Naples et Sicile. I voll. III, IV e V della prima edizione di
quest’opera (1783 sgg.) contengono riferimenti e relazioni, di vari autori –
nominati o non –, riportati nel testo o nelle note o in appendici, e, per il
vol. III, tutti in inserti con numerazioni differenti estranee al corpo
dell’opera (cfr. in Altre indicazioni
bibliografiche Placanica, Fra
gl’incunaboli, dove sono descritti gl’inserimenti di nostro interesse).
Salfi
Francesco Saverio Salfi, Saggio di fenomeni antropologici relativi al
tremuoto ovvero Riflessioni sopra alcune oppinioni pregiudiziali alla pubblica
o privata felicità fatte per l’occasion de’ tremuoti avvenuti nelle Calabrie
l’anno 1783 e seguenti, dall’Ab... S..., Flauto, Napoli 1787. L’opera è
anonima, ma fu universalmente attribuita, fin dal primo apparire, al Salfi, che
era abate.
Salimbeni
Piergiovanni Salimbeni, Il Rabbino ovvero Li tremuoti di Calabria.
Poema di P. S., Pubblico Professore
di Eloquenza nel Regio Liceo della Magna Grecia, dedicato a S. E. il signor Don
Luigi Marincola de’ Duchi di Petrizzi, Morelli, Napoli 1786.
Salis-Marschlins
Carl Ulysses von Salis von
Marschlins, Beiträge zur naturlichen und
ökonomischen Kenntnis des Königreichs beider Sicilien im Jahre 1788, Zürich
1790. Si cita dalla edizione, parziale, tradotta in italiano, Il Sud nelle lettere di Carl Ulysses von
Salis von Marschlins, a cura di G. Homeyer, Chiaravalle Centrale 1981.
Sambuca al Vicario
Marchese della Sambuca,
lettere al Vicario, in Cortese, Il
Mezzogiorno cit., p. 81.
Sarconi
Michele Sarconi, Osservazioni fatte nelle Calabrie e nella
frontiera del Valdemone su i fenomeni del tremoto del 1783 da M. S., Segretario della Reale Accademia
delle Scienze e delle Belle Lettere di Napoli. Costituisce la parte di gran
lunga preponderante del volume Istoria*. Si
cita dall’edizione in quarto.
Sarti
Cristofano Sarti, Saggio di congetture su i terremoti del
dottore C. S. Pubblico Professore nell’Università di Pisa, Bonsignori,
Lucca 1783.
Savoja
Rosario Savoia, Brani di sue
relazioni sono riportati in Torcia 1784*, pp. 65-70.
Sella
Gaspare Sella, Passi
dall’introduzione e dalle note a Hamilton, Relazione*,
da cui si cita.
Serrao
Elia Serrao, De’ tremuoti e della nuova Filadelfia in
Calabria. Commentario di E. S. Giureconsulto ed Avvocato napoletano dedicato a
S. E. il Signor Tenente Generale Don Francesco Pignatelli de’ Principi di
Strongoli e Vicario general delle Calabrie, Raimondi, Napoli 1785. Alle pp.
33-36 contiene la canzone Filadelfia in
Calabria di A. Jerocades*.
Spallanzani
Lazzaro Spallanzani, Viaggi alle due Sicilie e in alcune parti
dell’Appennino dell’abate L. S. Regio Professore di Storia naturale
nell’Università di Pavia e Sopraintendente al Pubblico Imperiale Museo della
medesima ecc., Comini, Pavia 1793 (tomo IV) e 1795 (tomo V). Si cita dal
volume Letterati memorialisti e
viaggiatori del Settecento, a cura di E. Bonora, Milano-Napoli 1951, pp.
943 sgg.
Stato felice
Stato felice ed infelice della Calabria e di Messina e del suo
territorio prima e doppo i terremoti de’ 5 Febbraio e 28 Marzo 1783 accaduti in
quelle parti, Pagani,
Firenze 1783. Anonimo, è dal Mandalari (cfr. Altre indicazioni bibliografiche)
attribuito a F. Gusta.
Stolberg
Friedrich Leopold Graf zu
Stolberg, Reise in Deutschland, der
Schweiz, Italien und Sicilien, von F. L. Graf zu S., in vier Bänden bebst einem
Hand Kupfer, Friedrich Nicolosius, Königsberg-Leipzig 1794.
Toaldo
Giuseppe Toaldo, Osservazioni meteorologiche del mese di
giugno 1783, con un Discorsetto sulla Nebbia straordinaria ed influenza de’
Fulmini nella presente Stagione, di Don G. T Seconda edizione ricorretta ed
accresciuta, s.n.t. (ma 1783).
Tommasi
Elia Tommasi, Lettere al Marchese della Sambuca. Tratte
dall’Archivio di Stato di Napoli, Esteri n. 4888, allora completamente
disponibile, e successivamente pubblicate in Cortese, Il Mezzogiorno cit., pp. 82-85.
Torcia 1783
Michele Torcia Tremuoto accaduto nella Calabria e a Messina
alli 5 febbraio 1783 descritto da M. T archivario di Sua Maestà siciliana e
membro della Accademia Regia, Napoli 1783. È la prima delle relazioni del
Torcia, divenuta presto notissima e pubblicata, talora anonima, in varie sedi.
Su tutto cfr. Placanica, Michele Torcia, in
Altre ındıcazıoni bibliografiche.
Torcia 1784
Michele Torcia, Descrizione del tremuoto avvenuto nella
Calabria e a Messina alli 5 febbraio 1783 del signor Don M. T. archivario di
Sua Maestà siciliana e membro dell’Accademia Regia, Turra, Vicenza s.d. (ma
1784, giacché l’opera risulta delle colonne di testo composte per il «Giornale
enciclopedico di Vicenza», di gennaio, febbraio, marzo e aprile 1784, del
medesimo editore).
Vivenzio 1783
Giovanni Vivenzio, Istoria e teoria de’ tremuoti in generale,
ed in particolare di quelli della Calabria e di Messina del 1783, di G. V., Stamperia
Reale, Napoli 1783.
Vivenzio 1788
Giovanni Vivenzio, Istoria de’ tremuoti avvenuti nella
Provincia della Calabria ulteriore e nella città di Messina nell’anno 1783, e
di quanto nella Calabria fu fatto per lo suo risorgimento fino al 1787,
preceduta da una Teoria ed Istoria generale de’ Tremuoti, Stamperia Reale,
Napoli 1788, 2 voll.
Zupo
Nicola Zupo, Riflessioni su le cagioni fisiche dei
tremuoti accaduti nelle Calabrie nell’anno 1783 di N. Z., Professore di
Medicina Accademico dei Costanti e dei Cratilidi di Cosenza e Cattedratico
sostituto di Matematica nelle Regie Scuole della medesima Città, Porcelli,
Napoli 1784.
Altre
indicazioni bibliografiche.
1. Sulla Calabria e sui suoi
mali geologici - antichi o recenti, condanna della natura o conseguenze delle
malefatte dell’uomo - è anzitutto da vedersi l’ottimo L. Gambi, Calabria, Torino 1978, quadro ambientale
d’insieme che dà conto anche delle evoluzioni del paesaggio lungo i secoli, ed
è comunque imprescindibile per una conoscenza problematica della regione. Si
veda anche il recente volume di aa.vv., La
Calabria a cura di Piero Bevilacqua e di Augusto Placanica, Torino 1985, in
cui il saggio iniziale di A. Placanica, I caratteri
originali, pp. 5-114, dà una visione dell’assetto oroidrogeologico della
Calabria, propizio alle catastrofi (e su questo, nel medesimo volume, cfr.
pure, con riferimento ai secoli XIX e XX, P. Bevilacqua, Uomini, terre, economie, pp. 115-362, che dedica belle pagine a
«Dominio e infelicità degli spazi». Buoni anche gli articoli introduttivi alla
guida Basilicata e Calabria del Tci (Touring Club Italiano),
sia nell’edizione del 1965 che in quella del 1980 (notevolmente ampliata e
rifatta).
La struttura geologica della
Calabria ha il suo testo classico in E. Cortese, Descrizione geologica della Calabria, Firenze 1934 (ristampa; la
prima edizione risale al 1895), frutto di un’analisi minutissima durata sette
anni, con un corredo di carte e tavole di grande utilità. Si tengano presenti
altresí: G. De Cristo, I materiali
vulcanici calabresi, Palmi 1923; V G. Stefanini, La Calabria e la sua storia geologica, in «Rivista geografica italiana»
1909; G. Von Rath, Geognostisch-Geographische
Bemerkungen über Calabrien, in «Zeitschrift der Deutscher Geologie
Gesellschaft», 1873; G. Gignoux, La
Calabre, in «Annales de Géographie», vol. XVIII, 1909. Ma per tutto cfr.
sia L. Cardi, Calabria, Napoli 1965,
vol. XIV della Collana di bibliografie geografiche regionali a cura del Cnr,
sia F. Ippolito, Bibliografia geologica
d’Italia: Calabria, vol IV, a cura del Cnr, Roma 1959.
Chi voglia ragguagliarsi
sulle conoscenze settecentesche in merito allo stesso tema, guardi A. Fasano, Saggio geografico-fisico sulla Calabria
Ulteriore, in «Atti della Reale Accademia delle Scienze e Belle-Lettere di
Napoli sino all’anno 1787», Napoli 1788, studio minuzioso ma approssimativo,
come comportava l’età. Chi, al contrario voglia farsi un’idea delle piú recenti
e agguerrite teorie circa l’orogenesi e la struttura geologica della Calabria
veda per una sintesi agile ma ben informata, le note dedicate da L. Laureti
all’argomento nel volume Basilicata e
Calabria, a cura del Tci, soprattutto pp. 23-32 (edizione 1980) o, per
un’informazione piú ampia G. Bonardi e altri, L’arco calabro-peloritano, in «Memorie della Società Geografica
italiana», 1976; C. Bousquet, La
testonique récente de l’Appenin calabro-lucanien dans son cadre géologique et
géophisique, Montpellier 1972; M. Gignoux, Les formations marines pliocènes et quaternaires de l’Italie du Sud et
de la Sicile, Université de Lyon, 1913. Ippolito, B. D’Argenio, T.
Pescatore e P. Scandone, Unità
stratigrafico-strutturale e schema tettonico dell’appennino meridionale, Istituto
di geologia dell’Università di Napoli, 1973.
2. Quanto alle opere
bibliografiche sulla storia sismica della Calabria, e sui connessi studi, la
produzione è abbastanza ampia. Un recente lavoro, non immune da errori e lacune
ma comunque utile è quello di P. Gardellini e M. Spadea, Bibliografia sismologica delle regioni italiane, a cura del Cnr,
Roma 1980, nell’ambito del Progetto Finanziato «Geodinamica», che dà in
apertura un catalogo sismico in diacronia, e, nella seconda parte, regione per
regione, sempre in diacronia, testimonianze a stampa apparse in occasione dei
vari terremoti. Un repertorio in ordine alfabetico è dedicato ai terremoti
(cap. II) in M. Mandalari, Biblioteca
storico-topografica delle Calabrie, Messina 1928, assai nutrito e informato
e con poche e comprensibili mende, che nel titolo sembra riprendere N. Falcone,
Biblioteca storica-topografica delle
Calabrie, Napoli 1846; ma un buon lavoro del secolo XIX era già stato L. M.
Greco Delle principali opere intorno ai
calabri Tremuoti dal 1783 al 1854 e degli studi piú convenienti sopra i
medesimi, Cosenza 1856. Ricca anche la bibliografia premessa a G. Mercalli,
I terremoti della Calabria meridionale e
del Messinese. Saggio di una monografia sismica regionale, Roma 1897, opera
imponente, frutto dell’attività scientifica di autore celeberrimo; a cui sono
da aggiungersi anch’essi di gran pregio, i vari studi condotti dal Baratta,
spesso con attinenza alla Calabria e con abbondanti riferimenti bibliografici.
I recenti sforzi degli enti (il Cnr con il progetto «Geodinamica» e la
Commissione Enea-Enel per lo studio dei problemi sismici – l’Enea sostituisce
dal 1982 il soppresso Cnen –) stanno portando, col supporto di metodi e
strumenti nuovi, alla raccolta di dati sismostorici e, contemporaneamente, alla
catalogazione sistematica della possente documentazione bibliografica
accumulatasi negli ultimi cinque secoli: cfr. il recente Contributo alla caratterizzazione della sismicità del territorio italiano,
s.n.t. (ma Roma s.d. ma successivamente al 1981, anno di celebrazione del
relativo convegno), in cui è dato rinvenire, tra l’altro, uno studio di
tecnologia informatica ad alto livello, F. Musmeci Adamo: un codice per analisi preliminari di cataloghi sismici storici, accanto
a uno studio di pura metodica storiografica sull’argomento, G. Magri e D.
Molin, Sulla raccolta e catalogazione
delle notizie di sismica storica utile per un conveniente approccio a
questo ambito di ricerche. L’espansione di questi metodi potrà evitare certe
catalogazioni e bibliografie retrospettive che, soprattutto in occasione del
bicentenario della catastrofe del 1783 – in previsione di esso – hanno toccato
incredibili vertici di offensiva trascuratezza, sí che qui è bene stendervi
sopra un pietoso velo (ma se ne parla in alcuni dei miei studi che si citano al
§ 5). Specificamente dedicata al macrosisma del 1783 è A. Placanica, Calabria tremante, di prossima
pubblicazione, che contiene una bibliografia commentata limitata alle opere
edite tra il 1783 e il 1793 (e con riferimento anche ai molti autori di cui non
s’è tenuto conto in questa nota bibliografica, come Alberti, Bartels
Caracciolo, Colajanni, Curcio, De Leone, Fleuriau de Bellevue Florio Fortis,
Galeota, D. Grimaldi, Ippolito, Madonna, Oriani, Palamara, Pittaro, Principato,
Puglisi Allegra, S. Rodinò, Sergio, Taccone, Toaldo, e l’Historische und Geographische Beschreibung, ecc.).
3. Per lungo tempo non è
esistita un’autonoma «storia» del terremoto del 1783: le classiche opere del
Botta sulla storia d’Italia e del Colletta sulla storia del reame di Napoli,
assai note e diffuse tra Ottocento e Novecento, contengono ampi riferimenti a
quella catastrofe ma non sono che pure ripetizioni di quel che se ne era
scritto quaranta-cinquanta anni prima (l’Istoria
accademica, F. A. Grimaldi, Vivenzio 1788, tutt’al piú Hamilton e Dolomieu,
con assoluta ignoranza delle molte altre fonti disponibili), la tacitiana prosa
del Colletta però ha il merito di presentare un quadro toccante dello scenario.
Al Botta e al Colletta attinse, ancor piú passivamente, quasi gli mancassero
altri testi, A. Grimaldi, La Cassa Sacra
ovvero la soppressione delle manimorte in Calabria nel secolo XVIII, Napoli
1863, a lungo rimasta fonte essenziale per la storiografia locale: l’autore era
archivista a Catanzaro e, ciononostante convintissimo che tutte le pratiche del
periodo, incluse quelle della Cassa Sacra, si fossero perdute (ma il libro è
utile per dei documenti pubblicati in appendice). Lo strano è che il Botta e il
Colletta, che attingono alle stesse fonti settecentesche, e Grimaldi, che
attinge ai due precedenti, vengono ancor oggi citati e invocati come fonti
primarie. Alquanto piú informato, invece D. Carbone-Grio, I terremoti di Calabria e di Sicilia nel
secolo XVIII, Napoli 1884, opera anch’essa molto nota.
Ben diverso pregio hanno le
cronologie di esclusiva natura geosismologica: insuperata e insuperabile domina
la citata opera del Mercalli, I terremoti della Calabria meridionale e del
Messinese, che, sulla base delle testimonianze del tempo – spesso comparate
tra di loro – ricostruisce, scossa dopo scossa, tutto l’arco sismico 1783-90,
con una preziosa attenzione ai minimi fenomeni e con un largo uso di peregrine
citazioni: naturalmente quella del Mercalli è ricostruzione di esclusivo
interesse naturalistico. Ampie analoghe retrospettive si trovano anche in: M.
Baratta, I teremoti d’ltalia. Saggio di
storia, geografia e bibliografia sismica
italiana, Torino 1901, pp. 813-23; Id., La
catastrofe sismica calabro-messinese (28 dicembre 1908). Relazione alla Società
geografica italiana, Roma 1910, pp. 377-408; Id., I terremoti in Italia, Firenze, pp.; A. Faggiotto, I terremoti calabro-siculi e loro probabili
cause, Reggio Calabria 1895, pp. 40-51; G. B. Alfano, Alcune osservazioni sugli epicentri sismici della Calabria e del
Messinese in «Rivista di Fisica, Matematica e Scienze Naturali» Pavia 1909,
n. 110; oltre a parecchi opuscoli ed articoli, spesso occasionati dai
macrosismi del primo Novecento (soprattutto 1905 e 1908), e che – secondo
l’antica tradizione – imprendono il racconto partendo dalle catastrofi remote:
il che ha spesso indotto gli autori ad attingere, almeno nella parte
retrospettiva, sempre alle stesse fonti canoniche, ripetute come grandi novità:
il tutto per semplicemente narrare dei fatti (e connesse fanfaluche).
4. Considerata ampiamente
esaurita l’analisi naturalistica, grazie agli eccellenti studi del tardo
Ottocento e del primo Novecento (Mercalli e Baratta sopra tutti), si veda ora A
Placanica L’Iliade funesta. Storia del
terremoto calabro-messinese, I. Corrispondenza e relazioni della Corte, del
governo e degli ambasciatori, RomaReggio Calabria 1984 (che contiene, con
commenti e introduzioni: le lettere di Maria Carolina di Napoli a Carlo III di
Spagna; i resoconti settimanali del Marchese della Sambuca, primo ministro di
Napoli, al collega madrileno Conte di Floridablanca, 1783-84, le relazioni del
Vicario Pignatelli al Re; la corrispondenza degl’ingegneri addetti alla
ricostruzione; le memorie del Galiani, segretario del Magistrato del Commercio
lettere e relazioni dell’incaricato d’affari francese a Napoli Denon, del
residente veneto Alberti del segretario della Reale Accademia Michele Sarconi
del ministro Veradi e del governatore di Messina al viceré Caracciolo, del
Caracciolo stesso al Duca di Rochefoucault, del fiscale Romeo al Vicario). Il
triste destino degli archivi e delle biblioteche di Calabria dopo il terremoto,
è descritto in A. Placanica, L’Archivio
della Regia Giunta di Cassa Sacra a Catanzaro, I: Dalle origini alla nomina di
Pasquale Baffi (1784-1787) in «Rassegna degli Archivi di Stato», 1966, nn. I -2; II: Il Baffi e le pergamene calabresi. Il fondo catanzarese della Cassa
Sacra dal 1787 ad oggi, ivi, 1967, n. I. Per la politica economica del
governo napoletano all’indomani del 1783 si veda, a conclusione di altri suoi
studi, A. Placanica, Alle origini
dell’egemonia borghese in Calabria. La privatizzazione delle terre
ecclesiastiche (1784-1815), Salerno-Catanzaro 1979. Hanno qualche attinenza
ai problemi del terremoto e del dopoterremoto: G. Cingari, Giacobini e sanfedisti in Calabria nel 1799, Messina-Firenze 1957
(recentemente ristampato Reggio Calabria 1981), e La Calabria dalle riforme alla restaurazione. Atti del VI Congresso
storico calabrese, a cura della Deputazione di Storia patria per la
Calabria, 2 voll., Salerno-Catanzaro
1981, nonché alcuni piú specifici studi recenti – spesso di pura occasione (il
bicentenario 1783-1983) e ripetitivi di cose altrui –, tra i quali si
segnalano, come frutto di ricerche originali solo alcuni: ad esempio R.
Liberti, Il grande Flagello nella Piana
di Gioia alla luce dei registri parrocchiali, Oppido Mamertina 1984 (a cui,
a suo tempo, si è fatto riferimento) e F. Serrao Dall’Apocalisse all’esodo. Contributo per la storia di Filadelfia nel
bicentenario della fondazione, in «Brutium», 1983, n. I (fondato su alcuni
interessanti atti notarili).
5. Pochissimo praticato,
invece, il campo del dopoterremoto secondo l’analisi degli autori settecenteschi;
per cui sono costretto a rinviare ai miei studi: A. Placanica, Tra gl’incunaboli della coscienza infelice
dell’illuminismo. La catastrofe calabrese nel «Voyage» del Saint-Non, in
«Rivista storica calabrese», 1981, n. 1-2, Id. Scrupolo scientifico e cordialità umana nelle antologie tremuotiche del
1783, in «Misure critiche», 1982, n. 44 Id. Nella preistoria della geodinamica. La disputa in materia di
sismogenesi all’indomani della catastrofe calabro-sicula del 1783, prolusione
letta per l’apertura dell’anno accademico, Università di Salerno, 1983; Id., Ferdinando Galiani e il vero e falso Onofrio
Galeota tra bizzarrie vesuviane e catastrofi calabresi, in «Studi storici
meridionali», 1983 n. I-2, Id., Sir
William Hamilton e la Calabria del 1783: una sfortunata regione al cospetto
dell’Europa, ivi, n. 3, Id., Michele Torcia e il terremoto calabrese del
1783: storia naturale e riformismo politico, in «Rivista storica italiana»,
1983, n. 3; Id., Di alcuni scienziati e letterati intervenuti
sul teremoto calabro-siculo del 1783: Andrea Gallo, Alberto Comao e il Principe
di Biscari, in aa.vv., Scienza e
letteratura nella cultura italiana del Settecento, a cura di R. Cremante e
W Tega, Bologna 1984, pp. 413 Sgg.; Id., Goethe
davanti alle rovine di Messina; poesia e verità, in «Intersezioni», 1985,
n. I.
Assai meglio studiato,
invece, il tema della ricostruzione e del riassetto territoriale, già a partire
da G. Mauri-Mori, Riedificazione di
Reggio Calabria dopo i terremoti del 1783, in «Nuova Antologia», 1909, nn.
3 e 4. È recente, comunque, l’applicazione a una trattazione specifica
dell’argomento, a cui urbanisti e architetti, o storici del territorio, hanno
dedicato interessanti e ben documentati lavori. Se ne citano alcuni: G. Rubino Un allievo di Luigi Vanvitelli operante in
Calabria: Ermenegildo Sintes architetto e urbanista, in «Magna Graecia»,
1974, n. 3-4; Id., Utopia urbana e realtà
borghese a Filadelfia, ivi, 1978, n. 1-2; I. Principe, Città nuove in Calabria nel tardo Settecento, Chiaravalle Centrale
1976, Id., 1783: il progetto della forma.
La ricostruzione della Calabria negli archivi di Cassa Sacra di Catanzaro e
Napoli, Villa San Giovanni 1985, E. Zinzi, Contributo alla storia urbana di Catanzaro fra tardo Settecento e primo
Ottocento. Intervento pubblico e realtà locale: orientamenti, forme e problemi,
in La Calabria dalle riforme alla
restaurazione, cit., pp. 771 -846, M. Mafrici, Il progetto Mori: contributo alla storia urbana di Reggio Calabria nel
tardo Settecento, ibid., pp. 371-406;
Id., Il progetto Mori e la ricostruzione
degli edifici di culto a Reggio dopo il terremoto del 1783, in «Calabria
sconosciuta», 1981, n. 7-8; F. Paolino, Interventi
di pianificazione urbana nella Piana di Gioia Tauro, ivi, 1979-1980 (n. 6: Cittanova, n. 9: Oppido
Mamertina; n. 10: Palmi; n. 11-12: Polistena); N. Aricò e O. Milella, Riedificare contro la storia. Una ricostruzione illuminista nella
periferia del regno borbonico, Roma-Reggio Calabria 1984.
Vespri siciliani:
– AMARI Michele, La guerra del Vespro, Firenze 1866.
Viaggiatori:
– GALANTI Giuseppe Maria, Relazione sulla Calabria Meridionale, in
Id., Giornale di viaggio in Calabria (1792) seguito dalle relazioni e
memorie scritte nell’occasione, edizione critica a cura di A. Placanica,
Napoli 1981.
SAINT-NON, Voyage pittoresque ou Description des
Royaumes de Naples et de Sicile. Troisième volume contenant le Voyage ou
Circuit de la partie méridionale de l’Italie, anciennement appelée
Grande-Grèce, 5 voll., Paris 1783 (coordinata dall’abate di Saint-Non).