28.8.18

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Fonti epigrafiche

1ª)
Iscrizione proveniente dalla distrutta chiesa dei Cappuccini. La lapide commemorativa, fu forse dettata dal monaco basiliano Giovan Crisostono Scarfò, smascherato come plagiario per una serie di opere, ma comunque autore di un “Elogio” del Beato Leone e fondatore in Seminara di una Accademia nel 1711. La lapide pare – come si racconta – sia stata distrutta a colpi di piccone da malintenzionati che fraintendendo una spiegazione data da un estimatore del valore storico documentario dell’iscrizione pensavano di trovarvi dietro un autentico “tesoro” venale. La lapide ricomposta alla meglio da Domenico Managò durante l’amministrazione Buggè si trova oggi 15 agosto 1998 adagiata in un angolo, sul pavimento, accanto alle scale del palazzo comunale[1]. La trascrizione che segue è stata fatta da me Antonio Caracciolo mediante esame autoptico. Qualche elemento di incertezza nella lettura, segnalato da un asterisco, è dovuto alle linee di rottura in parecchi punti che non consentono di comprendere singole lettere. Il tipo di frantumazione in più punti fa pensare effettivamente all’opera ripetiva di un piccone, che faceva azione si una lastra murata su una parete o forse sul pavimento.

DOM
 VENERABILIS PATER BENEDICTUS A SEMINARIA
EX ILLUSTRI SANGUINE DE LEONE GENITUS DE-
LICIIS SAECULI SPRETIS SUISQUE BONIS PAUPE-
RIBUS EROGATIS SACRUM REGIUMQUE PIETA-
TIS MONTEM IN EADEM URBE FUNDAVIT ET
AD CAPPUCINO(S) EVOLANS EXIMIUS CONC…
 NATOR TERQUE PROVINCIALIS EXTITIT DEMUM
MERITIS CLARUS PRAEDICTO SUAE MORTIS DIE
 IN HOC CAENOBIO REQUIVIT ANNO MDCXXVII
DIE DECIMAQUARTA MENSIS MARTII AETATIS
SUAE LXIII RELIGIONIS VERO XLII.


2ª) Iscrizione su lapide oggi conservata nel Museo del Santuario della Madonna dei Poveri, ma proveniente dalla chiesa di San Marco Nuovo e probabilmente risalente alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli sul cui suolo è stata edificata la nuova chiesa. La trascrizione è stata da me fatta mediante esame autoptico. Poiché il marmo presenta spaccature su alcuni punti, indico di seguito con una sottolineatura la mia interpretazione di alcuni frammenti di lettere o numeri, in particolare leggo come 5 il secondo numero di 1555 e come 2 il secondo numero di 1298.

SACELLUM DIVAE TRANSIGURATIONI SACRUM
QUOD
JACOBELLUS FRANCUS MILES AC COMES PALATINUS
SUB ANNO 1555: ALBO ORNAVIT MARMORE
QUODVE ADERAT IN TEMPLO B: VIRGINIS DE POPULO
ANNO 1298: AB HORTENIA FRANCO EXTRUCTO
A MAIORIBUS ANNO 1514: HUIUS CENOBII PATRIBUS
PRO TRIBUNAE CONFECTIONE
ADSTIPULATO
HOC IDEMf
NE ATAVORUM MEMORIA PIETASQUE EXCIDERET
VERMICULATO ET EXPOLITO MARMORE
FRANCISCUS FRANCUS EX BITECTENSI EPUSCOPUS
NICOTEREN.
INSTAURAT EXORNAT ET MONUMENTUM CUDIT
SUAE CONSECRAT:S XXXVIII: RERS AN: MDCCLXXIV

3ª) Nella porticina esterna del Tabernacolo dell’Altar Maggiore dell’odierno Santuario della Madonna dei Poveri in Seminara:

PER DIVOZIONE DI S.(acerdote)
PAOLO FILOCHINO
VERA IMMA(GINE) DI S.M.
AVVO(CA)TA DELLI POVERI
PATRONA DELLA CITTÀ
DI SEMINARA LA DI CUI
FESTA SI CELEBRA IL GIORNO
XVIII SETTEMBRE

4ª) Nell’odierno cimitero del paese, in prossimità dell’arciconfraternità di San Marco, all’esterno, si trova la seguente lapide di epoca di almeno un secolo anteriore alla costruzione dell’attuale cimitero. Dall’atto di morte dell’Arcidiacono Francesco Clemente, nel libro dei Defunti, all’anno 1738, dovrebbe trovarsi il luogo dove originariamente si trovava, cioè nella chiesa di sepoltura dell’aricidiacono, presumibilmente la chiesa madre. Ma l’ipotesi è da verificare. Segue il testo disposto su tredici righe, in un blocco regolare:

D. Franciscus Clemens Archi_
diaconus et Curatus Mortis
memoret ad terreas sui corpo_
ris exvvias tegendas usque ad
magni Dei adventum beataque
resurrectionem hunc tran_
sitorium lapidem pro se suisq.
successoribus Canonicis et
Praesbiteris adhuc vivens fa_
ciendum curavit sumptibus
pij montis anno sui regimi_
nis XXI. ET nostrae
salutis 1738

4ª) Iscrizione moderna posta sul lato destro dell’altare, sopra la porta di ingresso della sagrestia attuale. L’iscrizione è interessante perché reca un riferimento all’anno 1768.


A.D. MCMLXXV



La vetusta prodigiosa Immagine della MADONNA dei POVERI, Regina di Seminara, fu solennemente | incoronata di aureo diadema, dono di cuori devoti, per Decreto di Papa Pio X, il 14 Ag. 1905 dal Vescovo | Mons. Morabito, amico insigne di Seminara e devoto della sua Madonna.
Nella esultante commemorazione del Bicentenario della proclamazione, per voto unanime di popolo a | Patrona Principale della cittÀ di Seminara 31 lug. 1768, ricordandosi anche il Millenario del rinvenimento | della Sacra Icone, si celebrò con splendore di sacri riti, presieduti dal Card. Ursi Arcivescovo di Napoli, | partecipanti Presuli, Autorità e universo popolo plaudente, la lieta storica ricorrenza, 14 Agosto 1968. |
_____________________

Nel XXX  Anniversario di cura parrocchiale dell’ Arcid. Mons. V. Tigani Ricordando il viaggio trionfale | della Madonna Pellegrina – marzo 1948 – |
_____________________


In memoria del defunto Prof. V. Janni † 4-9-1975

5ª) Iscrizione moderna posta sul lato sinistro dell’altare, sopra la porta di ingresso dell’attuale stanza adibita a Museo, già sagrestia.

Questo magnifico Tempio – celebre Santuario della MADONNA dei POVERI – risoro dalle rovine del | terremoto del 28 dic. 1908 – consacrato dal Vescovo Mons. Albera 12 ag. 1933 – restaurato e splendidamente | decorato dalla devozione dei fedeli seminaresi e pellegrini – fu insignito del titolo nobilissimo di illustre | BASILICA da Papa Pio XII – magg. 1955 – con solenne proclamazione celebrata il 14 ag. 1955 da Mons. Ferro | Arciv. Di Reggio C., presenti Vescovi, Clero, cittadini e pellegrini festanti per il fausto memorando evento, | caro al popolo di Seminara, fedele e perennemente grato alla sua celeste Patrona.

_____________________


Nel 30° Annuale del ministero parrocchiale dell’Arcid. Mons. V. Tigani, ricorrendo il XX° anniversario | della elevazione a basilica.


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In memoria del defunto Prof. V. Janni T 4-9-1975


5ª) Iscrizione commemorativa moderna posta entrando a sinistra del portone principale prospiciente il sagrato.



[1]  In data 23 agosto 1999 la lapide è stata da me ritrovata smembrata e ammucchiata alla rinfusa fra altri reperti. Ho presentato subito formale reclamo al sindaco pro tempore che, dapprima sorpreso, ha poi promesso di porre rimedio all’increscioso episodio. Dispiace notare come da un componente dell’amministrazione comunale sia stato in una pubblicazione a stampa lamentato lo stato di conservazione della lapide Franco che invece si trova illesa e adeguatamente protetta da una porta blindata nella stanza del tesoro del Santuario. È di palmare ed oculare evidenza come sia ben altro lo stato di conservazione e di custodia di ciò che è affidato all’Amministrazione Comunale.
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