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con Avvertenza Preliminare.
Post 30. ↔ Post 32.
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con Avvertenza Preliminare.
Post 30. ↔ Post 32.
Fonti epigrafiche
1ª)
Iscrizione proveniente dalla
distrutta chiesa dei Cappuccini. La lapide commemorativa, fu forse dettata dal
monaco basiliano Giovan Crisostono Scarfò, smascherato come plagiario per una
serie di opere, ma comunque autore di un “Elogio” del Beato Leone e fondatore
in Seminara di una Accademia nel 1711. La lapide pare – come si racconta – sia
stata distrutta a colpi di piccone da malintenzionati che fraintendendo una
spiegazione data da un estimatore del valore storico documentario
dell’iscrizione pensavano di trovarvi dietro un autentico “tesoro” venale. La
lapide ricomposta alla meglio da Domenico Managò durante l’amministrazione
Buggè si trova oggi 15 agosto 1998 adagiata in un angolo, sul pavimento,
accanto alle scale del palazzo comunale[1]. La trascrizione che segue
è stata fatta da me Antonio Caracciolo mediante esame autoptico. Qualche
elemento di incertezza nella lettura, segnalato da un asterisco, è dovuto alle
linee di rottura in parecchi punti che non consentono di comprendere singole
lettere. Il tipo di frantumazione in più punti fa pensare effettivamente
all’opera ripetiva di un piccone, che faceva azione si una lastra murata su una
parete o forse sul pavimento.
DOM
VENERABILIS PATER BENEDICTUS A SEMINARIA
EX ILLUSTRI SANGUINE DE
LEONE GENITUS DE-
LICIIS SAECULI SPRETIS
SUISQUE BONIS PAUPE-
RIBUS EROGATIS SACRUM
REGIUMQUE PIETA-
TIS MONTEM IN EADEM URBE
FUNDAVIT ET
AD CAPPUCINO(S) EVOLANS
EXIMIUS CONC…
NATOR TERQUE PROVINCIALIS EXTITIT DEMUM
MERITIS CLARUS PRAEDICTO
SUAE MORTIS DIE
IN HOC CAENOBIO REQUIVIT ANNO MDCXXVII
DIE DECIMAQUARTA MENSIS
MARTII AETATIS
SUAE LXIII RELIGIONIS VERO
XLII.
2ª) Iscrizione su lapide
oggi conservata nel Museo del Santuario della Madonna dei Poveri, ma
proveniente dalla chiesa di San Marco Nuovo e probabilmente risalente alla
Chiesa di Santa Maria degli Angeli sul cui suolo è stata edificata la nuova
chiesa. La trascrizione è stata da me fatta mediante esame autoptico. Poiché il
marmo presenta spaccature su alcuni punti, indico di seguito con una
sottolineatura la mia interpretazione di alcuni frammenti di lettere o numeri,
in particolare leggo come 5 il secondo numero di 1555 e come 2 il secondo
numero di 1298.
SACELLUM DIVAE
TRANSIGURATIONI SACRUM
QUOD
JACOBELLUS FRANCUS MILES AC
COMES PALATINUS
SUB ANNO 1555: ALBO
ORNAVIT MARMORE
QUODVE ADERAT IN TEMPLO B:
VIRGINIS DE POPULO
ANNO 1298: AB
HORTENIA FRANCO EXTRUCTO
A MAIORIBUS ANNO 1514: HUIUS
CENOBII PATRIBUS
PRO TRIBUNAE CONFECTIONE
ADSTIPULATO
HOC IDEMf
NE ATAVORUM MEMORIA
PIETASQUE EXCIDERET
VERMICULATO ET EXPOLITO
MARMORE
FRANCISCUS FRANCUS EX
BITECTENSI EPUSCOPUS
NICOTEREN.
INSTAURAT EXORNAT ET
MONUMENTUM CUDIT
SUAE CONSECRAT:S XXXVIII: RERS AN: MDCCLXXIV
3ª) Nella porticina esterna
del Tabernacolo dell’Altar Maggiore dell’odierno Santuario della Madonna dei
Poveri in Seminara:
PER DIVOZIONE DI
S.(acerdote)
PAOLO FILOCHINO
VERA IMMA(GINE) DI S.M.
AVVO(CA)TA DELLI POVERI
PATRONA DELLA CITTÀ
DI SEMINARA LA DI CUI
FESTA SI CELEBRA IL GIORNO
XVIII SETTEMBRE
4ª) Nell’odierno cimitero
del paese, in prossimità dell’arciconfraternità di San Marco, all’esterno, si
trova la seguente lapide di epoca di almeno un secolo anteriore alla
costruzione dell’attuale cimitero. Dall’atto di morte dell’Arcidiacono
Francesco Clemente, nel libro dei Defunti, all’anno 1738, dovrebbe trovarsi il
luogo dove originariamente si trovava, cioè nella chiesa di sepoltura
dell’aricidiacono, presumibilmente la chiesa madre. Ma l’ipotesi è da
verificare. Segue il testo disposto su tredici righe, in un blocco regolare:
D. Franciscus
Clemens Archi_
diaconus
et Curatus Mortis
memoret
ad terreas sui corpo_
ris
exvvias tegendas usque ad
magni
Dei adventum beataque
resurrectionem
hunc tran_
sitorium
lapidem pro se suisq.
successoribus
Canonicis et
Praesbiteris
adhuc vivens fa_
ciendum
curavit sumptibus
pij
montis anno sui regimi_
nis XXI.
ET nostrae
salutis
1738
4ª) Iscrizione moderna posta sul lato destro
dell’altare, sopra la porta di ingresso della sagrestia attuale. L’iscrizione è
interessante perché reca un riferimento all’anno 1768.
A.D. MCMLXXV
La vetusta prodigiosa Immagine della MADONNA dei POVERI, Regina
di Seminara, fu solennemente | incoronata di aureo diadema, dono di cuori devoti,
per Decreto di Papa Pio X, il 14 Ag. 1905 dal Vescovo | Mons. Morabito, amico
insigne di Seminara e devoto della sua Madonna.
Nella esultante commemorazione del Bicentenario della proclamazione,
per voto unanime di popolo a | Patrona Principale della cittÀ di Seminara 31
lug. 1768, ricordandosi anche il Millenario del rinvenimento | della Sacra Icone,
si celebrò con splendore di sacri riti, presieduti dal Card. Ursi Arcivescovo
di Napoli, | partecipanti Presuli, Autorità e universo popolo plaudente, la
lieta storica ricorrenza, 14 Agosto 1968. |
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Nel XXX Anniversario
di cura parrocchiale dell’ Arcid. Mons. V. Tigani Ricordando il viaggio
trionfale | della Madonna Pellegrina – marzo 1948 – |
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In memoria del defunto
Prof. V. Janni † 4-9-1975
5ª) Iscrizione moderna posta sul lato sinistro
dell’altare, sopra la porta di ingresso dell’attuale stanza adibita a Museo,
già sagrestia.
Questo magnifico Tempio – celebre Santuario
della MADONNA dei POVERI – risoro dalle rovine del | terremoto del 28 dic. 1908
– consacrato dal Vescovo Mons. Albera 12 ag. 1933 – restaurato e splendidamente
| decorato dalla devozione dei fedeli seminaresi e pellegrini – fu insignito
del titolo nobilissimo di illustre | BASILICA da Papa Pio XII – magg. 1955 –
con solenne proclamazione celebrata il 14 ag. 1955 da Mons. Ferro | Arciv. Di Reggio
C., presenti Vescovi, Clero, cittadini e pellegrini festanti per il fausto
memorando evento, | caro al popolo di Seminara, fedele e perennemente grato
alla sua celeste Patrona.
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Nel 30° Annuale del ministero parrocchiale dell’Arcid.
Mons. V. Tigani, ricorrendo il XX° anniversario | della elevazione a basilica.
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In memoria del defunto Prof. V. Janni T 4-9-1975
5ª) Iscrizione commemorativa moderna posta entrando
a sinistra del portone principale prospiciente il sagrato.
[1] In data 23 agosto 1999 la lapide è
stata da me ritrovata smembrata e ammucchiata alla rinfusa fra altri reperti.
Ho presentato subito formale reclamo al sindaco pro tempore che, dapprima
sorpreso, ha poi promesso di porre rimedio all’increscioso episodio. Dispiace
notare come da un componente dell’amministrazione comunale sia stato in una
pubblicazione a stampa lamentato lo stato di conservazione della lapide Franco
che invece si trova illesa e adeguatamente protetta da una porta blindata nella
stanza del tesoro del Santuario. È di palmare ed oculare evidenza come sia ben
altro lo stato di conservazione e di custodia di ciò che è affidato
all’Amministrazione Comunale.
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