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CRONOLOGIE
Homepage.
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B)
Cronologia specifica di Seminara
C)
Cronologie comparate
A
Cronologia Generale
rilevante per la Storia di Seminara
cgen
1053
|
– Roberto il Guiscardo, altro
figlio di Tancredi d’Altavilla, sconfigge l’esercito pontificio a Civita, in
Capitanata.
– Battaglia di Crotone ove è
vinto Sico Protospadaro, (Arch. Mur., I, 76, 20-21).
|
1054
|
I Normanni iniziano la
conquista della Calabria, collocando la regione definitivamente sotto la
giurisdizione di Roma e accentuando il loro favore agli ordini classici
dell’Occidente: benedettini, certosini e cistercensi.
|
1058
|
Fuit
magna fames in terra Tarentina et Calabria; et postea venit pestis, et mortui
sunt homines cum animalibus in maximo numero in mense madio (Giovanni
Guerrieri, in Arch. Mur. I, 77,13-14)
|
1059
|
– Con
glli accordi di Melfi, stipulati con il papa, i Normanni si obbligavano alla
lotta contro gli infedeli. || Briciole di storia: Si
conclude il sinodo di Melfi, apertosi il
3 di agosto per la ricomposizione dell'assetto religioso del Mezzogiorno e, in particolare, per favorire l'incontro con i Normanni.
– Roberto, conte di Puglia è da
pp. Niccolò II creato in Melfi duca di Puglia, di Calabria e di Sicilia
(Arch. Mur. I, 77, 15-16, 25-26).
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1060
|
L’ultima fortezza calabrese,
Reggio, cade in mano ai normanni. Fine della dominazione bizantina in
Calabria.
|
1061
|
Nel
1061 i Normanni sbarcarono in Sicilia sotto il comando di Ruggero d'Altavilla
e di Goffredo Ridel, condottiero al servizio di Roberto il Guiscardo. La
prima città conquistata fu Messina, che garantiva il controllo dello stretto
e quindi i collegamenti logistici con la penisola. La conquista dell’isola
non si presentò facile perché la popolazione non accolse sempre
favorevolmente gli invasori. I Normanni, pur essendo cristiani, venivano in
appoggio all’emiro di Catania ed inoltre essi avevano fama di essere crudeli
predatori.
|
1063
|
Pisa
arma una flotta per portare aiuto ai conti Normanni Roberto e Ruggero in
Sicilia ed occupa Palermo. Con il bottino del sacco di Palermo, secondo la
tradizione i pisani iniziano la costruzione del Duomo.
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1071
|
Cade Palermo conquistata dai
Normanni. L'isola venne divisa tra i due fratelli, anche se la conquista non
era ultimata: a Roberto toccarono Palermo, meta' di Messina e parte del Val
Demone; a Ruggero, oltre alla Calabria, l'altra meta' di Messina, Troina,
Catania, Mazara. La sovranita' dell'isola spetto' a Roberto, di cui Ruggero
era vassallo con il titolo di conte di Sicilia e di Calabria.
Per
mettersi al riparo da eventuali incursioni dal mare, Ruggero nel 1092
conquisto' Malta, scacciandone i Musulmani, che ne detenevano il potere
dall'870.
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1073
|
Epoca in cui Mileto ebbe il suo
primo vescovo e quindi in cui si collocherebbe il trasferimento della sede
vescovile da Seminara a Mileto.
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1085, 17 luglio
|
Muore Roberto il Guiscardo.
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1088
|
Spedizione
della flotta pisana contro la città di El Mehedia sulle coste tunisine con
ricavo di grande bottino. Anche in questo caso la corona del re vinto viene
inviata all’imperatore e il titolo a Ruggero di Sicilia re Normanno.
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1091
|
La
conquista della Sicilia continuò e fu ultimata nell’arco di trent'anni:
l'ultima roccaforte espugnata fu Noto nel 1091.
|
1092
|
Per
mettersi al riparo da eventuali incursioni dal mare, Ruggero nel 1092
conquisto' Malta, scacciandone i Musulmani, che ne detenevano il potere
dall'870.
|
1093
|
Bolla
Potestatem ligandi di Urbano II che
sancisce l’incorporazione di Tauriana a Mileto. Resta da spiegare dove fosse
durante il secolo precedente la sede vescovile, a meno di non dover supporre
un regime di vacanza.
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1097
|
Il
Papa Urbano viene in Calabria per raccogliere tesori. Fu a Mileto (Gualtieri,
p. 227).
|
1099
|
Daiberto
Lanfranchi, arcivescovo di Pisa e primate di Corsica, guida una flotta pisana
di 120 galere alla seconda crociata, entrando per primo a Gerusalemme. Pisa
ne ricava vasti privilegi nei territori conquistati dai crociati.
|
1111
|
Un
trattato commerciale stipulato con l’Imperatore d’Oriente stabilsce il libero
transito dei commerci pisani in terra santa e la concessione di uno scalo ed
un quartiere proprio in Bisanzio.
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1114/1116
|
Spedizione
trionfale dei Pisani contro le basi Saracene delle isole Baleari, cantata
epicamente nel “Liber Maiolichinus”.
|
1122
|
Privilegio di Callisto II con
cui viene confermato quanto stabilito dai precedenti Pontefici e viene
sancito che la Chiesa di Mileto continui a restare sotto la giurisidizione
della Santa Sede Apostolica e che tutti i vescovi siano consacrati per mano
del Romano Pontefice.
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1122, 23 dic.
|
23 dicembre 1122
(293) [Tauriano: unione a
Mileto] Gaufrido, episcopo Militensi, scribit, declarans quod episcopatus
Militensis exemptus est a iurisdictione Rhegini metropolitani et Apostolicae
Sedi immediate subiectus est, eique omnia iura et privilegia confirmat
unionemque ecclesiarum Vibonensis et Taurianensis in perpetuum. «Dat. Beneventi, X Kal. januarii,
Ind. XV, incarnationis dominice anno MCXXII, Pontif. an. III».
«Officii nostri nos hortatur».
Cod. Vat. Lat. 9257, f. 305;
Ughelli - Lucente, I 1333, n. 6; Ughelli - Coleti, I, 951 (dat. Laterani), Synodus Militensis Greg. Panzani, anni
1642, Panormi 1643, apud, Capialbi, Memorie...
S. Chiesa Miletese, 145, n. 16; P.L., 163, 1226; Taccone-Gallucci, 61-62.
|
1127*
|
Ruggero II di Sicilia
s’impadronisce della Calabria e della Puglia: Mur. T. III, pt. 1ª, p. 207,27: «Hanc ob rem Rogerius nemine adversante,
Apulia et Calabrya potitur».
|
1127, luglio 26
|
Muore Guglielmo duca di Puglia
e di Calabria (Arch. Mur., I, 472, 6-7, 35-41).
|
1130
|
Ruggero II unifica i domini
normanni dell’Italia meridionale: è così costituito l’assetto territoriale
del Regno delle Due Sicilie che si manterrà fino al 1860.
|
1139, 28 dic.
|
28 dicembre 1139
(311) [Tauriano: unione a
Mileto] Stephano, Episcopo Militensi, omnia iura et privilegia confirmat, iam
concessa a praedecessoribus suis, nec non traslationem ecclesiarum Vibonae et
Taurianae, iuxta formam litterarum Callixti II. «Dat. Laterani, V Kal.
Ianuarii, Indict. III, anno dominice incarnationis MCXXXVIIII Pont. an. X.».
«Pie Postulatio voluntatis».
Roma, Coll. Greco, B, I, n. 16,
Cod. Vat. Lat. 9257, f. 305 (mentio); Napoli, Soc. Napol. di Storia Patria,
MS, XXIII, D, 9 n. 5; Ughelli, I, 1031; Ughelli-Lucente, I, 1333; Ughelli
Coleti, I, 952. Kehr, in «Goetting. Nachricht», 1900, 164, n. 16.
Cfr. Bisogni De Gattis, Hipponii, 73; Fiore, Calabria Illustrata, II, 353; Capialbi,
Memorie... S. Chiesa Miletese, 14.
|
1140
|
Assise di Ariano
|
1152
|
Federico
I nominato imperatore discende in Italia.
|
1165
|
Dopo
varie oscillazioni fra le pretese dei Genovesi e dei Pisani sulla Sardegna,
Federico I concede l’isola ai Pisani. Genova si allea con Lucca, storica
nemica di Pisa.
|
1169
|
Un terribile terremoto cagiona
immense rovine e gran numero di morti in Calabria e Sicilia.
|
1184
|
Un terremoto cagiona danni
maggiori di quello del 1184: oltre Cosenza e in parte Reggio fu distrutta
totalmente Catania.
|
1191
|
Calata
di Enrico VI nel Regno di Napoli (Arch. Mur. I, 1-4, 13-18).
|
1193
|
L’imperatore
Enrico VI, sceso in Italia, conferma alla città di Pisa le concessioni del
padre sul contado da Portovenere a Civitavecchia, sulle isole Toscane, la Sardegna
e la Corsica, nonchè sui traffici commerciali con il meridione d’Italia e la
Sicilia. Tuttavia analoghi privilegi concede a Genova, ponendo le premesse
per successivi scontri tra le due potenze marinare.
|
1194,
giugno
|
Enrico VI, imperatore di Germania,
scende in Italia, sconfigge i Normanni e conquista Palermo.
|
1194,
20 novembre
|
Gli Altavilla cessano per
sempre di regnare a Palermo: Enrico VI di Hohenstaufen entra a Palermo,
facendone la capitale del regno svevo.
|
1194,
25 dicembre
|
L’imperatore Enrico VI di
Hehenstaufen cinge la corona di Sicilia nella cattedrale di Palermo.
|
1197,
28 settembre
|
Enrico VI muore a Messina a
soli 32 anni.
|
1198,
primavera
|
Nel duomo di Palermo veniva
incoronato a soli 4 anni re delle Due Sicile Federico II di Svevia.
|
1211
|
Ottone IV scende in Italia e
occupa terre del papa, la Puglia, la Calabria e terra d’Otranto (Arch. Mur.,
I, 19-22, 39-45).
|
1212
|
Ottone IV parte d’Italia e il
papa e re Federico ricuperano i luoghi da esso tolti loro (Arch. Mur. I, 478,1-4).
|
1228*
|
Gregorio IX canonizza San
Francesco d’Assisi (Mur. t. III, pt. 1ª, p. 231, 34-35).
|
1230,
5 aprile
|
Un nuovo terremoto colpisce
particolarmente la città di Reggio.
|
1245
|
Innocenzo IV tiene un concilio
a Lione (Mur. t. III, pt. 1ª, p. 235,19-20).
|
*1250
|
Muore di Federico II di Svevia
(Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 236, 26-28).
Innocenzo IV stabilisce di tornare a Roma (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 236,
40-41).
|
1258
|
Tutta la Calabria torna a
pacificarsi sotto la potestà di Manfredi.
|
1264
|
Carlo I, conte d’Angiò e di
Provenza, viene invitato dal papa francese Urbano IV a venire in Italia per
impossessarsi del trono di Puglia e di Sicilia.
|
1265
|
Al tramonto della monarchia
normanno-sveva contribuisce, ed in misura determinante, Bartolomeo
Pignatelli: è proprio lui, il «pastor di Cosenza» di dantesca memoria (Purgatorio, III, 43), a concludere,
nella sua quallità di nunzio presso Luigi IX di Francia, la convenzione
secondo la quale il pontefice Clemente IV impone a Carlo I nel 1265, nel
momento cioè dell’investitura del Regno di Sicilia, il riconoscimento del
vassallaggio alla Chiesa, nonché il versamento di un censo annuo e l’obbligo
di governare in base a precise norme concordate.
|
1266,
6 gennaio
|
Carlo d’Angiò è incoronato re
dal papa (Arch. Mur. I, 482, 20-23, 57-60); Carlo d’Angiò viene
nominato re di Gerusalemme e di Sicilia (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 242, 19-20).
|
1266,
febbraio
|
Manfredi muore in battaglia
presso Benevento. || Carlo d’Angiò vince Manfredi (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª,
p. 243, 3-4).
|
1268
|
Corradino di Svevia è
decapitato in Napoli per ordine di Carlo I d’Angiò e di Provenza. Inizia il
periodo angioino. || Carlo d’Angiò vince Corradino a Tagliacozzo (Mur. t.
III, p. 1ª, p. 1ª, p. 243, 34-41) e ha
libero tutto il regno (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 244, 2-3). Muore papa Clemente IV (Mur. t. III, p.
1ª, p. 1ª, p. 244, 5-6). || Da Briciole
di Storia: << Viene decapitato, a Napoli, Corradino di Svevia:
si conclude definitivamente la vicenda degli Hohenstaufen nell'Italia meridionale. Corradino di Svevia nasce a Wolfstein, in Germania, nel 1252. Figlio di Corrado I e di Elisabetta di Baviera. Alla morte dello zio Manfredi, ucciso nella battaglia di Benevento (1266), il regno di Sicilia passa nelle mani di Carlo d'Angiò. Corradino, nel tentativo di recuperare il regno di sicilia, scende in Italia nel 1267, passa per Verona e Pavia e raggiunge Vado Ligure dove s'imbarca per Pisa. Dalla Toscana raggiunge Roma. Qui si ferma, saccheggia il tesoro di San Pietro ed altre chiese, per rimpinguare le sue casse, lascia Roma e tenta di raggiungere, attraverso l'Abruzzo, le terre di Puglia. A Tagliacozzo, il 23 agosto, si scontra con l'esercito di Carlo d'Angiò che lo aspetta al varco. In un primo tempo le sorti della battaglia sembrano favorevoli a Corradino, ma l'Angioino, per quanto disponga di un esercito numericamente inferiore, ha sotto il suo comando vecchi, furbi e valorosi combattenti. Quando l'esercito di Corradino pregusta la vittoria e si disperde inseguendo chi sembra scappare, dandosi nello stesso tempo al saccheggio, un veterano delle crociate, Erard de Valéry, dà il segnale di attacco e le truppe al comando di Carlo d'Angiò entrano in azione. La carneficina è enorme: gli Angioini, più freschi e meglio organizzati, hanno la meglio. Per Corradino è la fine. Fugge e si rifugia presso i Frangipane ad Astura, ma uno di questi, Giovanni Frangipane lo tradisce e lo fa catturare. Portato in catene a Napoli, Corradino viene sottoposto ad un processo farsa, assieme ad alcuni suoi fedelissimi. Condannato a morte, è decapitato il 29 ottobre 1268 sul patibolo eretto in Campo Miricino, l'odierna Piazza del Mercato, a Napoli. Ha solo 16 anni. >> |
1282-1302
|
Guerra del Vespro. Il popolo
siciliano si ribella agli angioini ed invoca l’intervento di Pietro III
d’Aragona, con notevoli ripercussioni in Calabria ed in tutto il Mezzogiorno.
|| 1282: Vespro siciliano (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 251, 1-5); Pietro d’Aragona è accolto come re in
Sicilia (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 252, 14-16).
|
1282,
31 marzo
|
Vespri Siciliani. Giovanni da
Procida. Sua intesa con re Pietro d’Aragona al quale viene offerta dal
parlamento siciliano la corona del regno delle Due Sicilie.
|
1282, agosto
|
Cacciate dei Francesi dalla
Sicilia: v’entra re Pietro d’Aragona (Mur., t. XXVIII, pt. II, p. 52,41-42; 53, 1-2).
|
1282, agosto
|
Carlo d’Angiò tenta di
recuperare la Sicilia, assedia Messina inutilmente, si ritira in Calabria
(Mur., t. XXVIII, pt. II, p. 52,38-40).
|
1282,
6 dicembre
|
Re Pietro tragetta di notte lo
stretto e va a nascondersi nei fitti boschi di Solano.
|
1283,
23 febbraio
|
Un forte nerbo di “partigiani”,
rafforzato da “arditi” almugaveri, piombò di sorpresa su un accampamento
francese, che dormiva tranquillamente in contrada Lagrussana presso il
castello di Sinopoli inferiore.
|
1283,
30 marzo
|
Dopo la sortita aragonese
nell’accampamento di Seminara il 13 marzo, il papa che proteggeva il re
angioino indisse il congresso di S. Martino. Fu dettata una costituzione in
46 capitoli, con la quale si davano ai calabresi privilegi, riduzioni di
imposte e tasse, libertà, franchigie e garanzie.
|
1284, 6 agosto
|
Briciole di storia: « Il 6
agosto 1284, nei pressi della piccola isola della Meloria, al largo delle
coste livornesi, la flotta di Pisa viene completamente distrutta da quella di
Genova. La battaglia della Meloria segna l'inizio della supremazia della
Repubblica di Genova sul Mediterraneo occidentale. Pisa, da parte sua, cade
sotto l'influenza di Firenze, sua rivale da sempre in Toscana, mentre la
Corsica passa dalla tutela pisana a quella genovese ».
|
1285
|
Muore Carlo d’Angiò (Mur. t.
III, p. 1ª, p. 1ª, p. 253, 11-12).
|
1288
|
Carlo II d’Angiò riconosce come
re di Sicilia Giacomo d’Aragona (Mur. t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 255, 21-23).
|
1298
|
Muore Giacomo d’Aragona (Mur.
t. III, p. 1ª, p. 1ª, p. 259, 34-35).
|
1302
|
La pace di Caltabellotta
sancisce la fine della guerra ventennale tra gli Angioini e gli Aragonesi: a
questi ultimi andrà la Sicilia, mentre gli Angioini terranno il regno di
Napoli.
|
1309
|
Muore Carlo II d’Angiò (Mur. t.
III, p. 1ª, p. 1ª, p. 264, 23).
|
1315
|
Grande fame.
|
1329
|
Barlaam lascia l’Italia.
|
1331
|
Verso quest’epoca l’erudito
bibliotecario Paolo da Perugia fece forse conoscere al Boccaccio il monaco
calabrese Barlaam, iniziatore delle sue prime malcerte nozioni di greco (Lie,
2).
|
1333
|
Barlaam fu prescelto a
rappresentare la chiesa bizantina nelle trattative intercorse con i Legati
del Papa, Francesco da Camerino, arcivescovo del Bosforo e Riccardo, vescovo
di Cherson, al fine di dirimere i dissensi dottrinari che impedivano l’unione
delle due chiese: Od. Raynaldi, Annales Ecclesiastici, ad an. 1333n n. 17-18,
et ad an. 1334, n. 4-5. Da Schirò, Barlaam Calabro, p. 91.;h
|
1342, primavera
|
Francesco Petrarca è di nuovo
ad Avignone, dove apprese per breve tempo le prime nozioni di greco dal
monaco calabrese Barlaam (Lie, 2).
|
1343
|
Muore Roberto d’Angiò, re di
Napoli definito il “re dotto” per i suoi interessi letterari e filosofici; la
sua corte aveva ospitato anche Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio.
|
1348
|
Terribile pestilenza
nell’Italia meridionale: (Arch. Mur., I, 453, 2-3).
|
1354
|
Inizia la guerra tra gli
Aragonesi, che controllano la Sicilia, e gli Angioini di Napoli, per il
predominio sul Meridione italiano.
|
1372
|
Giovanna I rinuncia ai diritti
sovrani sulla Sicilia, che era stata conquistata dagli Aragonesi e finiscono
pertanto le incursioni sul continente da parte degli Aragonesi di Sicilia.
|
1382
|
Muore Giovanna I e con lei si
estingue il ramo diretto di Carlo I d’Angiò.
|
1404
|
Niccolò Ruffo, marchese di
Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel 1404 il suo stato
feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara, Grotteria, Castelvetere)
in seguito alla guerra che intraprende contro di lui il re Ladislao
(Mafrici).
|
1420-21
|
Primo tentativo fatto da
Alfonso d’Aragona di conquistare il Regno di Napoli. Era stato adottato come
erede e successore dalla regina Giovanna II. Con l’occasione si delinearono
nel baronaggio due partiti: l’uno angioino introrno a Carlo III d’Angiò,
l’altro aragonese intorno ad Alfonso V d’Aragona. Entrambi aspiravano
all’eredità del Regno ed entrambi assunsero il titolo di Duca di Calabria.
Per l’uno e per l’altro erano condottieri rispettivamente Francesco Sforza
per la parte angioina e Giovanni de Jxar per la parte aragonese.
|
1423
|
Alfonso recede dal tentativo di
conquista, rompe con la regina Giovanna II e la Calabria torna intera sotto
il dominio angioino: il Sud si era schierato con gli aragonesi.
|
1427
|
Carlo III d’Angiò si accorda
con Giovanna II: deve solo occuparsi di governare il Ducato di Calabria, cosa
che fa bene con beneficio della regione.
|
1434
|
Muore prematuramente a Cosenza
il mite Luigi III d’Angiò.
|
1435
|
Muore la Regina Giovanna II
d’Angiò-Durazzo: ne approfitta Alfonso V d’Aragona, per impadronirsi del
Regno di Napoli, iniziandone la conquista dalla Calabria e dalla Campania,
ch’erano le basi strategiche chiavi di esso. Renato d’Angiò tiene il regno fino
al 1442.
|
1442-1458
|
Regna a Napoli Alfonso il
Magnanimo, I di Napoli e V d’Aragona.
|
1444
|
“…quando emerse più fervido il culto alla Passione di Gesù
Crocifisso sull'onda della rinascita religiosa segnata dall'apostolato
francescano del beato Paolo da Sinopoli, che nel 1444 fondò il Convento degli
Osservanti alla Certara in Terranova" ("Profilo storico dell'antica Terranova" - (Roma 1983) Mons. Giuseppe Larosa: riportato in
Internet da Domenico Caruso). Altra notizia da verificare contestualmente:
che Paolo (1436-1504) abbia fondato in Seminara il convento di Santa Maria
degli Angeli.
|
1456,
4-5 dicembre
|
Nella notte tra il 4 e 5
dicembre un terremoto desolò quasi tutta l’Italia meridionale con rovine e
con morti tali da far annoverare questo cataclisma tra i più disastrosi che
abbiano devastato la parte meridionale della nostra penisola (Arch. Mur., I,
191, 1-5).
|
1458
|
Sale sul Regno di Napoli
Ferrante I d’Aragona, che succede al padre Alfonso il Magnanimo (1442-1458),
che muore il 27 giugno del 1458.
|
1459
|
Per istigazione di Antonio di
Ventimiglia, molti castelli in Calabria si ribellano al re Ferdinando (Mur.,
t. XXI, pt IV, p. 69,1-2).
|
1459-1464
|
La Calabria fu teatro d’una
gravissima agitazione a carattere politico ed economico-sociale, che si
innestava sul conflitto angioino-aragonese per la successione al trono di
Napoli.
|
1459, 2 giugno
|
Battaglia di S. Eufemia.
Vinsero le truppe aragonesi e vi fu un macello dei contadini ribelli.
|
1459,
16 novembre
|
Favorito dal tradimento, sbarca
a Castel Volturno Giovanni d’Angiò, mentre Ferrante si trova ancora in
Calabria, dove ha fatto prigioniero il Centelles.
|
1460,
23 aprile
|
Riuscito a corrompere una delle
guardie addette a custodirlo, Antonio Centelles evade la notte del 23 aprile
da Castel Nuovo gettandosi a nuoto nel mare sottostante, donde, rimesso piede
a terra, prende la via di Marignano, terra soggetta al principe di Taranto.
|
1460,
7 luglio
|
Ferrante è clamorosamente
sconfitto nella piana di Sarno dal pretendente al trono Giovanni d’Angiò.
|
1462,
18 agosto
|
Presso Troia, in Puglia,
decisiva vittoria di Ferrante contro il rivale angioino.
|
1463,
aprile
|
Maso Barrese, l’uomo più
terribile del secolo, al servizio d’armi di Ferrante, subisce un’improvvisa e
inaspettata sconfitta presso Paisano nel Reggino.
|
1466,
marzo
|
Antonio Centelles è per la
seconda volta fatto arrestare a tradimento dal re Ferrante I, che in segno di
riconciliazione aveva preteso il matrimonio della figlia di Centelles,
Polissena, celebrato il 15 ottobre 1465 con un figlio naturale del re stesso.
Ferrante, in modo machiavellico, si comporterà in modo analogo con altri suoi
nemici. Di Antonio Centelles non si seppe più nulla.
|
1485-86
|
Grande congiura dei baroni.
|
1536
|
Da quest’anno il vicerè don
Pietro di Toledo incomincia a vietare ai baroni di limitare la libertà di
commercio dei loro vassalli. È questa un’importante disposizione che tendeva
ad evitare che i feudatari pretendessero di acquistare i prodotti agricoli
del feudo, naturalmente ad un prezzo a loro conveniente, e di vendere agli abitanti
le merci di cui potessero avere bisogno. La data spiega anche per Seminara la
collocazione cronologica dei mercanti della seta.
|
1541
|
In
quest’anno l’avvento del dominio spagnolo determinerà la fine della presenza
ebraica in Italia meridionale. || Il primo grande eccidio in Italia
di cui si abbia notizia ebbe luogo in Meridione nel XIII secolo, su
istigazione della monarchia angioina. Furono uccise migliaia di persone.
Resta, come un agghiacciante ricordo di quelle stragi, il vicolo
Scannagiudei, a Napoli. (Marco Paganoni).
|
1561
|
Strage dei Valdesi a Guardia e
a San Sisto.
|
1567
|
Pio V promulga a 17. Kal. Junii
Anni 1567 la Bolla “Etsi Mendicantium” sulla quale i Basiliani di Seminara
rivendicavano il loro diritto a non partecipare alle pubbliche processioni.b
|
1594, 2 settembre
|
Da Gualtieri (p. 429) si legge
che in questo giorno apparve nel mare di Reggio una flotta turca di 95
galere. A fronteggiarle era Carlo Spinello Napoletano.
|
1638
|
La corte di Madrid annulla la
distinzione giuridica esistente fra demanio feudale e demanio regio,
decidendo di mettere in vendita quelle università che, per liberarsi
dall'oppressione del barone, avevano riscattato la propria condizione
feudale.
|
1693, 11 gennaio
|
La sera dell’11 gennaio 1693
si registra un catastrofico terremoto (XI grado della scala mercalli) nella
Val di Noto in Sicilia. Tra i grandi agglomerati colpiti Catania, dove
periscono i due terzi della popolazione. | Il sisma del 1693 interessò
un’area vastissima: tutta la Sicilia ed oltre: da Malta alla Calabria; rase al suolo un terzo della Sicilia.
|
|
1764
|
Una grande carestia colpisce
tutto il Regno.
|
1784,
19 maggio
|
Con regio dispaccio viene
stabilita l’abolizione degli ordini monastici e dei luoghi pii della Calabria
ulteriore, al fine di introitarne le rendite «per impegnarle in quegli usi
che più conducenti siano al ristoro ed al vantaggio della popolazione della
nominata provincia».
|
1784,
4 giugno
|
Viene istituita a Catanzaro la
Cassa Sacra, ente preposto al sequesto, alla gestione, alla inventariazione e
soprattutto all’alienazione dei beni ecclesiastici.
|
1784,
27 novembre
|
Viene istituita a Napoli la
Suprema Giunta di Corrispondenza, con il compito di controllare l’organo di
Catanzaro, di revisione della contabilità, di progettazione dei piani di
ricostruzione e di intervento.
|
1796, gennaio
|
Viene soppressa la Cassa Sacra.
|
1806, 2 agosto
|
Legge eversive della feudalità,
cui seguì il 18 ottobre dello stesso anno l’emanazione delle norme che
stabilivano le modalità di elezione dei decurioni.
|
1943,
20 settembre
|
Incendio vandalico del deposito
di guerra dell’Archivio di Stato di Napoli. Vengono distrutte fonti di
capitale importanza per la storia del Regno.
|
B
Cronologia di Seminara
951
|
Abbandono e distruzione di
Tauriana, la cui popolazione confluisce in buona parte nel vicino castello di
Seminara. Per circa un secolo Seminara è sede vescovile.
|
969
|
Intorno a quest’anno è dato da
taluni il soggiorno in Seminara del vescovo Costantino. Il dato dovrebbe
essere verificato e confermato.
|
1040-70
|
Periodo della presenza di S.
Filareto, nel monastero di S. Elia Novo, detto successivamente di S. Elia
Novo e S. Filareto (f.i.).
|
1072
|
Data fornita da Ugo Martino per
la morte di S. Filareto, di cui scrisse la vita il monaco Nilo.
|
1086
|
Fino a questa data Seminara è
sede vescovile. Il privilegio le fu tolto da Ruggero il Normanno, che
mantenne però l’obbligo per il vescovo di recarsi ogni anno in Seminara
(f.i.).
|
1133
|
A quest’anno risale il primo
documento in cui compare il nome del Monastero di S. Filareto (f.i.).
|
1175
|
21 ottobre 1175
(370) [Seminara: monasteri]
Honofrio Archimandritae et conventui monasterii S. Salvatoris de Messana,
O.S.Bas., omnia iura et bona confirmat. In Calabria vero: «monasterium S.
Elionovi, monasterium S. Johannis de Laura, monasterium Sancti Phantini,
monasterium S. Pancratii de Scilla, cum omnibus oboedien- {sic} «Dat.
Anagnie, Id. novembris, Ind. VIII, incarnationis dominice an MCLXXV, Pont.
an. XVII».
«Regularem vitam eligentibus»
Inserto nella Bolla di Sisto
IV, del 27 aprile 1472, in Reg. Vat. 553, f. 132-134v; Cod. Vat. Lat. 8201,
f. 92.
|
1198
|
Già nel 1198 la SS.ma Trinità
di Seminara apparteneva ai beni di S. Maria di Bagnara. Concessa
quest’ultima, il 23 dicembre 1256, da Alessandro IV, al monastero della
Gloria, tutti i suoi beni translarono nell’asse patrimoniale del monastero
anagnino. Tra cui, per Seminara, apprendiamo, la chiesa stessa della SS.ma
Trinità, tre mulini, come altro di cui solo l’analitico esame dei toponimi
nella pergamena qui in esame può o meno assegnarli all’ambito del territorio
di Seminara. (Scheda Pititto)
|
1210
|
27 settembre 1210
(560) [Seminara: monasteri]
Abbati et Priori (Monasterii S. Trinitatis) Militen. Manat ut defendant ius
Monasterii S. Salvatoris de Lingua Messanen., in monasteria S. Iohannis de
Laura et S. Philareti, Militen. dioc., quae iniuste usurpata fuerunt a
Johanne et Nicolao de Ieracio. «Dat. Laterani, Quinto kal. octobris, anno
dmce inc.is MCCX, pont. an. decimotercio».
Ex parte dilectorum filiorum
archimandrite et conventus S. Salvatoris de Lingua Messanen.».
Cod. Vat. Lat. 8201, f. 22v-23;
Fontes Iuris Orie
|
1230, 5 aprile
|
Terremoto nell’area di Reggio
Calabria.
|
1255
|
Nel teatro della guerra
svevo-angioina Seminara viene occupata più volte. Invasione messinese di
Seminara e pronta ritorsione narrata dal De Salvo (p. 30-31).
|
1276
|
In quest’anno Seminara veniva
tassata per 5.016 abitante, di cui 3 ebrei, come risulta dalla cedola fiscale
pubblicata dal Pardi (Seminara nella
cultura italiana, p. 25).
|
1310
|
Terremoto nell’area di Villa S.
Giovanni.
|
1317
|
Anno di fondazione del convento
di S. Francesco dei Minori conventuali.
|
1325
|
(4551) «Fr. Basilius,
Spitalerius Seminarie, gr. decem».
Collect. cit.; Vendola, n.
4236.
|
1328
|
Barlaam per certo si trova a
Costantinopoli, dopo essere stata ad Arta, in Etolia, ed a Tessalonica.
|
1362
|
7 maggio 1362
(7613) [S. Giovanni di Lauro] Processus confectus Avinione super lite
inter Theodoretum, Archimandritam monasterii S. Salvatoris de Messana, et
Petrum, Episcopum Militen., super possessione monasteriorum S. Johanni de
Laura, S. Fantini, S. Pancratii de Briatico, S. Marie de Soriano de Paleana,
Militen. dioc. Avinione anno 1362 Ind. XIV die VII maii Innoc. ppae VI anno
X.
Cod. Vat. Lat. 8201, f.
370-370v.
|
1383
|
Donazione di re Carlo del feudo
di Palma a Jacopo Caracciolo, detto Viola.
|
1400
|
15 giugno 1400
(8804) [S. Filareto] Antonio,
Episcopo Melfien., commendatur monasterium S. Filareti, O.S.Bas., Militen,
dioc., vac. per ob. Augustini, Episcopi Sidonien. «Dat. Rome, apud
Sanctumpetrum, Decimoseptimo kal. Julii, Anno Undecimo».
«Romani pontificis prudentia
circumspecta».
s.m.: conventui monasterii S.
Filareti
Episcopo Militen.
Reg. Lat. 75, f 69-70: Fontes Juris Orient.. 3 III, vol. XIII, 186-187
|
1404
|
Niccolò Ruffo, marchese di
Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel 1404 il suo stato
feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara, Grotteria, Castelvetere)
in seguito alla guerra che intraprende contro di lui il re Ladislao
(Mafrici).
|
1410-20
|
In un periodo compreso fra
questi anni Seminara si tova sotto il dominio dei Ruffo (f.i.).
|
1436
|
Anno di fondazione del convento
dei PP. Osservanti, sotto il titolo di S. Maria degli Angeli, ad opera del
beato Paolo da Sinopoli: “In eadem regione calabriae et civitate seminariae
curante beato Paolo Sinopolitano sancti Bernardini senensis socio, circa hunc
annum aedificatus est convenctus Beatae Mariae de Angelis, privatis quorumdam
et publicis urbis expensis, humili tamen structura, juxta renascentis
Observanti Regularis humilia exordia” (Waddingo, tomo X, 1418-1436).
|
1448
|
Terremoto nell’area di Messina.
|
1452
|
Sopruso da parte del feudatario
Carlo Ruffo conte di Sinopoli che priva gli abitanti di Seminara del loro
diritto di caccia.
|
1463
|
Durante le alterne vicende
della guerra angioino-aragonese Antonio Centelles, questa volta schieratosi
dalla parte aragonese, combatte in Seminara ed in altre città vicine.
|
1464
|
Nell’ultimo atto della guerra
angioino-aragonese, Seminara venne confiscata al feudatario ribelle conte di
Sinopoli ed assegnata al terribile Maso Barrese, che però di lì a poco venne
per altri motivi imprigionato a Napoli da Ferrante I.
|
1478, 15 gennaio
|
In questa precisa data nella
Platea è indicata la venuta dei d’Aquino in Seminara in seguito ad
apparentamento per matrimonio con la famiglia Caro di Seminara.
|
1487
16 agosto
|
Dopo la congiura dei baroni, il
re dispone che beni di signori ribelli vengano poste in vendita. In una lista
di comuni interessati compare anche Seminara.
|
1492
|
Risulta dal Codice aragonese
una lagnanza fatta da Seminara, probabilmente terra demaniale, in quest’anno,
per la “defensa de le iomente”.
|
1495
|
Battaglia della Figurella, tra
spagnoli e francesi che restarono vincitori sul campo
|
1495
|
Seminara fu donata* in
feudo a Carlo Spinelli. La “signoria” degli Spinelli, salvo brevi
interruzioni, si protrasse fino alla soppressione degli ordini feudali in
epoca murattiana. *Galasso dice acquistata.
|
1499,
9 novembre
|
Terremoto
nell’area di Messina.
|
1500,
11 nov.
|
Il trattato di Granada stipulato dal re di Francia Luigi
XII e dal re di Spagna Ferdinando il Cattolico prevedeva la spartizione del
regno di Napoli, dove regnava Federico III d’Aragona: la Francia avrebbe
preso per sé Napoli, la terra di Lavoro e gli Abruzzi; gli Spagnoli la
Calabria e la Puglia. L’occupazione avvenne in breve tempo e con poca
difficoltà. Inoltre il 26 giugno 1501 papa Alessandro VI aveva deposto il re
Federico. Nell’agosto del 1501 i Francesi entrarono a Napoli, mentre gli
Spagnoli, occupata la Calabria, conquistarono quasi tutta la Puglia, tranne
Trani, Monopoli, Brindisi, Otranto, Manfredonia e Taranto. Quando, invece, si
trattò di spartirsi i territori occupati, la Spagna e la Francia ruppero
l’alleanza, poiché entrambe aspiravano alla Basilicata e alla Capitanata,
terra ricca di cereali e di pascoli che comportavano ricchezza per le casse
dello Stato, soprattutto dopo l’istituzione della Dogana delle peccore
(Barrueco).
|
1503,
21
aprile
(di
venerdì)
|
Battaglia
del Pontevecchio, nella quale i francesi restarono sconfitti dagli spagnoli
(Mur., t. XXIV, pt VIII, p. 91, 3-14). [cfr. D’AUTON, Croniques, II, pp. 320-21]
|
1509,
25 feb.
|
Terremoto
nell’area dello stretto di Messina.
|
1549,
31 mag
|
Terremoto
nell’area di Villa S. Giovanni.
|
1554
|
In
quest’anno l’abbondanza delle acque ha prodotto gravi danni: la fiumara ha
cancellato stabilimenti di produzione della seta. Risulta dai Relevi
nell’ASN.
|
1560
circa
|
Nasce
in Seminara Frate Angelo, al secolo Paolo Gieraci, figlio di Bernardino e di
Girolama Cianciaruso. Ne narra la vita il Gualtieri, dedicandogli l’intero
capitolo 83°.
|
1564
|
Nasce
a Seminara Marcantonio Leoni dei Conti di Scilla e dei Marzano Duchi di
Sessa. A 18 anni è mandato a studiare legge a Napoli. Si ammala. Si fa padre
Cappuccino a Caserta, dove fa il noviziato. A un fratello di nome Alfonso che
vorrebbe distorglierlo dal prendere gli ordini. Marcantonio dispone della sua
eredità per costruire un ospedale in Seminara. Assume il nome di Fra
Benedetto. “Diventa uno dei più insigni predicatori, sommo filosofo e teologo
del suo tempo”. Viene inviato missionario nella Valtellina, dove nel 1575 i
cappuccini aveva fondato una missione. Fra Benedetto viene mandato
missionario anche nel sud della Francia per contrastre il calvinismo. Si
reputa che sia riornato in Calabria nei primissimi anni del 1600. Viene
eletto Guardiano e definitore più volte e per tre volte ministro provinciale,
nei capitoli celebratisi rispettivamente nel 1606 a Reggio Calabria, nel 1615
a Seminara e nel 1621 a Tropea. Per 20 anni insegna teologia e filosofia nei
vari studentati cappuccini della Calabria. Predica ben 36 quaresimali, dei
quali 6 a Seminara. Era sua nipote Maria Grimaldi, che soffriva le doglie del
parto e non poteva dare alla luce la sua creatura. Partorì infine e
chiamarono Benedetto il nato che diventerà sacerdote domenicano. Il fratello
Alfonso premorì a Marcantonio, con probabile effetti ereditari. Morì a
Seminara il 14 marzo 1627 all’età di 63 anni e 45 di religione.
|
1579
|
Si
tenne nel Monastero di S. Filareto il primo capitolo generale dell’ordine dei
Basiliani. (Dubium).
|
1583
|
«Nel
1583, infatti, troviamo un debito di Seminara col marchese di Fuscaldo
ascendente a 20.600 ducati» (Galasso, in 3°CST, p. 40).
|
1584
|
In
quest’anno Reggio ottiene il trasloco dell’Udienza di Calabria Ultra da
Catanzaro, ma soltanto dieci anni dopo, a causa della scorreria barbaresca
che aveva dato alle fiamme gli edifici pubblici, Reggio si vide sostituire,
nel grado di capoluogo della provincia, prima da Seminara e poi di nuovo da
Catanzaro (Cfr. Galasso, 3°CST, 43-44).
|
1584,
20 marzo
|
Ultima
disposizione testamentaria di Marcantonio di Leone, con la quale istituiva
sua erede universale la città di Seminara. Fonte: de Sarno, p. 6.
|
1588
|
Viene
eretto il Sacro Monte della Pietà di Seminara.
|
1590
circa
|
Fra
Angelo di Seminara, trentenne, parte alla volta di Gerusalemme dove rimase
circa 10 anni.
|
1599,
agosto
|
Terremoto
nell’area di Messina.
|
1599
|
Episodio
Marcantonio Capitò. Era costui un “chierico selvaggio” che dopo aver
bastonato un frate basiliano per sfuggire al castigo regio si rifugiò in una
chiesa di Seminara e fece sorgere gravi conflitti giurisdizionali con il
vescovo di Mileto.
|
1601, 10 agosto
|
Terremoto nell’area di Villa S.
Giovanni.
|
1615
|
Si svolge in Seminara uno dei
tre capitoli di cui fi ministro provinciale Fra Benedetto. Gli altri si
svolsero in Reggio e in Tropea.
|
1619, 5 gennaio
|
Terremoto in Calabria.
|
1621, 9 agosto
|
Terremoto in Calabria.
|
1626
|
Risale a quest’anno il
precedente invocato nella riforma del Parlamento varata nel 1756. Era sindaco
Girolamo d’Aquino.
|
1627, 14 marzo.
|
Muore il Seminara Marcantonio
Leoni, Fra Benedetto, all’età di 63 anni e 45 di religione.
|
1634
|
A mente: risale a quest’epoca
il distacco di Palmi da Seminara, rimangono negli anni strascichi e rivalità
fino al presente, contrassegnati da una continua ascesa di Palmi ed un
continuo declino di Seminara. Vedi documento in Comune.
|
1635, 12 agosto
|
Terremoto nell’area di Messina.
|
1638, 9 giugno
|
Terremoto nel crotonese.
|
1649, gennaio
|
Terremoto nell’area di Messina.
|
1657
|
Dai Diari: “…tra le molte cose
che non comprendo, mi pare però di riconoscere con sufficiente certezza una
data per me interessante ed importante: per effetto di Bolla di Pio V
nell’anno 1657 il Monastero di S. Filareto fu eretto in Collegium Studiorum”.
|
1659, 3 settembre
|
Gregorio Panzani, vescovo di
Mileto, istituisce la Collegiata di Seminara. Il 30 agosto vi era già stata
la bolla pontificia di autorizzazione (Russo 38749). (pt).
|
1672
|
Si contano in Seminara dai
libri mutili dei defunti non meno di 637 morti avutisi in Seminara.
Essendo i morti distribuiti su tutti i mesi dell’anno deve trattarsi di una morìa
dovuta ad una qualche pestilenza, o carestia.
|
1687, 2 ottobre
|
Terremoto a Tropea.
|
1693, 11 gen.
|
Terremoto nella Sicilia
Orientale, ma i cui effetti sono indicati (Baullo) anche per Seminara. In
questo anno fu distrutto l’antico monastero di S. Filareto, che vantava
origini fino al IV secolo (dalla Causa per le processioni). La fonte si trova
nelle recenti acquisizioni del fondo R.
|
1706, 19 mar
|
Terremoto nell’area di Reggio
Calabria interessando Scilla.
|
1707, 3 marzo
|
Terremoto in Calabria.
|
1712, 16 luglio
|
Terremoto nella Calabria
Meridionale.
|
1715, 21 feb.
|
Terremoto nell’area di Reggio
Calabria.
|
1720, 12 set.
|
Terremoto nell’area di Gerace.
|
1724, 3 agosto
|
Terremoto nell’area di Villa S.
Giovanni.
|
1746,
1° maggio
|
Le famiglie Sanchez e Coscinà
vengono ammesse al Parlamento.
|
1751
|
Si apprende dal “Dubium an
Monaci Basiliani…” che in questo anno si tenne una Dieta Generale dei
Basiliani presso il monastero di S. Filareto.
|
1756
|
Dovette esservi in quest’anno
un’importante riforma del Parlamento. Ne parla Tiberio d’Aquino.
|
1757,
18 maggio
|
Episodio narrato da Tiberio
d’Aquino riguardante l’ospitalità offerta in Seminara per otto giorno da
parte del Duca Spinelli di Seminara al Duca di Monteleone, sbarcato con due
galere alle Pietre Nere proveniente dalla Sicilia.
|
1763
|
Viene eletto Sindaco d.
Emanuele Sanchez.
|
1765,
13 settembre
|
Posa della prima pietra del
campanile della Chiesa di San Michele Arcangelo.
|
1766,
14 aprile
|
Inizia il rifacimento
dell’antica strada della Funnara, che partiva dalla porta del Borgo ed arriva
al Petrace. Vi lavoraro per dieci anni otto mastri, venti manovali e
cinquanta donne. Fu terminata il 3 agosto 1776.
|
1768, 31 luglio
|
Sin da questa data la Madonna
dei Poveri risulta Patrona di Seminara.
|
1776,
3 agosto
|
È terminato il rifacimento
della strada della Funnara, inziato il 14 aprile 1766.
|
1776,
14 agosto
|
Arriva da Napoli, dove fu
fabbricata, la campana per il campanile di S. Michele Arcangelo.
|
1781
|
Il principe di Cariati fa
incetta dell’olio con una conveniente (per lui) anticipazione in denaro e lo
ripone in magazzini appositamente costruiti nella marina delle Pietrenere.
|
1790, 20 marzo
|
Si legge in un atto della Cassa
Sacra che la popolazione di Seminara ammonta in questa data a oltre 5.000
anime, che non dispongono ancora di una chiesa madre, essendo questa in
“legname fradicio”.
|
1816
|
Palmi è elevata
amministrativamente a capoluogo di Circondario.
|
Cap. 29°
Volume II
Sezione Tredicesima
del Vol. II
Cronologie comparate
f. i. = fonte inattendibile. Ciò
non significa che il dato sia erroneo, ma che lo si è preso da autori
inaffidabili per la metodologia seguita. Il dato dovrà essere pertanto
verificato ulteriormente su fonti originarie o di prima mano.
Storia
generale
|
Storia
di Seminara
|
445
|
La
periferia nord di Taurianum, – detta più tardi in senso stretto Taurianum,
mentre Tauriana veniva detta la parte sud – viene abbandonata verso il 445 in
seguito ai gravi danni subiti dalle invasioni (Saletta).
|
||
490
|
Tuarianum
subisce altri danni in seguito ad una scorreria degli Ostrogoti (Saletta).
|
||
553
|
Conquista
dell’Italia ad opera di Narsete, generale di Giustiniano. Nel riassetto delle
provincie che ne segue il Bruzio e la Lucania costituiscono il 10° tema.
|
||
589
|
L’esercito
longobardo di re Autari III, marito di Teodolinda, incurante del dislocamento
delle truppe imperiali bizantine, piombò sulla Calabria tutto travolgendo,
uccidendo e depredando.
|
||
590
|
Intorno
a questo anno i Longobardi arrecarono tali danni a Taurianum da costringere
la popolazione ad abbandonare in massa la città (Saletta).
|
||
590-605
|
Pontificato
di Gregorio I Magno, il quale ordinò che tutti i monaci di Taureana, guidati
da Paolino, si rifugiassero a Messina.
|
||
747,
25
dicembre
|
Il
Fiore, (Calabria Illustrata, Vol.
I, pag. 124) ricorda che a Seminara furono rinvenuti i corpi di due
sacerdoti: uno era quello del sacerdote Giovanni Emanuele, figlio di Carlo e
di Angiola Alessandrina, morto ivi il 25 dicembre del 747.
|
||
787
|
Concilio
Niceno II, nel quale intervengono molti vescovi della Calabria: sono tutti
greci e firmano in greco.
|
||
832
|
I
saraceni s’installano a Palermo.
|
||
842
|
I
saraceni s’installano a Messina.
|
||
878
|
I
saraceni s’installano a Messina.
|
||
884
|
Intorno
a quest’anno venne edificato il monastero di S. Elia Novo, sul monte Aulinas,
l’odierna S. Elia, «ma poiché troppo esposto alle frequenti incursioni arabe,
i monaci durante il secolo X l’abbandonarono e ne costruirono un altro a
circa 2 miglia dall’abitato di Seminara cingendolo di alte mura e
fortificandolo» (f.i.).
|
||
935,
26 agosto
|
Molto
probabilmente questa è la pagina più tragica per Genova: il saccheggio della
città da parte dei musulmani il 26 Agosto 935. Alle prime luci dell'alba, gli
arabi arenarono le loro galee sotto San Siro e, mentre tutti i genovesi
dormivano, entrarono nelle case, saccheggiandole, uccisero tutti gli uomini e
rapirono tutte le donne e le bambine, imbarcandole sulle loro navi. La
cattedrale di San Siro e le altre chiese furono profanate e bruciate. Dopo
due ore d’inferno gli arabi tornarono alla spiaggia e ripartirono verso altri
lidi, ma prima pensarono bene di portarsi via tutte le imbarcazioni genovesi.
L'evento risultò devastante per i genovesi che cominciarono a serbare un odio
feroce verso i saraceni che potrà essere placato solo sedici anni dopo quando
batterono i musulmani riconquistando alcune città della riviera. (Internet)
|
||
941
circa
|
A
quest’epoca il Gualtieri (p. 175) fissa l’incontro di santo Stefano da
Rossano con S. Nilo, il quale “dimorava in una spelonca vicino la Real città
di Seminara (la quale à tempo di San Nilo era Imperiale)”. Se la data
approssimativa non si discosta di molto, l’evento narrato indicherebbe
l’esistenza di una “città di Seminara” o almeno di un luogo abitato chiamato
Seminara prima dell’anno 951, nel quale fu distrutta Taureana determinando
un’esodo verso la già esistente Seminara.
|
||
945
|
Dopo la tragica giornata del 26 agosto 935 la città di Genova
ricominciò lentamente a riprendere vita e dieci anni dopo, nel 945, fu
costituita una comunità che diventerà importantissima nei secoli a seguire:
la "Compagna". L'ideatore
di questa associazione fu il Vescovo
Teodolfo, che pensò di dividere i cittadini in due categorie: gli "habitatores", cioè i nullatenenti
che si dovevano occupare della guardia della città, e i "boni homines", cioè quelle persone abbienti che
versando una quota annuale partecipavano alla costruzione della flotta
militare. Il Vescovo preparò un vero e proprio statuto che presentò al Re
Berengario, che dopo averlo accettato, promulgò, forse perche attirato dal vantaggio
di disporre di una flotta a difesa delle invasioni saracene, la "Donatio
Berengari", accettata poi da tutti gli altri Imperatori, che permetteva
tra le altre cose di non pagare più gabelle allo stato e di avere una quasi
completa indipendenza, tanto da considerare Genova una Repubblica. (Internet)
|
945,
9
febbraio
|
Il
Fiore, (Calabria Illustrata, Vol.
I, pag. 124) ricorda che a Seminara furono rinvenuti i corpi di due
sacerdoti: dei quali cui uno era quello del sacerdote Paolo Squillace, figlio
di Bruno e di Livia, morto a Seminara il 9 febbraio del 945.
|
951
|
Abbandono
e distruzione di Tauriana, la cui popolazione confluisce in buona parte nel
vicino castello di Seminara. Per circa un secolo Seminara è sede vescovile.
|
||
969
|
Intorno
a quest’anno è dato da taluni il soggiorno in Seminara del vescovo
Costantino. Il dato dovrebbe essere verificato e confermato.
|
||
972
|
Ottone
II sposò Teofano, figlia di Romano II, Basileus di Bisanzio, la quale, nel
viaggio verso la Germania, convinse alcuni monaci calabresi a seguirla nella
nuova patria. Tra questi si ricordano Giovanni Filigato di Rossano e S.
Gregorio di Cassano.
|
||
985
|
Intorno
a questa data S. Nilo di Rossano insieme con 60 monaci mercuriensi abbandona
la Calabria, dapprima per Valleluce, nel territorio di Montecassino, poi a
Serperi, presso Gaeta. Vi rimasero 25 anni.
|
||
1016
|
A
partire da quest’anno è documentata l’apparizione dei Normanni nell’Italia
meridionale.
|
||
1029
|
Primo
insediamento normanno in Italia: Arnolfo sposa la figlia del duca di Napoli
ed ottiene con il titolo di conte il feudo di Aversa.
|
||
1038
|
Gli
Altavilla, scesi in Italia attirati da Arnolfo, si pongono al servizio dei
bizantini in una campagna contro i musulmani di Sicilia, ma quando tornano
nel continente passano al servizio dei Longobardi in rivolta contro i greci
nelle Puglie e in Basilicata.
|
||
1133
|
A
quest’anno risale il primo documento in cui compare il nome del Monastero di
S. Filareto (f.i.).
|
||
1040-70
|
Periodo
della presenza di S. Filareto, nel monastero di S. Elia Novo, detto
successivamente di S. Elia Novo e S. Filareto (f.i.).
|
||
1072
|
Data
fornita da Ugo Martino per la morte di S. Filareto, di cui scrisse la vita il
monaco Nilo.
|
||
1042
|
Arnolfo,
conte di Aversa, si impossessa di Gaeta.
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||
1043
|
Occupata
Melfi, uno dei figli di Tancredi, Guglielmo Braccio di ferro, ne diviene
conte.
|
||
1053
|
Roberto
il Guiscardo, altro figlio di Tancredi d’Altavilla, sconfigge l’esercito
pontificio a Civita, in Capitanata.
|
||
1054
|
I
Normanni iniziano la conquista della Calabria, collocando la regione
definitivamente sotto la giurisdizione di Roma e accentuando il loro favore
agli ordini classici dell’Occidente: benedettini, certosini e cistercensi.
|
||
1060
|
L’ultima
fortezza calabrese, Reggio, cade in mano ai normanni. Fine della dominazione
bizantina in Calabria.
|
||
1085,
17 luglio
|
Muore
Roberto il Guiscardo.
|
||
1086
|
Fino
a questa data Seminara è sede vescovile. Il privilegio le fu tolto da Ruggero
il Normanno, che mantenne però l’obbligo per il vescovo di recarsi ogni anno
in Seminara (f.i.).
|
||
1097
|
Il Papa Urbano viene in Calabria per raccogliere tesori. Fu a
Mileto (Gualtieri, p. 227).
|
||
1130
|
Ruggero
II unifica i domini normanni dell’Italia meridionale: è così costituito
l’assetto territoriale del Regno delle Due Sicilie che si manterrà fino al
1860.
|
||
1140
|
Assise
di Ariano
|
||
1255
|
Nel
teatro della guerra svevo-angioina Seminara viene occupata più volte.
Invasione messinese di Seminara e pronta ritorsione narrata dal De Salvo (p.
30-31).
|
||
1194,
20
novembre
|
Gli
Altavilla cessano per sempre di regnare a Palermo: Enrico VI di Hohenstaufen
entra a Palermo, facendone la capitale del regno svevo.
|
||
1194,
25
dicembre
|
L’imperatore
Enrico VI di Hehenstaufen cinge la corona di Sicilia nella cattedrale di
Palermo.
|
||
1265
|
Al
tramonto della monarchia normanno-sveva contribuisce, ed in misura
determinante, Bartolomeo Pignatelli: è proprio lui, il «pastor di Cosenza» di
dantesca memoria (Purgatorio, III,
43), a concludere, nella sua quallità di nunzio presso Luigi IX di Francia,
la convenzione secondo la quale il pontefice Clemente IV impone a Carlo I nel
1265, nel momento cioè dell’investitura del Regno di Sicilia, il
riconoscimento del vassallaggio alla Chiesa, nonché il versamento di un censo
annuo e l’obbligo di governare in base a precise norme concordate.
|
||
1282-1302
|
Guerra
del Vespro. Il popolo siciliano si ribella agli angioini ed invoca
l’intervento di Pietro III d’Aragona, con notevoli ripercussioni in Calabria
ed in tutto il Mezzogiorno.
|
||
1282,
31
marzo
|
Vespri
Siciliani. Giovanni da Procida. Sua intesa con re Pietro d’Aragona al quale
viene offerta dal parlamento siciliano la corona del regno delle Due Sicilie.
|
||
1282,
6
dicembre
|
Re
Pietro tragetta di notte lo stretto e va a nascondersi nei fitti boschi di
Solano.
|
||
1283,
23
febbraio
|
Un
forte nerbo di “partigiani”, rafforzato da “arditi” almugaveri, piombò di
sorpresa su un accampamento francese, che dormiva tranquillamente in contrada
Lagrussana presso il castello di Sinopoli inferiore.
|
1283,
13
marzo
|
Le
truppe di Pietro d’Aragona entrano in Seminara, cacciando gli Angioini.
Conquistano altri castelli vicini.
|
1283,
30
marzo
|
Dopo
la sortita aragonese nell’accampamento di Seminara il 13 marzo, il papa che
proteggeva il re angioino indisse il congresso di S. Martino. Fu dettata una
costituzione in 46 capitoli, con la quale si davano ai calabresi privilegi,
riduzioni di imposte e tasse, libertà, franchigie e garanzie.
|
||
1317
|
Anno
di fondazione del convento di S. Francesco dei Minori conventuali.
|
||
1315
|
Grande
fame.
|
||
1348
|
Grande
peste.
|
||
1372
|
Giovanna
I rinuncia ai diritti sovrani sulla Sicilia, che era stata conquistata dagli
Aragonesi e finiscono pertanto le incursioni sul continente da parte degli
Aragonesi di Sicilia.
|
||
1382
|
Muore
Giovanni I e con lei si estingue il ramo diretto di Carlo I d’Angiò.
|
||
1410-20
|
In
un periodo compreso fra questi anni Seminara si tova sotto il dominio dei
Ruffo (f.i.).
|
||
1404
|
Niccolò
Ruffo, marchese di Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel
1404 il suo stato feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara, Grotteria,
Castelvetere) in seguito alla guerra che intraprende contro di lui il re
Ladislao (Mafrici).
|
1404
|
Niccolò
Ruffo, marchese di Cotrone e capo del partito angioino di Francia, perde nel
1404 il suo stato feudale (Santa Severina, Bisignano, Seminara,
Grotteria, Castelvetere) in seguito alla guerra che intraprende contro di lui
il re Ladislao (Mafrici).
|
1420-21
|
Primo
tentativo fatto da Alfonso d’Aragona di conquistare il Regno di Napoli. Era
stato adottato come erede e successore dalla regina Giovanna II. Con
l’occasione si delinearono nel baronaggio due partiti: l’uno angioino
introrno a Carlo III d’Angiò, l’altro aragonese intorno ad Alfonso V
d’Aragona. Entrambi aspiravano all’eredità del Regno ed entrambi assunsero il
titolo di Duca di Calabria. Per l’uno e per l’altro erano condottieri
rispettivamente Francesco Sforza per la parte angioina e Giovanni de Jxar per
la parte aragonese.
|
||
1423
|
Alfonso
recede dal tentativo di conquista, rompe con la regina Giovanna II e la
Calabria torna intera sotto il dominio angioino: il Sud si era schierato con
gli aragonesi.
|
||
1427
|
Carlo
III d’Angiò si accorda con Giovanna II: deve solo occuparsi di governare il
Ducato di Calabria, cosa che fa bene con beneficio della regione.
|
||
1434
|
Muore
prematuramente a Cosenza il mite Luigi III d’Angiò.
|
||
1435
|
Muore
la Regina Giovanna II d’Angiò-Durazzo: ne approfitta Alfonso V d’Aragona, per
impadronirsi del Regno di Napoli, iniziandone la conquista dalla Calabria e
dalla Campania, ch’erano le basi strategiche chiavi di esso. Renato d’Angiò
tiene il regno fino al 1442.
|
||
1436
|
Anno
di fondazione del convento dei PP. Osservanti, sotto il titolo di S. Maria
degli Angeli.
|
||
1442-1458
|
Regna
a Napoli Alfonso il Magnanimo, I di Napoli e V d’Aragona.
|
||
1458
|
Sale
sul Regno di Napoli Ferrante I d’Aragona, che succede al padre Alfonso il
Magnanimo (1442-1458), che muore il 27 giugno del 1458.
|
||
1459-1464
|
La
Calabria fu teatro d’una gravissima agitazione a carattere politico ed
economico-sociale, che si innestava sul conflitto angioino-aragonese per la
succesione al trono di Napoli.
|
||
1459,
2 giugno
|
Battaglia
di S. Eufemia. Vinsero le truppe aragonesi e vi fu un macello dei contadini
ribelli.
|
||
1459,
16
novembre
|
Favorito
dal tradimento, sbarca a Castel Volturno Giovanni d’Angiò, mentre Ferrante si
trova ancora in Calabria, dove ha fatto prigioniero il Centelles.
|
||
1460,
23
aprile
|
Riuscito
a corrompere una delle guardie addette a custodirlo, Antonio Centelles evade
la notte del 23 aprile da Castel Nuovo gettandosi a nuoto nel mare
sottostante, donde, rimesso piede a terra, prende la via di Marignano, terra
soggetta al principe di Taranto.
|
||
1460,
7
luglio
|
Ferrante
è clamorosamente sconfitto nella piana di Sarno dal pretendente al trono
Giovanni d’Angiò.
|
||
1462,
18
agosto
|
Presso
Troia, in Puglia, decisiva vittoria di Ferrante contro il rivale angioino.
|
||
1463,
aprile
|
Maso
Barrese, l’uomo più terribile del secolo, al servizio d’armi di Ferrante,
subisce un’improvvisa e inaspettata sconfitta presso Paisano nel Reggino.
|
||
1466,
marzo
|
Antonio
Centelles è per la seconda volta fatto arrestare a tradimento dal re Ferrante
I, che in segno di riconciliazione aveva preteso il matrimonio della figlia
di Centelles, Polissena, celebrato il 15 ottobre 1465 con un figlio naturale
del re stesso. Ferrante, in modo machiavellico, si comporterà in modo analogo
con altri suoi nemici. Di Antonio Centelles non si seppe più nulla.
|
||
1485-86
|
Grande
congiura dei baroni.
|
||
1560 circa
|
Nasce in Seminara Frate Angelo, al secolo Paolo
Gieraci, figlio di Bernardino e di Girolama Cianciaruso. Ne narra la vita il
Gualtieri, dedicandogli l’intero capitolo 83°.
|
||
1561
|
Strage
dei Valdesi a Guardia e a San Sisto.
|
||
1584, 20 marzo
|
Ultima disposizione testamentaria del
Beato Leone, con la quale istituiva sua erede universale la città di
Seminara. Fonte: de Sarno, p. 6.
|
||
1588
|
Viene eretto il Sacro Monte della
Pietà di Seminara.
|
||
1590 circa
|
Fra Angelo di Seminara, trentenne, parte alla volta
di Gerusalemme dove rimase circa 10 anni.
|
||
1626
|
Risale
a quest’anno il precedente invocato nella riforma del Parlamento varata nel
1756. Era sindaco Girolamo Aquino.
|
||
1746,
1°
maggio
|
Le
famiglie Sanchez e Coscinà vengono ammesse al Parlamento.
|
||
1756
|
Dovette
esservi in quest’anno un’importante riforma del Parlamento. Ne parla Tiberio
d’Aquino.
|
||
1757,
18
maggio
|
Episodio
narrato da Tiberio d’Aquino riguardante l’ospitalità offerta in Seminara per
otto giorno da parte del Duca Spinelli di Seminara al Duca di Monteleone,
sbarcato con due galere alle Pietre Nere proveniente dalla Sicilia.
|
||
1763
|
Viene
eletto Sindaco d. Emanuele Sanchez.
|
||
1764
|
Una
grande carestia colpisce tutto il Regno.
|
||
1765,
13
settembre
|
Posa
della prima pietra del campanile della Chiesa di San Michele Arcangelo.
|
||
1766,
14
aprile
|
Inizia
il rifacimento dell’antica strada della Funnara, che partiva dalla porta del
Borgo ed arriva al Petrace. Vi lavoraro per dieci anni otto mastri, venti
manovali e cinquanta donne. Fu terminata il 3 agosto 1776.
|
||
1768,
31
luglio
|
Sin
da questa data la Madonna dei Poveri risulta Patrona di Seminara.
|
||
1776,
3
agosto
|
È
terminato il rifacimento della strada della Funnara, inziato il 14 aprile
1766.
|
||
1776,
14
agosto
|
Arriva
da Napoli, dove fu fabbricata, la campana per il campanile di S. Michele
Arcangelo.
|
||
1781
|
Il
principe di Cariati fa incetta dell’olio con una conveniente (per lui)
anticipazione in denaro e lo ripone in magazzini appositamente costruiti
nella marina delle Pietrenere.
|
||
1784,
19
maggio
|
Con
regio dispaccio viene stabilita l’abolizione degli ordini monastici e dei
luoghi pii della Calabria ulteriore, al fine di introitarne le rendite «per
impegnarle in quegli usi che più conducenti siano al ristoro ed al vantaggio
della popolazione della nominata provincia».
|
||
1784,
4
giugno
|
Viene
istituita a Catanzaro la Cassa Sacra, ente preposto al sequesto, alla
gestione, alla inventariazione e soprattutto all’alienazione dei beni
ecclesiastici.
|
||
1784,
27
novembre
|
Viene
istituita a Napoli la Suprema Giunta di Corrispondenza, con il compito di
controllare l’organo di Catanzaro, di revisione della contabilità, di
progettazione dei piani di ricostruzione e di intervento.
|
||
1796,
gen.
|
Viene
soppressa la Cassa Sacra.
|
[1] Et habeatur ratio pietatis, parlasi
della vendita de’ pegni, ut nimis propere
non vendantur, ut Dominus illum redimere possit. Zechius de usuris cap. 8.
§ 7.
Cap. 26°
Volume II
Sezione Decima
del Vol. II
Avvicendamenti della Sovranità
sul territorio
Quadro generale e riassuntivo
(tratto da Fonti
diverse)
Periodizzazione della storia
calabrese post-romana:
- Periodo latino: 1-551
a) periodo bizantino: 552-1060 (=
assedio normanno di Reggio)
b) periodo normanno: (1054-1194) = 140 anni;
– Nel 1056 Roberto il Guiscardo
inizia la sua avventura in Calabria e conquista Martirano, Maida e Nicastro.
Nel 1060 Reggio e il resto della Calabria si arrendono a Roberto e a suo
fratello Ruggero.
–
Grazie a Ruggero Mileto diventa nel 1081 sede del Vescovado con bolla di Papa
Gregorio VII che vi trasferisce le sedi di Vibona a Tauriana.
– RUGGIERO NORMANNO:
Figlio
del Gran Conte Ruggiero fu il primo Re Normanno della Sicilia, dove importò la
canna da zucchero, il gelso e il baco da seta. Nacque nel 1094 morì nel 1154.
– Nel
1090 i Normanni guidati da Duca di Calabria Ruggero d'Altavilla con la
battaglia di Scicli sconfissero i Saraceni e Rakkusa diventò Ragusa.
– Nel
1091 i Normanni elessero Ragusa a
Contea assegnandola a Goffredo, figlio del Conte Ruggero. Ragusa vide al potere i Conti Goffredo, Silvestro, Guglielmo
Martino e Silvestro Bernardo. I Normanni introdussero in Sicilia il sistema
feudale, già in uso in Italia e in Europa.
– Nel
concilio di Melfi del 1059 i Duchi Normanni si erano dichiarati vassalli della
Chiesa Romana e ricevevano in feudo le terre conquistate e da conquistare,
impegnandosi, con solenne giuramento, a ricondurre alla giurisdizione di Roma
tutti i territori che essi avessero in futuro strappato ai bizantini e agli arabi.
Così, occupata la Calabria, si affrettarono a realizzare l'impegno. La politica
religiosa di Ruggero non valse solo a rinsaldare le relazioni fra i Normanni e
i Pontefici, ma fu il primo varco aperto alla Chiesa di Roma nella Calabria
meridionale, che era stata sempre unita al Patriarcato di Costantinopoli e alla
liturgia bizantina. I Normanni però non riuscirono a latinizzare
sistematicamente il paese: greca rimase sempre la lingua parlata e solo molto
più tardi sarà abolito il rito greco.
– Nel
1130 Ruggero II trasferì la capitale da Mileto a Palermo e la Calabria venne
divisa in due Giustizierati, uno dei quali era Terragiordania, con capoluogo
Catanzaro.
c) periodo svevo: 69 anni; (-1265)
– FEDERICO II DI SVEVIA:
Federico
II, nipote di Federico I Barbarossa, succedette al Padre Enrico VII Re di
Sicilia nel 1197; divenne imperatore di Germania nel 1212, intraprese la sesta
crociata nel 1229, lottò contro le città lombarde ed i papi Gregorio IX ed
Innocenzo 1V; morì scomunicato nel 1250.
d) periodo angioino: 177 anni; (-1302)
– CARLO D’ANGIO’:
Carlo
I, fratello di Luigi IX Re di Francia e conte d'Angiò, fece la conquista di
Napoli contro il Re Manfredi, che vinse ed uccise alla battaglia di Benevento,
nel 1266. La congiura di Giovanni da Procida gli fece perdere la Sicilia, dove,
nei Vespri Siciliani, tutti i francesi furono trucidati. Nacque nel 1220; morì
nel 1285.
e) periodo aragonese: 58 anni;
– ALFONSO D’ARAGONA:
Alfonso
V detto il Magnanimo, regnò a Napoli e in Sicilia. Nacque nel 1416; morì nel
1458.
f) periodo spagnolo o del Viceregno (dal 1502) al 1734
– CARLO V:
Figlio
di Filippo IV (di Spagna) e di Maria Anna d'Austria, regnò dal 1665 al 1700.
g) periodo austriaco;
h) periodo borbonico:
– CARLO III DI BORBONE:
Figlio
di Filippo V e di Elisabetta Farnese, fu dapprima Re di Napoli e di Sicilia,
dove seppe farsi amare e governare, con giustizia e con lustro; divenne Re di
Spagna nel 1759; morì nel 1788.
i) periodo francese:
– GIOACCHINO MURAT:
Di
oscura famiglia, giunse alle prime dignità militari durante il consolato e
l'impero di Napoleone È Cognato di questo (1800) venne fatto Re di Napoli nel
1808, ma si staccò dall'imperatore nel 1814, perché aspirava alla corona
d'Italia.
k) periodo italiano:
– VITTORIO EMANUELE:
Prima
Re di Sardegna, poi Re d'Italia. Chiamato al trono per l'abdicazione di suo
padre Carlo Alberto (1849), cercò di riordinare le finanze e l'esercito; prese
parte alla guerra di Crimea (1855), che fu il primo passo verso l'indipendenza
d'Italia. In seguito alla spedizione di Garibaldi in Sicilia (1860) occupò lo
Stato della Chiesa, ad eccezione della provincia di Roma, e poi anche le
province napolitane e la Sicilia. Votata l'annessione di tutte queste province,
Vittorio Emanuele assunse il titolo di Re d'Italia.
Elenco dei Vicerè[2]:
1°)
Consalvo di Cordova
(16 maggio 1503 - 11
giugno 1507)
– Prima di entrare in Napoli come
primo vicerè, il 15 maggio 1503 dal suo campo presso Gaudello nel territorio di
Acerra, Consalvo aveva approvato 69 capitoli di grazie e privilegi propostigli
dalla città di Napoli.
– Il vicerè dimorò poco in città,
dove lo sostituì spesso nelle cure del governo Antonio Cardona, marchese di
Padula.
– La venuta di Consalvo fece
temere che avrebbe potuto essere introdotta l’inquisizione di Spagna, che nel
1500 era stata instaurata in Sicilia. Sarebbe stato un ottimo strumento
politico per debellare l’opposizione ai nuovi dominanti che era largamente
diffusa soprattutto tra la nobiltà in parte filofrancese.
– Iniziò con Consalvo una serie
di contribuzioni finanziarie, con intensità e frequenza diverse, in rapporto
alle necessità della politica estera spagnola. Nel 1504 ebbe luogo la prima
richiesta rivolta al Parlamento generale del regno.
– Consalvo cercò di ricondurre la
pace e la normalità nel paese, ove tra l’altro ripresero i corsi
all’Università, grazie anche all’aiuto di Ferdinando d’Aragona che nel 1505
destinò 2.000 ducati per il funzionamento dello Studio Napoletano riaperto nel 1507.
– Durante le sue brevi permanenze
a Napoli Consalvo catturò Cesare Borgia e lo inviò prigioniero in Spagna.
– Consalvo si dedicò alla riforma
di due importanti uffici napoletani: il Consiglio Collaterale e la Camera della
Sommaria.
– Lasciò Napoli l’11 giugno 1507
e morì il 2 dicembre 1515 a Granada, dove fu seppellito nella chiesa di San
Jeronimo.
2°)
Giovanna d’Aragona
3°)
Il conte di
Ripacorsa:
– Nel
1506 il nuovo sovrano, Ferdinando il Cattolico visitò Napoli e, partendo, vi
lasciò come viceré il conte di Ripacorsa. Questi cercò di introdurre nel Regno
l'inquisizione spagnola, ma l'opposizione della cittadinanza napoletana lo
costrinse ad abbandonare il proposito.
4°) Raimondo di Cardona
luogotenenti del Cardona:
– il cardinale Remolines
– il conte di Capaccio
5°) Carlo di Lannoy e il conte di
Santa Severina
6°) Ugo di Moncada
7°) Il principe d’Orange
8°) Il cardinale Pompeo Colonna
9°)
Don Pietro di Toledo
– Col
viceré don Pedro Alvarez de Toledo, designato nel 1532 cominciò una fase nuova
della politica viceregnale caratterizzata da un accentuato autoritarismo e
carattere fortemente spagnolo del governo: i viceré furono tutti spagnoli,
stretti al loro sovrano nel segreto della corrispondenza.
– A don
Pedro Alvarez de Toledo Napoli dovette il risanamento edilizio e l'ampliamento
dell'area urbana con l'apertura della strada che da lui prese nome e con la
costruzione dei quartieri a ponente della
nuova strada al cui termine il viceré eresse un nuovo palazzo per la sua
residenza;
10°) Luigi di Toledo
11°) Il duca d’Alba
12°) Giovanni Manriquez di Lara
13°) Il duca d’Alcalà
14°) Il cardinale Granvela
15°) Il marchese di Mondejar
16°) Juan de Zuñuga
17°) Il duca d’Ossuna
18°) Il conte di Miranda
19°) Il conte di Olivares
20°) Il conte di Lemos
21°) Il conte di Benavente
22°) Il conte di Lemos
23°) Il duca d’Ossuna
24°) Il cardinale Borgia
25°) Il cardinale Zapata
26°) Il duca d’Alba
27°) Il duca d’Alcalà
28°) Il conte di Monterrey
29°) Il duca di Medina de las
Torres
30°) L’ammiraglio di Castiglia
31°) Il duca d’Arcos
32°) Don Giovanni d’Austria
33°) Il conte di Oñate
34°) Il conte di Castrillo
35°) Il conte di Peñaranda
36°) Don Pasquale d’Aragona
37°) Pietro Antonio d’Aragona
38°) Federico di Toledo
39°) Il marchese di Astorga
40°) Il marchese di los Velez
41°) Il marchese del Carpio
42°) Il conte di Santo Stefano
43°) Il duca di Medinaceli
44°) Il marchese di Villena
g) periodo austriaco (fino
1691…).
h) periodo borbonico: 1734-1860
i) periodo unitario
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