26.12.18

Platea Aquino. § 8. “Altri censi perpetui enfiteutici sopra un fondo nella contrada di Portello”. -

B./ Catasto.  /  Platea Sommario §§.
Successione §§: §7.§9.
§8.Altri censi perpetui enfiteutici sopra un fondo nella contrada di Portello”.

M.° Francesco Sonnà (1)
1,75
M.° Antonino Bianchino
1,75
Domenico Melignano (2)
1,75
Domenico Falcone (3) tenente
1,75
Cenzi Bullale
Dott. Domenico Gaetano Rossi
8,00
M.° Domenico Billecca
1,05
Caterina Milano
0,55
Michele Morabito
0,30

16,90
Tutte queste cenze, esigge oggi la Casa Aquino, che sono tutti docati cinquantaquattro, grana quarantacinque, e piccoli tre, dico - D. 54: 45: 3: in questa somma ciò è sopra le terre di S. Vito, vi sono inclusi li docati quattordici, grana ventitre, e piccoli novi, agregati alla Casa per il beneficio avuto mio figlio, e da me fatta la nomina[1] - Li cenzi assignati al beneficiato di S. Pietro (4), erano le seguenti B.

D’Antonio e Gioanni D’Agostini
4,58,9
Antonino Foti Siciliano
2,59
Giuseppe Antonio di Condina
1,85
M.° Giuseppe D’Angelo
3,15
è la Casa D’Aquino
0,76,3
ed Antonio Benedetto
2,15

15

Si dichiara le prime Principali obbligati e le mentovate persone discritte d’avante come si ritrovano presentemente padroni delle frutti, delle terre di San Vito, e Portello.


[1] Si tratta dell’istituto del giuspatronato, importante, sul quale in precedenti edizioni dei “Materiali” avevano compilato una lunga voce di Glossario, alla quale rinvio per maggiore precisione. Riassumo così quel che ricordo: non volendo le famiglie “nobili” frazionare la proprietà fra figli e figlie che producevano in abbondanza, molti di questi finivano monache e monaci. Con quanta vocazione posso immaginare. In Seminara vi era un numero incredibile di conventi e monasteri e di chiese, e cappelle. A queste spesso veniva assegnata una rendita. La famiglia che istituiva il giuspatronato aveva il diritto di farlo assegnare a un suo congiunto che avesse intrapreso la carriera ecclesiastica... Dovevano pur campare.
(1) Un Francesco Sonnà compare a più riprese nel Catasto. È un bracciale di anni 40, sposato con Giovanna Attisano: 191v. Ed è proprietario di un fondo in contrada il Portello, sul quali si pagano annui carlini dodici di censo bullale al canonico Melara, ma senza che si sia menzione di un censo enfiteutico alla casa d’Aquino.
(2) Un Domenico Melignano esiste come proprietario di un fondo in S. Vito, ma senza menzione di un censo dovuto ai d’Aquino: 152r.
(3) Un Domenico Falcone, di anni 45, risulta a c. 165r del Catasto, con un fondo al Portello, ma senza indicazione di censi agli Aquino.
(4) Di un "Cappellania fondata dalla quondam Petronilla d’Aquino dentro la chiesa di S. Pietro" si parla alla c. 453r del Catasto, ma i "beni beneficiali" di detta cappella sono di don Gregorio Silvestri, sacerdote, e cioè un censo perpetuo di Antonio d’Agostino, menzionato da Tiberio, e dallo stesso Tiberio d’Aquino che paga lui a don Silvestro un censo di ducati 0.76.9. Sopra la detta Cappellania gravano pesi per ducati 14.10.


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