22.4.22

PSF. - 1. Antichità e privilegi del Monistero.

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1. 

Antichità e Privilegi del Monistero.

Non più che un miglio, e mezzo distante dalla Città di Seminara, in Provincia dell'ulteriore Calabria, si fu l'Archimanditrale antico Monistero di San Filareto, che tenea soggetti sotto a' se, sette altri antichi Monasteri Basiliani, cioè quello di San Mercurio oggi nomato San Fantino, non molto distante dalla Marina delle Pietre negre, giurisdizione di questa anzidetta Città; quello di San Giovanne di Lauro, vicino al Fiume di Metauro, seu Petrace; quello della Trinità di Seminara, ove presentemente si trova edificatoil nuovo Monistero, sotto il titolo di San Filareto; quello di S. Elia sopra Palmi; quello di San Giovanni Teologo; quello di Santa Maria degli Angeli, oggi Convento de Frati minori Osservanti, sotto il medesimo titolo; e quello della Madonna di Germanoli, eretto esso Archimandital Monistero sotto il titolo di Sant'Angelo, da San Pietro Sebaste Vescovo, Fratello del Protopatriarca San Basilio il Grande, in sito basso, e piano, in mezzo a due collinette, fin dall'anno del *** redento 370, dico trecentosettanta; le di cui porte si della Chiesa come del Chiostro, riguardavano il Settentrione. Nel lato destro, nell'entrar della Chiesa, e propriamente dalla parte dell'Occidente, vi scorrea, e presentemente vi scorre un Fiume, le di cui acque, nel cuor dell'inverno furono frequentemente santificate dalle *** Filareto, che quivi quando eran gelate, immergeasi per esercizio d'una rigidissima Penitenza. Nella parte orientale godeasi dall'occhio, una vaga collinetta, ornata dall'alcune quercie, che la rendono amenissima; nella parte meridionale veggansi ancora i vestiggi dell'orto, innumerabil volte bagnato dalli sudori del nostro Santo, e santificato dalle sue orme. E quindi dopo anni trenta, cioè nel quattrocento, 400, fu formata una * a campana, quale oggi serbasi nel Campanile dell'odierno nuovo Monastero, per maggiore.... una tal antichità j Caratteri numerali della medesima; in essa anzidetto antico Monastero visse Santo Elia Ennese nell'anno ottocento cinquanta, 850, che prima d'andar in Tessalonica, lo rinnovò, e dedicollo a' gli onori di S. Nazario martire, e mostrò costui colà, nel novecento, e tre, 903, il suo Santo Corpo fu trasportato nel suddetto antico Monastero di San Nazario, oggi di San Filareto, dove attualmente conservasi, non essendo ancora … d'esser allo scoperto ed appalesato dalla Divina Provvidenza, per occultissimi Giudizÿ di Dio; E perché poi nel novecento quattro, 904 per le grazie, che quotidianamente dispensavansi da Dio, jn quel Luogo… di S. Elia Ennese si fu l'accennato Monistero nomato di Santo Elia. Quindi nell'anno 963, novecento sessantatre fù consegnato a San Nicola da Viottrito, seu Vioterito. In esso ricevè l'abito monastico in quel secolo d'oro, quando i cenobii eransi Seminarÿ di virtù salutari, ed il mondo non cotanto intristito, cioè nel novecento quaranta, 940, San Nilo da Rossano, fondatore dell'Insigne Monastero di Grotta Ferrata, nella campagna di Frascati, e fiorirono San Fantino, e gli B.B. Luca, Zaccheria, e Daniello, anche Basiliani. E finalmente nell'anno mille e quarantacinque, 1045, fu ammesso alla Religione il detto nostro San Filareto, nella sua etò d'anno venticinque, sotto la disciplina del santo Abate Oreste, che vivendo sempre in predicato di Santità, se ne volò  poi al cielo l'anno mille, e settanta, 1070. Sepellito il suo Santo Corpo, nella mentovata antichissima chiesa, ove due anni doppo la sua * morte, per una celeste luce, che * veggasi risplendere sovra la sua sepoltura, e per molti miracoli, adoperati allora da Dio, nell'invocarsi l Santo Nome di Filareto, fu egli acclamato per Santo, e cominciò a venerarsi il di lui Santo Corpo, in una cappella particolare, dedicata aè gli suoi onori, e perché gli monaci di quel tempo, gelosi nel custodire un tanto Tesoro, temeano l'indomito furore de Saraceni, e Corsari, che solean vessare colle loro scorrerie la Calabria, sfogando la loro crudeltà, non men ne' gl'Abitanti, che nelle Reliquie de Santi, per cancellarne anche la memoria jn disprezzo della nostra Santa Madre Chiesa, l'occultarono jn una Cappella, vicina all'Altare del Santo, sol lasciando alla publica venerazione un Braccio, che per molto tempo si venerò nel suddetto antico Monistero, ed or si conserva in un Braccio d'argento, jnsieme col Capo di Santo Elia Ennense, anche incastrato in un capo d'argento, nella chiesa Madrice Collegiata di questa anzidetta Città. Del qual nascondimento, e luogo, che conserva il Sagro Deposito, sempre vi fù una costante tradizione, tramandata da mano jn mano, sin a' nostri tempi, di modo che più volte si tentò l'impresa di cavarsi il Santo Corpo, ma sempre si fù ella distolta da varÿ accidenti, e di dolori, e di malattie, a' chi metteasi a' lavorare, e così poi circa l'anno mille cento, e decennove: 1119, per la moltitudine de miracoli, che operava Jddio ed jntercessione den nostro Santo, con illuminar Ciechi, dirizar zoppi, dar la loquela a muti, l'udito a' sordi, scacciar da corpi umani spiriti maligni, e sanar ogni sorte di malattia, lasciato l'antico nome di di San Nicolò da Viottrito, cominciò a chiamarsi di San Filareto, come fin al presente vien nominato. Si fu * dotato la prima volta da Leone Sesto nomato antonomasticamente il Filosofo, che regnò dall'anno ottocento ottanta sei, 886, sino alli novecento ed undici, 911, con regal munificenza, per cui si fù l'Archimanditrale Regal Monistero, reso celebre tra tutti gli altri della Calabria. Indi successivamente fù dotato dalli Normanni, nel secolo XII, cioè dalla Contessa Adelasia *, sposa* del Conte Roggiero, e Madre di Roggiero primo re di Sicilia, sotto il mese di Gennaro dell'anno *** zione seimila, seicento, e deceotto, 6618; come da una antica copia swll seguente Donazione, conservata nell'Archivio di detto Regal Monistero, conservata poi nel libro dell'altre pubbliche scritture del real Monistero alla * chiaramente apparisce. del tenor che siegue.

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