30.6.06

Materiali: V: Letteratura - Estratti cronologicamente ordinati: anno 1899: De Salvo

Estratti
presi da ANT. DE SALVO,
Ricerche e Studi Storici
intorno a
PALMI, SEMINARA E GIOIA TAURO (1899):
DeSa

PREFAZIONE

«Amicus Plato, amicus Socrates,
magis amica veritas» (Senec.).
Eppure: «Veritas odium parit» (Ter.)!

VII
Questa raccolta di notizie storiche, cioè di ricerche e studi, pertinenti al periodo che si estende dal 950 dell’êra cristiana sino alla fine del secolo XVIII, intorno a Palmi, Seminara e Gioia-Tauro, venne da noi compilata, non per ridondarne gloria, o fama che si fosse, ben conoscendo già quanto non ci è dato mai di potervi menomamente aspirare; ma solamente per soddisfazione del grato e nobile sentimento di amor patrio: sentimento, che pure, anni or sono, ci animò a scrivere, e c’incoraggiò a pubblicare l’altra nostra monografia (>VII)

CAPITOLO I.
(pp. 1-46)

(Dall’anno di Cr. 950 al 1302)

SOMMARIO: - Sito della città di Palmi, e origine del suo nome. - Porto di Oreste. - Stato della regione marittima de versante occidentale della estrema Calabria, durante la seconda metà del secolo X; e origine di Seminara. – Incursioni dei Saraceni su Reggio e sulla Calabria estrema. Distruzione di Tauriana, ed origine di Palmi, Terranova, San Martino, Cinquefronde, Pedavoli, e ingrandimento di Seminara, Oppido e Galatro. - Combattimenti ed altri avvenimenti nella Calabria meridionale, fra Greci bizantini e Saraceni. - Venuta dei Normanni nelle Calabrie; loro occupazione di queste contrade, e condizioni miserande dei popoli che le abitavano. Dominio benefico dei Normanni. - Floridità e progresso di Seminara. - Donazione del conte Ruggiero all’abbazia della chiesa di Santa Maria e dei Dodici Apostoli di Bagnara. Sua istituzione del vescovado di Mileto; e scoverta e trasporto in Seminara, della statuetta della Madonna dei Poveri. - Novero dei monasteri basiliani nel territorio di Seminara. - Terremoti del 1169 e del 1184, in Calabria e nella vicina Sicilia. - Cenno della dominazione degli Svevi sulle Calabrie: saccheggio di Seminara, perpetrato dai Messinesi, e loro consecutiva disfatta. - Cenno della dominazione degli Angioini sulle Calabrie: il Vespro siciliano, e fatti d’arme vittoriosi del re Pietro d’Aragona, contro i Francesi dimoranti in Seminara e nei luoghi vicini. - Altri avvenimenti sotto gli Angioini; in alcuni dei quali, prende parte Ruggero di Làuria. - Pace fra gli Angioini e gli Aragonesi di Sicilia.

1
Palmi, oggidì fiorente, ricca e simmetrica città capoluogo di Circondario, nella Calabria ulteriore prima, con sede di Tribunale e circolo straordinario di Corte d’Assise, è popolata da un quindici mila abitanti, ed è estesa per un’area di più che ventidue ettari, in un perimetro di circa quattro chilometri; è sita a metri 240, in media sul livello del mare, (>1)

2
Prima della metà del decimo secolo dell’êra cristiana, essa non esisteva; ma è da ritenersi che solamente poche case coloniche dei vicini Taurianesi, si dovevano trovare, sparse per la contrada de Palmis , come già nelle scritture dei tempi del conte Ruggiero Bosso, veniva

3
denominato il luogo, ove ora sorge Palmi: la quale venne poi così detta, a causa delle molte palme, che ivi, per la campagna, rigogliosamente vegetavano , e che tuttavia, per antica usanza ereditata, (>4)

10
Nei dintorni di Tauriana adunque non esisteva alcun villaggio, e solo varii conventi di Basiliani sorgevano sul monte Aulinas, oggi detto Sant’Elia, e nel territorio Mercuriense o regione Mercuriana, cioè di Mercurio: in cui, ma molto lontano dal mare, vi era un luogo fortificato, denominato Castello, oppure «Seminaio, o meglio Seminario, Siminarivon», che in seguito prese il nome di Seminaria e poi Seminara. La quale, è da congetturarsi «che sia stata fondata tra il VII e l’VIII secolo, quando Tauriana… già era stata gravemente danneggiata o da’ Saraceni di Africa in qualche loro scorreria, ovvero dai Longobardi in sulla fine del VI secolo» .
Verso la metà del decimo secolo, l’estremo meridionale d’Italia apparteneva ai Bizantini, i quali oltre che Calabria, lo chiamavano pure Sicilia, perché, perduto fin dal principio di tale secolo, il dominio della vicina isola, era soddisfatta la loro boria, nel conservarlo, almeno in titolo: e per quanto era rimasto loro, nella estrema regione meridionale di Italia, avevano istituito un governatorato a Reggio, che chiamavano stratego o duca d’Italia […]; ma era sfornito di sufficiente milizia per poter presidiare [11] validamente il littorale, tanto che la gente di queste contrade dovevano fidare sulle proprie forze, nel difendersi dalle incursioni dei Saraceni, quando questi non erano in gran numero; oppure scamparla con la fuga, quando si presentavano a orde sitibonde di stragi e di rapina.
Una di tali scorrerie, la più micidiali di quante erano succedute in questa estrema parte di Calabria, fu quella avvenuta nel 951; allorché l’emiro di Palermo, Hasan-Ibn Alì, di casa Kelbita, e per il mancato tributo dovutogli dai Bizantini, e perché, conoscendo che Costantino Porfirogenito, per rafforzare il suo mal sicuro dominio su queste provincie occidentali, vi spediva agguerrite milizie (anno 950), decise di occupare tutta la Calabria: e chiesti perciò aiuti al califfo d’Africa, questi mandò prontamente in Sicilia, Farag Mohadded con un poderoso esercito di Agareni ed una numerosa armata. Quindi nell’estate di detto anno, Hasan o Alassan, con tanta prevalenza di forze, assaltò primamente Reggio, e invase le riviere occidentali della estrema Calabria, come che le più vicine e indifese, giacché i Bizantini, temendo di affrontare l’esercito di Hasan, si ripararono ad Otranto e a Bari; e così queste contrade ebbero a subire il primo e perciò più feroce impeto di guerra dei crudeli Saraceni. I quali, espugnata che ebbero Reggio, percorsero poi quasi tutta la Calabria, massime del versante meridionale, apportando ovunque [12] devastazioni, saccheggi ed eccidi, e menando schiavi terrazzani e cittadini in grandissimo numero; ma da tanta calamità rimasero immuni Gerace, Cassano, Rossano e pochi castelli, siti in luoghi reconditi, oppure fortemente muniti .
Intanto i Taurianesi, saputo della venuta dei Saraceni in quel di Reggio, e temendo che non avrebbero tardato a venire pure nel loro territorio, pensarono di salvarsi altrove, poiché nella propria città non potevano apprestarsi ad una valida difesa, essendo essa sguarnita di mura, scarsa di popolo ed in gran parte ancora rovinata dalle precedenti incursioni: sicché furono costretti di rifigiarsi ai più vicini e forti castelli, e abbandonare la nativa Tauriana. La quale infatti fu assalita da una turba di Agareni, Mori e Cartaginesi; i quali, non trovando di fare abbondante bottino, la distrussero interamente, e devastarono tutto il territorio circostante . La parte più eletta dei cittadini insieme col vescovo e gli ecclesiastici, che [13] si trovavano in Tauriana, si ripararono nel vicino castello (nt. 1) di Seminario (Seminara), il quale, in quei tempi, come pure quello di Santa Cristina [14] erano i più importanti di quei luoghi, «tanto che poterono resistere a varii assalti de’ Saraceni nel IX e X secolo» (nt. 1). I rimanenti Taurianesi, perché probabilmente non poterono essere ricoverati in esso, per l’angustia del luogo, trovarono scampo, alcuni (nt. 2) in Oppido Mamertina (Mamertium Oppidum), altri (nt. 3) in Galatro (Calatrum), altri, stabilitisi sulle rovine di Sappominulim, incominciarono a edificare Terranova (nt. 4), ed altri ancora [15] si dovettero stanziare in Cinquefronde (Quinquefrondum), la quale terra poi si riedificò e si munì di mura (nt. 1) (>15).


CAPITOLO II.
(pp. 47-82)
(Dall’anno 1303 al 1495)

SOMMARIO: - Sito dell’antica Seminara. - Cenno dello stato di questa città durante i primi secoli della sua esistenza; e primordi di Palmi e di Gioia. - Gli avvenimenti di Calabria nelle guerre tra gli Angioini e gli Aragonesi di Sicilia, nella prima metà del secolo XIV. - Barlaamo di Seminara. - Il vescovo di Mileto, Goffredo III, occupa il castello di San Giorgio. - Fatti d’armi tra il conte Guglielmo Ruffo e i Reggini. - Avvenimenti di guerra nelle Calabrie, tra Giovanna I e gli Ungheresi. - Accenno ad altre controversie e ad altri fatti d’arme, tra feudatari del versante occidentale della Calabria ulteriore; e fra il conte Ruggiero Sanseverino e i Reggini. - Occupazione delle Calabrie da Carlo III Durazzo. Anarchia in seguito alla morte di lui, e sollevazione dei partigiani dei d’Angiò. Ritorno delle Calabrie alla obbedienza di Ladislao. - Seminara cade sotto il dominio feudale, e poi ritorna di dominio regio. Suoi privilegi, e religiosi illustri, fino alla metà del secolo XV. - Dominio di Alfonso I, e divisione delle Calabrie in due province. - Devastazione di Gioia. - Prodigalità del re Alfonso, e sua donazione della gabella di Gioia. - Sollevazione dei partigiani angioini nelle Calabrie, contro Ferdinando I, sedata dal capitano Tommaso Barrese, il quale poi fu disfatto. Repressione consecutiva della parte angioina, e dominio degli Aragonesi sulle Calabrie.


47
Sulla vetta e sul declivio orientale del colle, dove si estende il borgo di Seminara, ancora interrotto e sparso di ruderi, sorgeva, fino al terremoto del febbraio 1783, l’antica città di tal nome ; e vi passava l’unica strada, che fin dai tempi anteriori a Traiano, metteva in comunicazione le regioni al nord del fiume Petrace, col resto del versante occidentale dell’estrema provincia di Reggio. Questi imperatore romano, nel riattare la via Appia, non apportò modifiche nella direzione di questo ramo della via Aquilia: la quale a Capua si distaccava dalla via Appia, e, percorrendo la Lucania e la Brezia (1), sotto il nome di Via Popilia (perché costruita dal console P. Popilio Lenate, 130 avanti l’êra cristianna) veniva a Medma o Mesma e a Nicotera, e poi attraversava Seminara, i piani della Melìa, sopra Scilla, e si terminava alla Colonna Reggina. Ond’è che dall’Itinerario dell’imperatore Antonino il Pio (>48)

49
Di modo che Seminara trovandosi in un luogo di maggior transito, in queste contrade, ben presto i Normanni ne notarono l’importanza, massime in tempi di guerra, e la ritennero per loro stessi, assoggettandola al solo demanio regio. (> 49)




CAPITOLO III.
(pp. 83-128)
(Dall’anno 1495 al 1503)


SOMMARIO: - Importanza di Seminara e Terranova, verso la fine del secolo XV, in Vallis Salinarum, nome che ebbesi la Piana, fin presso a quest’epoca. - Ferrante II, nel 1495, dona Seminara con i suoi casali, a Carlo Spinelli. - Terranova e i suoi casali, soggetti a Marino Correale; e Gioia in possesso di Agnello Arcamone. - Scesa di Carlo VIII in Italia, e d’Aubigny occupa e governa le Calabrie. - Ferdinando II col Gran Capitano Consalvo rioccupano parte dell’estrema Calabria. Fatto d’armi presso Seminara, tra Francesi e Spagnuoli, verso la metà di giugno 1495, seguito dalla vittoria di questi, e della loro entrata in questa città. - Cenno di un monumento, che sorgeva in Seminara per perpetuarne la memoria del duca Carlo Spinelli e dei due fatti d’armi favorevoli agli Spagnuoli, avvenuti presso di questa città (in annotazione). - Battaglia della Figurella, tra Francesi e Spagnuoli, avvenuta il 21 giugno 1495, a pochi chilometri da Seminara, e disfatta di Ferdinando II. - Progresso di Consalvo nelle Calabrie, ed occupazione di queste province e quasi di tutto il regno. - Morte di Ferdinando II e successione di Federico II, a cui Consalvo rassetta definitivamente il regno. - Accordi tra Ferdinando il Cattolico e Lodovico II, i quali spodestano re Federico, e se ne dividono il reame di Napoli. - Consalvo riceve il titolo di Duca di Terranova. - Per disaccordi nella divisione del regno, sorge guerra tra il duca di Nemours e Consalvo; e d’Aubigny occupa nuovamente gran parte delle Calabrie. - Fatto d’armi tra il conte Onorato Sanseverino e Ugo di Cardona, a Terranova, che da questo capitano spagnuolo viene espugnata dopo di aver disfatto i Francesi e i partigiani di Sanseverino. - I Francesi, comandati da d’Aubigny, assaltano e sconfiggono gli Spagnuoli, comandati da Ugo di Cardona, a Terranova, addì 26 dicembre 1502. - Agli Spagnuoli delle Calabrie arrivano dalla Spagna altri aiuti di soldati, e tutto l’esercito si raccoglie a Seminara. Da qui, in seguito a sfida di d’Aubigny, gli Spagnuoli muovono contro i Francesi, schierati di là dal Petrace, verso Gioia. Fiera e sanguinosa battaglia che ne segue fra loro, il 14 aprile 1503, presso il Ponte Vecchio, con vittoria completa degli Spagnuoli. Assedio in Angitola, e immprigionamento del d’Aubigny insieme con altri capitani. – Il re Ferdinando il Cattolico resta solo signore di tutto il regno, e Consalvo ne è il primo vicerè.

83
Verso la fine del secolo XV, Seminara (Seminaria civitas), benché in una cerchia poco estesa, era la più importante città castellata del versante occidentale degli ultimi Appennini e di Aspromente; e con Terranova (oppidum nobile),anch’essa piccola città, (>84)

CAPITOLO IV.
(pp. 129-168)
(Dall’anno1504 al 1565)

SOMMARIO: - Il Gran Capitano Consalvo vicerè nel reame di Napoli, e sue gratificazioni a feudatari. - Provvidi reggimenti di Consalvo e di Carlo Spinelli, tenuti dall’uno nel feudo di Terranova, e dall’altro in quello di Seminara. Progressi di questa città e delle terre di Palme e di Gioja, nella prima metà del secolo XVI. Terremoti nei primi anni di tale secolo. - Morte di Ferdinando il Cattolico, e successione di Giovanna III, e poi di Carlo V. Dissensi e guerre tra questo imperatore e Francesco I; e accenno agli avvenimenti delle Calabrie, nei tentativi di conquista del regno per parte dei Francesi. - Piraterie dei Turchi e degli Algerini sulle Calabrie, nei primi anni del secolo XVI. Saccheggi di Ariadeno Barbarossa, e disfatta inflittagli da Andrea Doria. - Ritorno di Carlo V dall’Africa, e suo passaggio per Reggio e Seminara. - Altre scorrerie del Barbarossa. - Il re di Francia si unisce con i Turchi, contro Carlo V, e Barbarossa continua a corseggiare nelle riviere del Mediterraneo, principalmente e più crudelmente su i lidi dell’estrema Calabria. - Altre piraterie dei Turchi e degli Algerini. - Disposizioni del vicerè Pietro di Toledo per fortificare le terre del littorale, e per erigere torri di guardia contro i corsari. - La contea di Seminara viene confermata da Giovanna III a Carlo Spinelli. A questo feudatario succede Pietro Antonio, il quale fa riedificare la chiesa di S. Fantino. Carlo I duca di Seminara istituisce nel 1565 il fedecommesso per il suo casato. - Fervore religioso nel popolo del versante occidentale della Calabria ulteriore. Conventi in Seminara, in Palmi e in Gioja. Miracolosa immagine di S. Maria del Soccorso in Palme; e profezia di Fra Lodovico da Reggio. - Piraterie di Dragut Rais; e devastazione di Palme nel 1549. - Il duca Carlo Spinelli cinge di mura la terra di Palme, e la chiama Carlopoli. - I corsari turchi sbarcano per assaltare Palme; ma i cittadini li sbaragliano presso il quatrivio, sul piano detto della Torre. - Arrigo II si collega con Solimano; e danneggiamenti fatti dalle loro flotte unite, massime sulle riviere calabresi, per opera di Dragut. - Altra flotta dei Turchii, uniti con i Francesi, comandata dal pascià Mustafà; e danni e piraterie da loro commessi. - Altre scorrerie feroci di Dragut sulle riviere dei paesi del Tirreno, e di altri paesi ancora: sua morte, e poi pace tra Spagnuoli e Francesi, nel 1559.

131
Nel versante occidentale dell’estrema Calabria, dopo terminata la guerra tra Spagnuoli e Francesi, incominciarono a svolgersi tempi piuttosto prosperi segnatamente per la regione, oggi del circondario di Palmi. Quivi i feudatarii principali, che con l’iniziarsi del secolo XVI, erano il Gran Capitano Consalvo, e il conte Carlo Spinelli, [132] l’uno possessore del ducato di Terranova, e della baronia di San Giorgio e Polistena, e l’altro possessore della contea di Seminara, e di qualche altro feudo di poca importanza, reggevano i loro feudi con temperanza ed umanità, amanti a far progredire la coltura dei campi nei loro territorii, e di far sviluppare le industrie, esercitando sempre con moderazione i loro diritti feudali. (>132)


CAPITOLO V.
(pp. 169-217)
(Dall’anno 1566 al 1699)

SOMMARIO: - Condizioni funeste del versante occidentale dell’estrema Calabria, cioè brigantaggio e peste, nella seconda metà del secolo XVI. - Istituzione in Palme, del culto alla Madonna della Sacra Lettera. - Accenno alla guerra tra i monarchi cristiani e Amurat III; e danni apportati da Hasan Cicala sulle riviere d’Italia e segnatamente su Reggio. - Cenno della Congiura di Tommaso Campanella. - Seminara e i suoi casali sotto il dominio regio. - Triste fatto succeduto in Gioja, verso la fine del secolo XVI. - Avvenimenti dispiacevoli fra Seminara, Palme, Sant’Anna e i loro feudatari di Casa Spinelli. - Terremoti dal 1616 al 1622, e origine di Cittanuova. - Nel 1616, i Mori vengono scacciati dalla Spagna; e così la pirateria è riattivata sulle marine di Sicilia e di Calabria. – Nel 1625, i corsari depredano Gioja. - Industrie in Seminara e in Palme. Liti fra esse, e separazione di Palme e sua autonomia. - Il marchese di Arena, don Andrea Conchublet, diviene utile signore della terra di Palme; e Seminara vende la propria giurisdizione al principe di Cariati. - Terremoti nelle Calabrie, tra il 1638 e il 1640, ed altri negli anni consecutivi. - Descrizione della pianta dell’antica Seminara. - Descrizione della pianta di Palme, qual’era fin’oltre la metà del secolo XVII; e industrie e commerci di questa piccola città. - Litigi tra i feudatari di Seminara e di Palme, a causa del confine tra i due territori limitrofi; e odii e zuffe spesso sanguinose, tra i due popoli. - Nuove liti mosse dai cittadini di Seminara, a causa del mercato di Palme; e formazione della piazza del Mercato di questa città, e descrizione della fontana che sorgeva in mezzo di essa. - Morte del marchese di Arena, e ritorno di Palme alla soggezione del feudatario di Seminara. - Terremoti in Sicilia e in Calabria nel 1693.


169
Le contrade del versante occidentale della Calabria ultra, dopo la disfatta toccata a Solimano II, all’assedio di Malta, non furono più, per lungo tempo, molestate dalle scorrerie dei Turchi; (>169)


178
Alla morte del duca Carlo Spinelli, avvenuta nell’anno 1572, giusto come abbiamo accennato nel capitolo precedente , era succeduto nell’eredità del ducato di Seminara, il primogenito di lui, Scipione I : (>178)

CAPITOLO VI.
(pp. 219-264)
(Dall’anno 1700 al 1783)

SOMMARIO: - Cenno delle successioni nei regni di Spagna, di Napoli e di Sicilia, dal 1700 al 1734. - Carlo III, occupate le Due Sicilie, va a Palermo per la sua incoronazione. Itinerario di questo viaggio, e particolarmente quanti seguì nel soggiorno di questo re in Palme. - Istituzione delle parrocchie e delle congregazioni in Palme, e della chiesa arcipretale in Collegiata. Principali deposizioni circa lo stato di questa città, nella inchiesta fatta al proposito della istituzione della Collegiata. - Dimora in Palme del suo feudatario Scipione III Spinelli; e speculazioni che questo vi esercitava. - Terremoti, peste e carestia nell’estrema Calabria e Messina (an. 1743-46). - Istituzione del Monte dei Pegni in Palmi. - Cenno della vita e delle opere di Gioacchino Poeta, nativo di questa città. - Carestia e fame durante il 1763. - Morte del principe di Cariati Scipione III, nel 1766. - Assenso di Ferdinando IV, alla congregazione del SS. Rosario in Palmi, e alla istituzione delle altre tre congregazioni. - Vita e opere di Domenico Grimaldi, e cenno biografico ed opere di Francesco Antonio Grimaldi, entrambi nativi di Seminara, e fratelli.

223

[Estratti che di Salvo riprende, o sintetizza, a sua volta da Giuseppe Senatore, Giornale storico…, Napoli 1742]
…Carlo III di Borbone «Il 5 marzo partissi da Rosarno per Palmi, terra che si possiede dal Principe di Geraci Grimaldo , [224] per colà prendere l’imbarco per Messina. Nel mezzodì desinò tostoché giunse nella terra di Gioia, altro feudo dell’anzidetto Principe di Geraci, in una baracca ben costruita a gisa di casino; indì proseguì il cammino e presso l’annottare giunse in Palmi, dove fu ricevuta, non solo da quei naturali [225], e Magistrato della terra, ma ben’anche da altre genti della Provincia, colà accorse per acclamare il di loro Monarca. Degnossi il Re andare ad albergare con i primi Personaggi di Corte nel palagio Baronale, bellamente ornato, nel mentre che faceansi dappertutto feste di gioia, ed udiansi replicati viva. In questa terra venne obbligato il Re a fermarsi per dodici continui giorni, cioè per insino allo spuntar di quello de’ 18 Marzo [1735], sì per intervenire a’ Consigli di Stato e guerra, per la spedizione degli urgenti affari d’amenduni i suoi Regni, e con questi a soddisfare medesimamente, mediante la sua innata pietà, i suoi fedeli popoli con le centinaia e centinaia di grazie, che tutto giorno le concedea, secondochè da essi con suppliche richieste venianli; com’anche per non esser all’intutto tranquillo, e navigabile il mare. In tutto questo frattempo il nostro Monarca ben’anche si divertì ora colle commedie, e con altri passatempi, ed ora col portarsi alla caccia de’ quadrupedi, e volatili, non solo in quel vasto giardino Baronale , in cui, attesa la scarsezza, ve n’era, perchè fu fatta dal Principe padrone, a bello studio, preventivamente dalle convicine terre e boschi introdurre; ma ben’anche in quell’ampie selve, e campagne: dove essendo un dì la M.S. da repente piova sorpresaa , per quella isfuggire, fu astretta a ricoverarsi in un picciolo malagiato tugurio di un povero contadino, per non esservi in quella campagna altro più vicino ricovero, la di cui consorte ritrovò ch’erasi in quel punto di un bambino sgravata; quindi è che mosso a compassione il Regio cuore del Re dalla mendicità della miserabil famigliuola, ordinò che fossesi tantosto il pargoletto battezzato, e ne volle egli stesso essere il padrino, facendogli imporre il nome di Carlo, per somma buona fortuna del pastoreb ; poscia donò alla madre cinquanta dobble di oro, e duecento scudi al bambino, al quale inoltre fe’ assegnamento d’una penzione d’altri scudi venticinque al mese pel suo mantenimento, però che fosseli pagata fin che pervenuto fosse all’età di anni sette, quali elassi, ordinò che venisse condotto in Corte per esservi educatoc
(>226)




CAPITOLO VII.
(pp. 265-298)
(Dall’anno 1783 al 1806)

SOMMARIO: - Il Flagello, ossia i terremoti di Calabria del 1783; e quanto allora accadde segnatamente in Palmi, in Seminara, in Gioia e nei loro territorii. Savii provvedimenti, e pronti e abbondanti soccorsi di Ferdinando IV. Ricostruzione di Palmi e di Seminara, secondo altra pianta. - Esazioni abusive in questa città, dal feudatario Giovan Battista II Spinelli. Sue soverchierie e prepotenze su Palmi; e quindi la costituzione quivi delle due fazioni, cioè dei “Verdonelli” e dei “Gialinelli”, e l’associazione detta “La Campana di Legno”. - Morte di questo feudatario, e novero degli eredi che gli subentrarono nei diritti feudali, sino alla soppressione del feudalismo.



265
Ben a ragione il Botta, nel libro quarantesimonono della sua Storia d’Italia , dà principio alla stupenda narrazione dei terremoti di Calabria durante l’anno 1783, col dire che «nissuna regione del mondo fu mai tanto tormentata quanto l’estrema parte d’Italia, che ora il regno delle due Sicilie comprende. (>265)

266
«…s’imprese fin dall’epoca dell’accaduto, di usare il nome antonomastico di Flagello…» (>266)

271
«Intanto venendo alle città di Seminara, Palmi e al villaggio di Gioia che più ci riguardano, trascriviamo qui le brevi descrizioni di esse, fatte dal Vivenzio, dal Sarconi, i quali le visitarono, e dal Botta.
E così il Vivenzio: «Seminara e il suo Casale di S. Anna. Questa città edificata nel nono secolo fu rovesciata dalle fondamenta, rimanendo solamente in piedi poche case nel Borgo detto S. Maria la Porta. Fra gli edificj distrutti sono notabili i Monasteri delle Monache di S. Mercurio, e della Annunziata, quelli de’ Basiliani, Domenicani, Conventuali, e Paolotti, il sontuoso Tempio della Chiesa maggiore, S. Maria de’ Poveri, S. Maria de’ Miracoli, e dello Spirito Santo . (>272)



CAPITOLO VIII.
(pp. 299-322)
(Dall’anno 1789 al 1817)

SOMMARIO: - Cenno della rivoluzione francese del 1789, e delle conseguenze in Italia. - Diffusione in Calabria della Frammassoneria e dei principi democratici. - Istituzione in Palmi di una loggia di liberi-muratori. - Ordine dei ceti; tendenze del popolo, e movimenti politici nell’estrems Calabria. Accenno alle disfatte dei Borboni, e loro rifugio in Sicilia. Entrata dei Francesi in Napoli, e istituzione della Repubblica Partenopea. - Elevazione di Palmi a capoluogo di distretto con sede di sottintendenza. - Biografia di Nicola Antonio Manfroce.

299
Con la rivoluzione francese dell’anno 1789, e dal governo repubblicano, che ne seguì, nuovi principi politici si diffusero per l’Europa; (>265).

APPENDICE
(pp.323-352)
---
I.
(pp.323-327)
Bolla per la istituzione della Confraternita del SS. Rosario in Palmi, nell’anno 1580.


II.
(pp. 327-336)
Deliberazione del Decurionato o Pubblico parlamento di Seminara, del dì 8 aprile 1795, circa la transazione fatta delle controversie con la casa Spinelli-Cariati.


III.
(pp. 336-346)
Bullettini delle Sentenze emanate dalla Suprema Commissione per le Liti fra i già Baroni ed i Comuni.


IV.
(pp. 347-352)
Albero Genealogico della famiglia Spinelli, feudataria di Seminara, Palmi, Sant’Anna, ecc.

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Francesco Russo: «Filarete di Calabria», voce in Enc. Cattolica

 FILARETE di CALABRIA, santo.  Asceta basiliano, nato a Palermo nel 1020 da genitori calabresi, deportati dai Saraceni, morto il 6 aprile 10...