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Platea Mezzatesta[1]
[1][2]
§ 1. La Platea. - Libro, in cui sono annotate tutte le notizie, che
interessano la gentilissima Casa di Mezzatesta di Seminara, tanto quelle, che
riguardano la sua origine, e matrimonj, che rispettivamente contrasse, quanto
al resto, che appartiene al legittimo possesso de’ beni, ch’ella attualmente
gode così feudali, che burgenzatici, e se moventi; anco su quelli pro tempre
venduti, o sotto a qualunque altro titolo alienati: sul numero de’ suoi cenzi[3] attivi, che
passivi, con alcune affrancazioni di questi: qualunque litiggio avuto in
diversi tempi: ogni azione, e raggione, che se competeva, o puol competere, e
finalmente la somma delle perdite sofferte col memorando tremuoto de’ 5 febraro
dell’anno 17ottantatre, descritta, ed annotata nel fol. […][4]
del presente libro, al ***
[1] Il testo sottolineato
è una messa in evidenza di carattere redazionale. Il segno * (redazionale e
provvisorio) indica nel testo punti (inconguenze) non chiare o da chiarire sul
testo originale, che in prima trascrizione si riporta il più fedelmente
possibile, svolgendo però tutte le abbreviazioni note o evidenti. La
trascrizione qui fatta non è recente, sono trascorsi parecchi anni e non ho ora
e qui l'originale a suo tempo fotocopiato. La pubblicazione della Platea ed Apparati è
ora fatto in memoria di don Saverio Mezzatesta, sentito il figlio Domenico, che
mi conferma la disponilità delle sue carte di famiglia, da me trattate con la
massima cura e con gratitudine.
[2] Viene qui racchiusa
fra parentesi quadra la pagina originale della Platea da me trascritta, e di
cui darò il formato immagine. La titolazione in neretto è originale nella
Platea. La numerazione in §§ e la titolazione in corsivo è nostra ed ha lo
scopo di agevolare il commento in nota e lo studio comparativo con le altre
fonti qui congiuntamente edite. La Platea originale sarà da me arricchita con
un’Appendice che avevo discusso, se ben ricordo, con don Saverio Mezzatesta, al
quale avevo portato documenti di archivio trovati in Catanzaro. L'estensore
ottocentesco della Platea Mezzatesta aveva cognizione e sensibilità
archivistica e cita le fonti a lui note e da lui consultate, specialmente in
Napoli, dove durante la seconda guerra mondiale andò distrutta gran parte della
nostra storia seminarese, conservata nella Capitale del Regno. Quello che
troveremo lo aggiungeremo in Appendice alle Platee a noi note, cioè solo tre, e
di cui la terza, quella del Convento di San Francesco d’Assisi è ancora tutta
da trascrivere, operazione non semplice. Per la Platea Aquino esiste una
trascrizione a stampa del 1932, di cui diciamo altrove.
[3] Per quanto
riguarda i censi, attivi e passivi, della Famiglia Mezzatesta, all'epoca del
Catasto Onciario, cioè negli anni 1742-46, uno strumento di conoscenza,
abbastanza certo, salvo possibile errori materiali, ci è fornito dal Catasto
stesso, che consiste di un volume finale in duplice copia, di cui una era
consegnata all'Università e l'altra restava in Napoli presso la Regia Camera
della Sommaria, dove in pià si trovano i volume delle Revele, cioè delle
Dichiarazioni, e gli atti preliminari. Per Seminara sono i tre i volumi di
Revele e uno di atti Preliminari. Il Catasto è un volume sintentico. Le Revele
- che abbiamo solo visto di sfuggita - dorvrebbero dare qualche dato in più,
come lasciano capire i frequenti rinvii dal Catasto alla Revele. Il Catasto
contiene ovviamente anche lo status patrimoniale della Famiglia Mezzatesta
dell'epoca a cui si
rinvia. Esso sarà costantemente tenuto presente per ogni possibile
riscontro, che verrà qui da noi annotato.
[4] Queste parti in
bianco sono originali, cosa che ci lascia pensare che l'estensore della Platea,
di cui non conosciamo il nome, riteneva ancora incompiuto il suo lavoro. Il
testo era in progress, e non dovette mai giungere a compire. Don Saverio nelle
nostre conversazioni, di cui conservo memoria ma senza averne allora fatto nota
scritta, mi parlò di incendio di archivi che interessarono anche le carte di
famiglie, per cui a inizio Ottocento vi fu necessità di riscrivere la Platea.
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