B. - Regio Sacro Monte.
§ 3. Anno di fondazione in Seminara del R.S.M., il 1588. - Eseguitosi ciò dall’Università di Seminara, e dal Dottor D. Niccolò di Reggio, umiliò questi, come esecutore testamentario, supplica al Conte di Miranda, che il quel tempo questo Regno reggeva da Viceregnante, colla quale espose la volontà di Marcantonio di Leone, ed indi supplicava S. E. restar servita concedere al Sacro Monte della Pietà da ergersi nella Città di Seminara, tutte le grazie, privilegi, immunità, e prerogative, che tiene il Monte della Pietà della fedelissima Città di Napoli [1]. Il Vicerè rimise la supplica al Cappellan Maggiore di quel tempo D. Gabriele Sanchez, acciocché su l’esposto, formata avesse relazione. Il Cappellan Maggiore pria di tutto fece estrarre copia dalli Registri della Real Cancellaria del privilegio concesso dal Vicerè D. Pietro di Toledo addì 31. Luglio 1549. alli capitoli e leggi di fondazione, per la erezione del nostro Sacro Monte della Pietà, per la domanda fattane dalli Governatori, ed Officiali della Fedelissima Città di Napoli [2]. Giusta l’anzidetto privilegio e leggi di erezione, riferì il predetto Cappellan Maggiore, esser cosa giusta, e necessaria la erezione di un tal Monte; e perché il Testatore prescrivea, che le leggi, e Capitoli per la retta amministrazione di detto Monte avessero avuto ad essere quei medesimi, che ha il Monte della Pietà di questa Città; onde potea concederli quei capitoli, leggi, e privilegi, e grazie, che ha il Monte della Pietà della Città di Napoli [3]. Fu concesso il privilegio per la erezione del Sacro Monte della Pietà della Città di Seminara, giusta la relazione formatane dal Cappellan Maggiore a tenore del privilegio interposto alle leggi e capitoli del nostro Sacro Monte della Pietà; ed indi nel 1588 fu eretto il Monte della Pietà nella Città di Seminara. Da quel tempo finora l’anzidetto Monte è stato governato con quelli capitoli e leggi, che nella sua prima origine gli furono dati; la di cui retta amministrazione è stata nelle mani di quattro Governatori, o siano Amministratori, due del Ceto de’ Patrizj, li restanti del Ceto de’ Civili, i quali in che modo vengono eletti, in appresso esporremo.
§ 3. Anno di fondazione in Seminara del R.S.M., il 1588. - Eseguitosi ciò dall’Università di Seminara, e dal Dottor D. Niccolò di Reggio, umiliò questi, come esecutore testamentario, supplica al Conte di Miranda, che il quel tempo questo Regno reggeva da Viceregnante, colla quale espose la volontà di Marcantonio di Leone, ed indi supplicava S. E. restar servita concedere al Sacro Monte della Pietà da ergersi nella Città di Seminara, tutte le grazie, privilegi, immunità, e prerogative, che tiene il Monte della Pietà della fedelissima Città di Napoli [1]. Il Vicerè rimise la supplica al Cappellan Maggiore di quel tempo D. Gabriele Sanchez, acciocché su l’esposto, formata avesse relazione. Il Cappellan Maggiore pria di tutto fece estrarre copia dalli Registri della Real Cancellaria del privilegio concesso dal Vicerè D. Pietro di Toledo addì 31. Luglio 1549. alli capitoli e leggi di fondazione, per la erezione del nostro Sacro Monte della Pietà, per la domanda fattane dalli Governatori, ed Officiali della Fedelissima Città di Napoli [2]. Giusta l’anzidetto privilegio e leggi di erezione, riferì il predetto Cappellan Maggiore, esser cosa giusta, e necessaria la erezione di un tal Monte; e perché il Testatore prescrivea, che le leggi, e Capitoli per la retta amministrazione di detto Monte avessero avuto ad essere quei medesimi, che ha il Monte della Pietà di questa Città; onde potea concederli quei capitoli, leggi, e privilegi, e grazie, che ha il Monte della Pietà della Città di Napoli [3]. Fu concesso il privilegio per la erezione del Sacro Monte della Pietà della Città di Seminara, giusta la relazione formatane dal Cappellan Maggiore a tenore del privilegio interposto alle leggi e capitoli del nostro Sacro Monte della Pietà; ed indi nel 1588 fu eretto il Monte della Pietà nella Città di Seminara. Da quel tempo finora l’anzidetto Monte è stato governato con quelli capitoli e leggi, che nella sua prima origine gli furono dati; la di cui retta amministrazione è stata nelle mani di quattro Governatori, o siano Amministratori, due del Ceto de’ Patrizj, li restanti del Ceto de’ Civili, i quali in che modo vengono eletti, in appresso esporremo.
[1] Sono le
parole della Supplica docum. lit. etc.
(1) Si trovano ancora da qualche parte questi documenti? Di questa lite il testo del de Sarno è l'unica documentazione che ci è rimasta? Senza di esso nulla avremmo saputo di questa lite e - a inizio ricerca - ci restano tuttora ignote le ragione per le quali in Seminara, sempre perseguitata dalla disgrazia oltre che dall'ignoranza, non si sia potuto sviluppare un moderno istituto bancario, sul modello del Monte di Pietà di Napoli da cui si originò il Banco di Napoli. Comunque siano andate le cose, è una storia che deve essere indagata e ricostruita per capire le ragioni della nostra continua perpetua ininterrota “decadenza”, che non è un mio personale pessimismo, ma è ciò che disse lo storico Gaetano Cingari venuto a Seminara, per un convegno organizzato da Domenico Managò, nel 1990, che ne pubblico gli Atti. Ero presente e ricordo ciò che disse Cingari: ogni volta che uno storico si occupa di Calabria, deve trattare sempre il tema della “decadenza”. Niente nasce e si sviluppa, ma ciò che esiste va in malora e scompare.
(1) Si trovano ancora da qualche parte questi documenti? Di questa lite il testo del de Sarno è l'unica documentazione che ci è rimasta? Senza di esso nulla avremmo saputo di questa lite e - a inizio ricerca - ci restano tuttora ignote le ragione per le quali in Seminara, sempre perseguitata dalla disgrazia oltre che dall'ignoranza, non si sia potuto sviluppare un moderno istituto bancario, sul modello del Monte di Pietà di Napoli da cui si originò il Banco di Napoli. Comunque siano andate le cose, è una storia che deve essere indagata e ricostruita per capire le ragioni della nostra continua perpetua ininterrota “decadenza”, che non è un mio personale pessimismo, ma è ciò che disse lo storico Gaetano Cingari venuto a Seminara, per un convegno organizzato da Domenico Managò, nel 1990, che ne pubblico gli Atti. Ero presente e ricordo ciò che disse Cingari: ogni volta che uno storico si occupa di Calabria, deve trattare sempre il tema della “decadenza”. Niente nasce e si sviluppa, ma ciò che esiste va in malora e scompare.
[2] Parole della relazione formata dal Cappellan
Maggiore Sanchez document. lit. etc.
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