20.10.18

§ 5. Origine dei Monti di Pietà nelle Bolle Pontificie. -

Catasto. Home§4. ↔ §6.
B. - Regio Sacro Monte.
CAPITOLO II.
Origine de’ Sacri Monti col nome
della Pietà.

§ 5. Origine dei Monti di Pietà nelle Bolle Pontificie. - Dicemmo nell’esordio di questa scrittura, che nella fine del secolo XV. e principio del XVI. avessero avuta origine i sacri Monti col nome della Pietà, e divisammo in oltre i motivi di loro erezione, che qui tralasciamo, come quei, che addotti abbiamo nel sopraddetto luogo, e propriamente nel Pontificato di Paolo II. eletto nel 1464. ebbero i loro natali, e Papa Leone X. nella Bolla: Inter multiplices [1] lo chiama inventore di tali Monti. Altri tratti da contraria opinione affermano, che la origine di tali Monti fosse avvenuta nel tempo di Pio II. [2] perché nel Bullario di Cherubino sono V. Bolle di Paolo II. nelle quali de’ sacri Monti di Pietà non si fa menzione alcuna; ma nella sopraddetta Bolla di Leone X. Si legge in primo luogo Paolo II. né di Pio II. se ne fa parola, quantunque Pio II. fosse antecessore di Paolo. Che che di ciò ne sia, indubitata cosa ella è, che fin dalla loro origine nacque controversia, se il frutto del danaro, o il prò, oppure l’interesse, che i Monti di Pietà esigevano per li pegni fosse giusta il prescritto degli Evangelici precetti, che qui si tralasciano, come quei che a tutti son conti; e lunga serie di dottissimi Autori potremmo addurre, che l’opinione difendono, di non esser lecito l’interesse, che da tali Monti riscuotesi, ed a luogo più proprio di questa Scrittura, dove dell’interesse parlaremo, che non deesi riscuotere dal Sacro Monte della Pietà della Città di Seminara, ne rapportaremo alcune opinioni. Ma Papa Leone X. presedendo nel Concilio Laterano V. in cui aggitavasi la dianzi rapportata controversia, diede fuora la Bolla inter Multiplices addi VII. Maggio MDXV. colla quale permetteva a’ Monti col nome della Pietà l’esazione dell’interesse; quando però si prendesse per mera indennità, e ristoro delle spese. E perché uno de’ punti principali di questa nostra causa si è la esazione dell’interesse, ed essendo la Bolla di Leone X. il fondamento sul quale in oggi i Monti di Pietà riscuotono l’interesse, perciò da necessità costretti, siamo nell’obbligo di rapportare alcuni luoghi dell’anzidetta Bolla, da’ quali si conoscerà quali siano stati li motivi, che indussero la mente del Sommo Pontefici Leone X. per la riscossione dell’interesse, e se quelli medesimi motivi possono aver luogo nella presente controversia.
La Bolla di Leone X. può dividersi giustamente in quattro parti. Nella prima adducei i motivi, per cui dà fuori la Bolla, cioè a dire la erezione de’ Sacri Monti di Pietà[3] istituiti per lo sostentamento de’ poveri; e la controversia nata tra’ Maestri di Sacra Teologia, per la riscussione dell’interesse. Secondariamente adduce le opinioni, e le ragioni di quei Dottori, che oppongonsi all’esazione dell’interesse [4]; ed in conseguenza, che tai Monti non sian leciti ch’esigono interesse. In terzo luogo spiega il Pontefice le opinioni, e ragioni di quelli Dottori, che i Monti della Pietà approvano [5]; e finalmente gl’anzidetti Monti approva [6], e confirma. Adunque l’anzidetta Bolla ha dovuto, e deve esser la norma per la erezione, ed amministrazione de’ Sacri Monti di Pietà; e con aver noi ciò divisato, crediamo, per quanto appartiene alla nostra causa, averne bastantemente detto intorno all’origine de’ Sacri Monti di Pietà.


[1]  Tom. 9. Concil. in Concil. Lateran. 5. sess. 4. pag. 122.
[2]  Dorothaey Asciani Montes Pietatis pag. 718.
[3]  Sane cum olim inter nonnullos dilectos filios Sac. Theolog. Magistros ac Juris Utriusque Doctores, controversiam quandam, non sine populorum scandalo, et murmuratione exortam, et nuper his diebus innovatam esse comperimus circa pauperum relevationem in mutuis eis publica authoritate faciendis, qui Montes Pietatis vulgo appellantur; Quique in multis Italiae Civitatibus subveniendum per huiusmodi mutuum pauperum inopiae, ne Usurarum voragine deglutiantur, tom. 9. pag. 222.
[4]  Nonnullis enim Magistris, et Doctoribus dicentibus eos Montes non esse licitos, in quibus aliquid ultra sortem pro libra decurso certo tempore, per Ministros huius Montis ab ipsis pauperibus, quibus mutuum datur, exigitur, et propterea ab usurarum crimine, injustitiave, seu ab aliqua certa specie mali; Mundos non evadere, cum Dominus noster, Luca Evangelista testante, aperto nos praecepto obstrinxit, ne ex dato mutuo, quidquam extra fortem sperare debeamus. Ea est enim propria usurarum interpretatio, quando videlicet ex usu rei, quae non germinat, nullo labore nullo sumptu, nullove periculo, lucrum, faetusque conquire videtur etc. eodem loco.
[5]  Aliis vero plurimis Magistris, et Doctoribus contra asserentibus et in multis Italiae gymnasiis verbo, et scripto conclamantibus, pro tanto bono, tanquam Reipublicae necessario, modo ratione Mutui nihil petatur, neque speretur, pro indemnitate tamen eorumdem Montium impensarum, videlicet Ministrorum eorumdem ac rerum omnium ad illorum necessariam conservationem pertinentium, absque Montium huiusmodi lucro, idque moderatum, et necessarium ab his, qui ex huiusmodi mutuo commodum suscipiunt, licite extra sortem exigi, et capi posse nonnihil licere, cum regula juris habeat, quod qui commodum sentit onus quoque sentire debeat, praesertim si Apostolica accedat authoritas etcccccc; eod. loc.
[6]  Nos super hoc prout ex alto concessum, opportune providere volentes alterius quidem partis justitiae zelum, ne vorago aperiretur usurarum, alterius pietatis, et veritatis amorem, ut pauperibus subveniretur, utriusque vero partis studium commendantes, cum haec ad pacem, et tranquillitatem totius Reipublicae Christianae spectare videantur sacro approbante Concilio declaramus, et definimus, Montes Pietatis antedictos per Respublicas institutos, et authoritate Sedis Apostolicae hactenus probatas, et confirmatas, in quibus pro eorum impensis et indemnitate dumtaxat, ultra sortem, absqe lucro eorundem Montium recipiatur, neque speciem mali praeferre, nec peccandi incentivum praestare, neque ullo pacto improbari, quinimo meritorium esse, ac laudabile, et probari debere tale mutuum, et minime usurarium puteri, elicereque illorum pietatem, et misericordiam in populis praedicare eod. loc.
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