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Il Metropolitano di S. Severina
al Trono costantinopolitano sottoposto, restituito al romano, ritenne pure la
medesima prerogativa, e nelle carte date ai tempi del Duca di Calabria Roggiero
si ha memoria degli Arcivescovi di questa città. Dal Patriarca di
Costantinopoli gli furon dati cinque Vescovi per suffraganei; ma da poi quello
d'Acerenza fu renduto Metropolitano, l'altro di Gallipoli passò sotto il
Metropolitano d'Otranto, ed alcuni soppressi; ma in lor vece essendosene altri
creati, si vede ora il Metropolitano di S. Severina avere per suffraganei i
Vescovi di Cariati, d'Umbriatico, di Strongoli, d'Isola, e di Belcastro. Teneva
ancora il Vescovo di S. Lione, ma fu poi soppresso, e le sue rendite furono
unite alla metropoli: avea eziandio i Vescovi di Melito e di S. Marco, ma
questi furon sottratti, e posti sotto l'immediata soggezione di Roma.
MATERIALI
PER UNA STORIA DI SEMINARA
PER UNA STORIA DI SEMINARA
Ed. 12ª corrente, 2018 ss.
Miscellanea di Fonti
Storiche
§ 1.
Pietro Giannone.
Istoria Civile del
Regno di Napoli.
(Libro 8°, cap. 6,
del 1° tomo, ed. 1753, p. 520-521)
Calabria.
Passi di: Pietro Giannone.
“Istoria civile del Regno di Napoli”, v. 3° in iBooks. Progetto Gutenberg, ma anche in Internet Archive con digitalizzazione Google.
La metropoli più cospicua della
Calabria sotto i Greci fu la Chiesa di Reggio. I Patriarchi di Costantinopoli
al Trono loro l'avean sottoposta, e come si vide nel sesto libro di
quest'Istoria, le aveano assegnati tredici Vescovi suffraganei, i Vescovi di
Bova, di Tauriana, di Locri, di Rossano, di Squillace, di Tropeja, di Amantea,
di Cotrone, di Cosenza, di Nicotera, di Bisignano, di Nicastro e di Cassano.
Restituita poi da' Normanni questa metropoli al Trono romano, ritenne la
medesima dignità, onde nelle antiche carte istromentate a' tempi di questi
Normanni, e spezialmente del Duca Roggiero intorno l'anno 1086 si chiamano
sempre Arcivescovi; e Gregorio VII intorno l'anno 1081 consecrò Arcivescovo
Arnulfo, a cui il Duca Roberto fece profuse donazioni, arricchendo la sua
Chiesa di molti beni. In decorso di tempo perdè poi alcuni di questi suoi
Vescovi suffraganei
Il Vescovo di Rossano, restituite
queste Chiese al Trono romano, fu innalzato a Metropolitano, e nei tempi di
Roggiero I Re di Sicilia, e poco prima, Rossano fu renduta sede arcivescovile:
ond'è che fra le memorie, che oggi ci restano di Papa Innocenzio III e
dell'Imperador Federico II, spesso degli Arcivescovi di Rossano si favella. Fu
questa Chiesa la più “Fu questa Chiesa la più attaccata al rito greco, ed ancorchè
fosse stata restituita al Trono romano, non volle mai abbandonarlo; tanto che i
suoi cittadini non vollero rendersi al Duca Roggiero, se prima non concedesse
loro un Vescovo del rito greco; poichè questo Principe ne avea nominato un
altro del rito latino in vece dell'ultimo, ch'era morto, onde Roggiero gli
concedette il greco [127]. Ebbe sette monasteri dell'Ordine di S. Basilio, onde
tanto più la lingua ed i greci riti si mantennero in quella. Le furono ancora
date alcune Chiese per suffraganee; ma da poi furon tutte sottratte, poichè
alcune passarono sotto la immediata soggezione di Roma, ed il Vescovo di
Cariati, che l'era rimaso, passò poi sotto il Metropolitano di S. Severina,
tanto che ora Rossano, non men che Lanciano, non ha suffraganeo alcuno.
Il Vescovo di Cosenza fu pure
sottratto dal Metropolitano di Reggio, e passò sotto quello di Salerno, ma poi
anch'egli, come si disse, fu innalzato a Metropolitano. Gli altri parte furon
soppressi, come quello di Tauriana, ora disfatta, nel cui luogo è succeduta
Seminara, parte passarono sotto altri Metropolitani; ed ora le restano i
Vescovi di Bova, di Cassano, di Catanzaro, di Cotrone “di Gerace, di Nicastro,
di Nicotera, di Oppido, di Squillace e di Tropeja.
127 = V. Ughel. Ital. Sacr. de Archiep. Rossan.
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