9.10.18

Platea Aquino. § 4: Terza redazione della Platea. -

B. / Catasto.  /  Platea Sommario §§.
Successione §§: §3. ↔ §5.
4. Terza redazione della Platea. - Per non perdersi affatto le memorie antiche di novo si scrive la terza volta il presente libro, ricavato del libro vecchio della Casa, detto libro vecchio era scritto di mano di Marcantonio Aquino e diceva di averli raccolti delle notizie di Casa e scritto colli istrumenti d’annanti, tutto questo si vede nel mentovato libro che dopo morte di detto Marcantonio furono inventariati le sue beni delle sue figlie, fu notato detto libro in detto inventario coll’altre beni, come si vede in detta scrittura fatta a 9 luglio 1670. La sua prima carta del detto libro vecchio principiava della genologia (e dicea così) la Casa d’Aquino s’avanta e si preggia di essere Napolitana, però venne al Regno prima della venuta di Cristo N. S. perché prima non si contrasta che detta Casa è delle prime famiglie Romane, ed ognuno sa, che Aquilio (oggi Aquino) e Bruto furono quali che discacciarono le Tarquinij di Roma, e condannarne le loro figli e Nipoti alla Morte per la congiura che li medesimi erano intesi con gli Ambasciatori dei Tarquini, che tentavano di rimettere al trono Romano; ma le severi giudici Aquilio e Bruto per liberare la loro patria dalla tirannia dei Principi empii e malvaggi per la violazione di Lucrezia, si contentarno a dar meglio la morte al proprio sangue, che non ricevere proposizione tanto empia e scellerata. Istoria Rom. Volum. 5 cart. n° 6 verso 13. […] (1)

Nota 1:
Vengono qui saltate le parti genealogiche, inattendibili, che partono da Aquilio, patrizio romano del 300 a.C. e che includono nell'albero genealogico San Tommaso d’Aquino. Storicamente più interessante è la genealogia recente, del XVII e XVIII, quando con la Riforma cattolica del Concilio di Trento incomincia ad essere redatta l'anagrafe parrocchiale con il registro delle nascite, dei matrimoni, delle morti. La pretesa di nobiltà e relativi titoli si può comprendere per i secoli passati in quanto poteva essere fonte per la rivendicazione di diritti e posizioni. Da qui si può anche spiegare la devastazione degli archivi parrocchiali di Seminara, dove mancano parecchi registri, lasciando dei vuoti nella serie delle nascite, dei matrimoni, delle morte e dove le pagine sono assai spesso strappate. Con l'Ottocento ha inizio anche l'anagrafe statale che si affianca a quella parrocchiale Ma questo costume di strappare le pagine e di appropriarsi dei registri ahimé si tramanda fino ai giorni nostri, come mi sono lamentato anche in una recente occasione… Ritornando a Tiberio il suo testo, tipografato, subisce l'interposizione e l'interferenza di un estensore successivo, che ne fissa la morte al 15 marzo 1797 (verosimile, giacché pià avanti nel testo viene descritto il terremoto del 1783) e gli attribuisce 10 figli, rinviando alla pag. 291 del libro di A.(ntonio) Benedetto, che non può essere lo stesso testo che abbiamo davanti, da lui curato in Seminara presso la Tipografia del Santuario di Maria SS. dei Poveri, nel 1932, che si ferma con tanto di indice finale a pagina 187.  In questa interposizione di G. D’Aquino, datata 4 luglio 1905, Tiberio, figlio si Gilormo e marito di Giulia Rossi, lo si dice nato nel 1725 e padre di 10 figli. Ma questi dati non corrispondono con quelli del Catasto, dove Tiberio dichiara un'età di 30 anni, di essere sposato con Giulia Rossi, di anni diciotto, e di avere da lei avuto un figlio di un anno e di nome Francesco Antonio che è chiaramente il suo primogenito, mentre nella successione genealogica del continuatore della Genealogia si parla soltanto di un Gaetano D’Aquino, figlio di Tiberio, nato il 15 dicembre 1763, e chissà forse lui sopravvissuto al terremoto del 1783. Queste sono congetture, ma un contrasto di fonte per l'anno di nascita di Tiberio Aquino pare evidente. Per aver trent’anno all'epoca della Revela da lui resa ai funzionari del Catasto, le ipotesi sono tre: a) errore materiale nella trascrizionr dalla Revela al catasto; b) il catasto avrebbe dovuto essere stato redatto nel 1755, se per davvero Tiberio fosse nato nel 1725; c) oppure Tiberio sarebbe effettivamente nato tra il 1712 e il 1716, a seconda dell'anno a cui si riferisce la sua Revela che non può essere che tra il 1742 e il 1746. Per Francesco Antonio Grimaldi, il ben noto filosofo dell'Ineguaglianza tra gli uomini, sappiamo per certo che nacque nel 1741, e che nella dichiarazione di Antonio Grimaldi si dice che il bambino aveva un anno di età. Insomma, il testo confezionato da più mani non pari attendibile ed è un peccato non poter verificare gli originali, gelosamente custoditi in Messina. Ad ogni buon conto, pubblicheremo nella 11ª edizione dei Materiali il testo integrale della Genealogia Aquino nella edizione a noi nota del 1932, mentre qui cercheremo di eliminare le superfetazioni al testo di Tiberio Aquino per la parte da lui scritta e per quella più antica da lui ricopiata, pur riservandosi di verificare i dati su altre fonti che si rendano disponibili.


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